Ucraina, il piano italiano: strade, energia e fabbriche per la rinascita. In arrivo generatori e pompe idriche

A fine aprile il vertice bilaterale a Roma. Confindustria studia gli interventi urgenti

Ucraina, il piano italiano: strade, energia e fabbriche per la rinascita. In arrivo generatori e pompe idriche
Ucraina, il piano italiano: strade, energia e fabbriche per la rinascita. In arrivo generatori e pompe idriche
di Francesco Bechis
Sabato 25 Febbraio 2023, 00:13 - Ultimo agg. 3 Marzo, 12:45
4 Minuti di Lettura

È una mappatura ancora preliminare. Quanti aeroporti, ponti, autostrade e complessi residenziali ucraini hanno bisogno dell’Italia per ritornare in vita, e in vita riportare un Paese martoriato da un anno di guerra russa? Difficile scrivere a penna una cifra certa, mentre missili e bombe e carri armati di Mosca proseguono la scia di morte da Kiev fino a Bakhmut e Odessa. Eppure, la macchina della solidarietà italiana ha già iniziato a scaldare i motori. Da un lato la conferenza bilaterale convocata a Roma dal premier Giorgia Meloni per la ricostruzione ucraina. Si terrà negli ultimi giorni di aprile, a Palazzo Chigi si lavora per avere la massima rappresentanza istituzionale. I ministri di Esteri, Economia e Industria - Tajani, Giorgetti e Urso - e i loro omologhi ucraini. Se le agende si incroceranno, i rispettivi premier, Meloni e Denis Schmyhal, che del resto ha già partecipato al forum per la ripresa ucraina convocato da Olaf Scholz a Berlino a novembre. Ma l’obiettivo è avere anche un patrocinio della Commissione europea - e un suo rappresentante a Roma - perché con Palazzo Berlaymont bisognerà di certo coordinarsi per la regia dei fondi e degli investimenti italiani nel Paese di Volodymyr Zelensky. Non resta che chiedersi dove e come l’Italia possa fare la differenza per rimettere in piedi il Paese amico come promesso da Meloni nel suo recente viaggio a Kiev. Domanda cui, si apprende da ambienti imprenditoriali, ha dato una prima risposta Confindustria con una ricognizione delle eccellenze italiane pronte a scendere in campo. Investimenti diretti, ma si farà ricorso anche al “blending”, operazioni di finanziamento misto che combinano sovvenzioni, prestiti e garanzie del bilancio dell’Unione europea (sarà coinvolta la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, Bers).

Putin, l'ex capo della Cia Leon Panetta: «Presto dovrà decidere se perdere la guerra o accettare una trattativa»

Per ogni progetto, gli industriali studiano soluzioni di breve periodo - in inglese, fast-track recovery - e investimenti di lungo termine. Sul primo fronte, la prima emergenza si chiama logistica. L’Ucraina oggi è un Paese spezzato.

Dodici ore di treno dal confine polacco a Kiev - il tragitto notturno della premier - possono sembrare un’enormità, e invece sono un lusso se paragonate alle tratte ferroviarie e autostradali nell’Est del Paese, sotto il tiro dell’artiglieria russa. Priorità dunque alle aziende in grado di ricostruire le ferrovie per il trasporto merci, piattaforme logistiche e terminal. Più in là, l’industria italiana sarà in lizza per costruire sistemi di “Mass Transit”, dalle metropolitane alle linee dei tram nelle città. L’Italia, ragionano a viale dell’Astronomia, sarà altresì in prima fila per la ricostruzione degli aeroporti e l’offerta di sistemi di trasporto intelligente (Tsi). Ovvio che la lista delle priorità viene scritta in queste settimane d’intesa con il mondo industriale ucraino e la sua confindustria. A questa “lastra” ha contribuito il viaggio a Kiev un mese fa del ministro Adolfo Urso e del presidente di Confindustria Carlo Bonomi. Sempre nel brevissimo termine, le imprese italiane sono pronte a fornire case prefabbricate e soluzioni di smaltimento dei rifiuti e dei detriti dai bombardamenti, così come del loro riutilizzo: al dossier lavorano da mesi l’Ance, l’associazione dei costruttori italiani, e la controparte ucraina Cbu. 

 

I SERVIZI OFFERTI

Fin qui le infrastrutture. Tra gli altri settori più colpiti, l’agroalimentare: gli industriali lavorano per mettere in campo tecnologie e macchinari per l’irrigazione dei campi (pompe e generatori) e tutte le fasi di una filiera messa in ginocchio dalla guerra: dalla concimazione alla lavorazione di biomasse. Prioritarie aziende italiane specializzate nella movimentazione del terreno e nell’edilizia di settore: agli ucraini servono con urgenza motolivellatrici, escavatori, compattatori e altri macchinari in grado di rendere di nuovo utilizzabili i terreni agricoli. Tra i capitoli più delicati c’è quello energetico. Anche qui, spiegano da ambienti industriali, è da distinguere il breve dal lungo periodo. Ai generatori elettrici già inviati subentreranno altre tecnologie made in Italy. Dalle microturbine fino ai sistemi di stoccaggio. E ancora: trasformatori, stazioni e cabine per la distribuzione dell’energia. Così come impianti di illuminazione per le città al buio e sistemi di sicurezza elettronici. Nella mappa del contributo italiano cui sta lavorando Confindustria c’è infine spazio anche per il farmaceutico. L’industria ucraina attende al varco le imprese italiane che eccellono nel biomedicale e possono fornire servizi di diagnostica, dispositivi elettromedicali e il contributo di professionisti del settore come ottici, otorini e dentisti. Il “pronto-soccorso” ucraino delle aziende italiane si è messo in moto. Ed è solo l’inizio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA