Ucraina, cacciato Yanukovich. Crolla il regime. Timoshenko libera

Ucraina, cacciato Yanukovich. Crolla il regime. Timoshenko libera
di Giuseppe D'Amato
Domenica 23 Febbraio 2014, 10:49 - Ultimo agg. 19:43
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La “rivoluzione” ha vinto. Viktor Yanukovich ha abbandonato Kiev, lasciando campo libero alle opposizioni. In sua sostituzione è stato nominato come capo di Stato a interim Oleksandr Turcinov.

La Rada, il Parlamento ucraino, ha votato la sua destituzione e indetto elezioni presidenziali anticipate per il 25 maggio. La gente del Maidan (piazza Indipendenza) è in festa. A Kiev, sono convinti i manifestanti, si è scritta una pagina nuova della storia ucraina. Il popolo, stanco per la mancanza di prospettive e per la corruzione dilagante, ha cambiato la sua classe politica. Adesso si entra in Europa o perlomeno si inizia a vivere veramente secondo i “valori europei”. Purtroppo, come ha confermato il ministero della Salute, 82 persone hanno perso la vita negli scontri e 445 sono i feriti in ospedale.

UNA SERIE DI COLPI DI SCENA

La giornata di ieri è stato un susseguirsi di colpi di scena.

L’accordo, siglato venerdì sera dal presidente Yanukovich e dai tre leader delle opposizioni su mediazione europea, è stato bocciato dai “duri” del movimento di protesta. Gli attivisti si sono riversati durante la notte nel quartiere governativo, lasciato incustodito dalla polizia, ed hanno occupato i principali edifici del potere.

Per lunghe ore si è pensato che il caos potesse prendere il sopravvento. Delle forze dell’ordine, dell’esercito e del presidente non vi era traccia. Il vuoto di potere, apparso subito nella sua pericolosità, è stato, invece, colmato dai leader dell’opposizione, i quali hanno nominato un nuovo speaker della Rada e un ministro dell’Interno ad interim. Subito dopo i deputati, grazie anche alla defezione di quelli del partito delle Regioni di Yanukovich (in 63 ieri hanno saltato il fosso), hanno votato una mozione per la liberazione dell’ex premier Yulia Timoshenko, che dal carcere di Kharkov è poi volata a Kiev per parlare sul Maidan. Quindi è seguita l’approvazione del documento di impeachment del presidente e l’approvazione della data delle elezioni anticipate, fissate per il 25 maggio, e non a dicembre come avrebbe voluto l’ormai ex leader ucraino. «Il popolo ha vinto – ha commentato l’ex pugile Vitalij Klitschko, capo di Udar -. Abbiamo combattuto per il nostro futuro, ma è solo l’inizio della battaglia». Viktor Yanukovich è riapparso solo nel pomeriggio. Era a Kharkov, la seconda città del Paese, ad un tiro di schioppo dalla frontiera russa. «Farò il possibile affinché non venga più sparso sangue – ha detto - Questo è un colpo di Stato. Non mi dimetto, sono stato democraticamente eletto. Quelli sono banditi, non opposizione». Nella stessa città gli amministratori di alcune regioni sud-orientali russofone hanno tenuto in mattina una riunione, che è sembrato l’avvio della procedure per far diventare l’Ucraina una federazione. Intanto se mai Yanukovich dovesse tornare da uomo libero nella Capitale, cosa al momento improbabile, non potrebbe più abitare nella sua sfarzosa residenza presidenziale, che è stata nazionalizzata da un voto del Parlamento.

LE REAZIONI INTERNAZIONALI

L’influente sindaco di Dnipropetrovsk ha, invece, preferito rimanersene a casa. La Russia è apparsa sorpresa dall’evolversi degli eventi. In mattinata il ministro degli Esteri Lavrov ha contattato telefonicamente i colleghi europei, che avevano garantito per l’entrata in vigore dell’accordo di venerdì sera. In serata il capo della diplomazia di Mosca ha avuto parole durissime su quanto è avvenuto, con le opposizioni che avevano ceduto agli estremisti. Per il ministro degli Esteri polacco Sikorski, invece, non vi è stato alcun colpo di Stato. Dichiarazioni di sostegno al nuovo corso sono giunte dalla Gran Bretagna, dalla Germania e dagli Stati Uniti. Il ministro degli Esteri di Londra Hague ha annunciato che verrà chiesto l’intervento del Fondo monetario internazionale per aiutare Kiev. «Preoccupante» è il commento della Farnesina. Il neoministro degli Esteri Mogherini ha avuto una lunga telefonata con l’ambasciatore italiano a Kiev, Romano.

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