Armi a Kiev, l'usato sicuro diventa business per gli Usa

Armi a Kiev, l'usato sicuro diventa business per gli Usa
di Gianandrea Gaiani
Mercoledì 27 Aprile 2022, 07:00 - Ultimo agg. 28 Aprile, 07:17
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Sempre più denaro stanziato da Usa, Ue e stati membri della Nato e armi sempre più pesanti dirette a Kiev per rimpolpare gli arsenali delle forze ucraine. Intanto l'annuncio del segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, che ha candidamente ammesso quale sia l'obiettivo di Washington. 

L'obiettivo è quello di un conflitto prolungato che porti a un indebolimento delle capacità militari russe, il Pentagono ha devoluto circa la metà dell'ultima tranche di 800 milioni di dollari stanziati per armare l'Ucraina (3,7 miliardi di dollari in armi sono stati messi in campo dagli Usa dall'inizio della guerra) ai paesi Nato dell'Europa Orientale che hanno accettato di trasferire a Kiev i loro equipaggiamenti di origine sovietica, di fatto delle stesse tipologie di quelli in dotazione alle truppe ucraine. I quasi 400 milioni messi a disposizione da Washington serviranno a rimpiazzare con mezzi e armi americane tali equipaggiamenti presso gli eserciti degli alleati Nato.

Un doppio affare per gli Usa che nell'immediato riescono a disporre di armi e mezzi corazzati con cui riarmare le brigate ucraine e al tempo stesso acquisiscono nuovi clienti per la loro industria della Difesa. È vero che i partner Nato dell'Europa Orientale avrebbero dovuto a medio termine rimpiazzare le dotazioni di origine russo/sovietica, ma avrebbero potuto farlo con gare d'appalto a cui avrebbero partecipato anche le aziende europee incluse quelle italiane, in molti settori concorrenti di quelle americane. 

Il riarmo dell'Ucraina, che vede forniture di mezzi vecchi anche di 30 o 40 anni, da tempo radiati dagli eserciti occidentali, sta del resto diventando un affare appetibile anche in alcuni paesi europei. In Germania, dove il governo ha infine deciso di fornire anche mezzi corazzati all'Ucraina, i colossi dell'industria della Difesa terrestre Rheinmetall e Krauss Maffei Wegmann sono mobilitate per mettere a punto carri armati, semoventi contraerei e d'artiglieria.

Rheinmetall si è offerta di fornire all'Ucraina 88 carri armati Leopard 1A5, costruiti negli anni '70 e radiati 20 anni or sono dall'esercito tedesco.

La proposta include l'addestramento di equipaggi in Germania, munizioni, pezzi di ricambio e manutenzione come ha riferito nei giorni scorsi il quotidiano Die Welt. L'azienda potrebbe inviare i primi tank in poche settimane, con costi stimati in 115 milioni di euro e gli altri prima di fine anno. Rheinmetall ha inoltre ricevuto una richiesta dal governo tedesco per consegnare all'Ucraina 100 mezzi corazzati per fanteria Marder prelevati tra gli stock di cingolati radiati dall'esercito tedesco e da rimettere in condizioni operative.

Autorizzata anche la fornitura di semoventi antiaerei Gepard, come ha rivelato l'agenzia di stampa DPA: si tratta di vecchi mezzi realizzati sullo scafo del carro armato Leopard 1 di cui 94 sono ancora in servizio e oltre 300 vengono mantenuti in riserva. Oltre ai ferrivecchi Berlino sembra puntare anche a forniture di mezzi moderni come gli obici semoventi Pzh-2000 proposti dal produttore Krauss-Maffei Wegmann (KMW), analoghi a quelli che verranno consegnati all'Ucraina dall'Olanda.

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Tranne rare eccezioni tutti i paesi Nato che cedono armi e mezzi a Kiev svuotano i magazzini da mezzi e materiali ormai obsoleti che necessiteranno di lunghe riparazioni e manutenzioni o che in molti casi potranno essere mantenuti operativi solo cannibalizzandoli: cioè utilizzandone alcuni come miniere di pezzi di ricambio.

Solo in alcuni casi si ipotizzano forniture di mezzi più moderni, surplus rispetto alle esigenze degli eserciti europei come nel caso dei Pzh-2000 olandesi, o già destinati a venire rimpiazzati da cannoni più aggiornati, come nel caso dei 12 semoventi ruotati d'artiglieria francesi Caesar ceduti a Kiev.

Le commesse per le industrie del settore europee derivanti dal conflitto ucraino, in parte finanziate con 1,5 miliardi di euro stanziati dalla Ue, riguardano quindi la riparazione e manutenzione dei vecchi equipaggiamenti da fornire agli ucraini e la realizzazione di nuovi esemplari di armi e veicoli per rimpiazzare quelli ceduti a Kiev.

Difficile valutare l'impatto di questo giro d'affari in Italia dal momento che la natura delle forniture belliche autorizzate da Roma è mantenuta segreta anche se non sono mancate le indiscrezioni giornalistiche e i riscontri dai campi di battaglia circa la presenza di mitragliatrici MG42 e proiettili da mortaio italiani. Dopo una prima fornitura di armi leggere, munizioni, missili e lanciarazzi anticarro (Milan e M-72?) anche l'Italia sembra apprestarsi a cedere a Kiev veicoli, mezzi corazzati e forse artiglierie.

Come abbiamo anticipato ieri si tratterebbe di decine di vecchi semoventi cingolati M-109 con cannone da 155 millimetri e cingolati trasporto truppe M-113 forse anche nella versione antiaerea Sidam-25. Forniture meno obsolete potrebbero riguardare i veicoli 4x4 protetti Lince della prima serie (oggi in via di sostituzione nel nostro esercito con nuove versioni), forse anche blindati 8x8 Centauro (progressivamente rimpiazzati con i nuovissimi Centauro 2) e cannoni da 155 millimetri FH-70, ancora in servizio ma di cui abbiamo in magazzino alcune decine di esemplari.

Riportare in condizioni operative alcuni dei vecchi cingolati richiederebbe diversi mesi di lavoro che potrebbero coinvolgere stabilimenti del ministero della Difesa, quelli spezzini ex Oto Melara di Leonardo, dove verrebbe curata anche la manutenzione dei cannoni (con l'esclusione di quelli antiaerei del Sidam-25 che sarebbero di competenza di Rheinmetall Italia), mentre i lavori su Lince e Centauro riguarderebbero anche la divisione Veicoli Difesa di Iveco a Bolzano.

Ovviamente si tratta solo di ipotesi in assenza di chiarimenti e trasparenza circa le possibili forniture italiane. 

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