Ucraina, un mese di battaglia: conflitto più aspro sul fronte Nord

Ucraina, un mese di battaglia: conflitto più aspro sul fronte Nord
Giovedì 24 Marzo 2022, 08:04 - Ultimo agg. 16:45
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Per tentare di fare il punto sui risultati conseguiti sui campi di battaglia dalle forze russe penetrate in Ucraina un mese or sono occorre fare alcune premesse. Innanzitutto i piani russi non sono stati rivelati e appare quindi complicato valutare se gli obiettivi siano stati raggiunti o meno, soprattutto perché le informazioni che ci giungono dal fronte sono in gran parte viziate dalla propaganda russa e dell'asse Ucraina-Usa-Nato.

Basti pensare alle perdite subite finora dai due belligeranti: i russi non diffondono dati dai primi di marzo quando ammisero quasi 500 caduti. Neppure Kiev quantifica i propri caduti ormai da diversi giorni ma ieri ha riferito che le perdite russe sono di 15.600 caduti. Stima che il Pentagono riduce a 7.000 e che la Nato ha valutato ieri salomonicamente tra 7mila e 15 mila.
Come sosteneva Napoleone, nessun piano resiste alla prima ora di battaglia e di certo in molti contesti i russi hanno dovuto fare i conti con una opposizione tenace e con un fuoco ucraino reso più preciso dal supporto informativo ricevuto dai satelliti e dai droni statunitensi e più efficace dalle migliaia di armi anticarro e antiaeree fornite dall'Occidente agli ucraini e in parte cadute nelle mani dei russi che le hanno assegnate alle milizie del Donbass.

Marzo è il mese del disgelo e l'Ucraina si trasforma in un pantano che rende difficile l'impiego campale dei mezzi corazzati. I russi lo sanno bene: basti ricordare che per sfuggire al fango la Germania pianificò l'invasione dell'Urss, a cominciare dell'Ucraina, per il 21 aprile 1941, poi slittata al 22 giugno in seguito alle operazioni in Jugoslavia e Grecia.
Alla luce di queste valutazioni prendiamo in esame la situazione sui diversi fronti.


I russi sono vicini a conseguire due importanti obiettivi strategici. La caduta di Mariupol potrebbe essere questione di ore o di giorni e dipende ormai solo da quanto tempo i russi vorranno attendere la resa degli avversari, circondati e privi di rifornimenti.

L'impressione è che Mosca voglia evitare un assalto decisivo per evitare dolorose perdite tra i propri militari e tra i civili. La conquista di Mariupol permetterà di conseguire la piena continuità territoriale tra il Donbass e la Crimea e il totale controllo russo sul Mare d'Azov oltre a rappresentare un grande successo simbolico e politico per Mosca con l'annientamento di parte del Reggimento Azov, composto da milizie ucraine e volontari internazionali dichiaratamente nazisti e macchiatisi negli ultimi otto anni di crimini contro i civili russofoni del Donbass.

Nel Donbass i russi e le truppe delle repubbliche di Donetsk e Luhansk (riconosciute come tali da Mosca alla vigilia della guerra) avevano l'obiettivo di assumere il controllo della totalità dei territori delle due province ucraine che all'inizio della guerra erano per il 60 per cento in mano alle truppe di Kiev. Luhansk è oggi per oltre il 90 per cento in mano ai russi e alle forze ucraine filo-russe mentre nella provincia di Donetsk la partita non è ancora chiusa anche se gli ucraini, che qui schierano il grosso e il meglio del loro esercito, sono in molti settori circondati e con le scorte ormai agli sgoccioli.

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Nel settore di Odessa non è chiaro quali piani i russi intendano attuare. Sembra escluso il bombardamento della città, (peraltro abitata in buona parte da russofoni) tenuto conto che gli attacchi missilistici hanno colpito obiettivi fuori città e l'unico cannoneggiamento navale ha preso di mira edifici precedentemente evacuati, come se la flotta russa avesse avvisato preventivamente gli ucraini circa dove intendeva colpire.
Probabilmente la battaglia per Odessa si combatte più a nord, nella zona di Mikolayv dove i russi tentano di sfondare con l'obiettivo plausibile di costituire un corridoio che congiunga la Crimea con la Transnistria, territorio russo schiacciato tra Moldova e Ucraina.

Possibile che tale obiettivo possa venire perseguito dai russi anche sbarcando truppe sulla costa a ovest di Odessa, molto vicino ai confini con la Romania (e quindi con la Nato) ma non si può escludere che la dimostrazione di forze che la Flotta del Mar Nero attua dall'inizio della guerra di fronte a Odessa abbia lo scopo (oltre a bloccare il traffico del porto) di costringere gli ucraini a tenere truppe in città per fronteggiare un eventuale sbarco, indebolendo così il fronte a Mykolaiv.

L'avanzata russa intorno a Karkhiv e Sumy ha visto un ampio impiego di artiglieria per bersagliare obiettivi anche all'interno delle due città che finora le truppe di Mosca non sembrano interessate ad attaccare direttamente. Possibile che anche in questo settore Mosca voglia evitare battaglie urbane sanguinose anche per i civili che vengono parzialmente evacuati attraverso i corridoi umanitari e che l'assedio dei grandi centri urbani abbia l'obiettivo di esercitare pressioni sull'opinione pubblica e sul governo ucraino per indurlo a trattare.

Le truppe russe hanno fin dal primo giorno attuato puntate offensive verso Kiev entrando in Ucraina anche dal territorio della Bielorussia. In questo settore si registra la più significativa presenza di truppe russe a ovest del fiume Dnepr che taglia in due l'Ucraina. Chernikiv è sotto forte pressione ma le truppe russe non sembrano per ora voler entrare in città. La capitale ucraina non è ancora del tutto circondata rimanendo aperto un ampio corridoio a sud ma le truppe di Mosca sono schierate nei sobborghi occidentali e orientali. Difficile credere che si prepari una battaglia casa per casa in una città di tre milioni di abitanti che risulterebbe estremamente sanguinosa per tutti, attaccanti difensori e popolazione. Più probabile che Mosca punti a stringere progressivamente l'assedio di Kiev continuando a colpire obiettivi di valenza militare o supposta tale, di notte, per ridurre le perdite tra i civili.
 

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