La storia infinita. Non un vecchio film di Natale, ma le folli elezioni americane di quest’anno folle.
La battaglia per la presidenza degli Stati Uniti infuria ancora. Per quanto oggettivamente chiusa e vinta da Joe Biden, infatti, continua a bruciare di polemiche, di riconteggi e di ricorsi firmati Donald Trump.
E ad ammettere che lo scontro della certificazione e dunque dell’ufficialità sia tuttora in atto non è una qualche rete amica del tycoon, bensì l’eterna rivale Cnn che, in un’apertura a metà tra un’analisi e un calendario, stila un elenco di date e di Stati da tenere d’occhio.
Questi.
Pennsylvania
Tutte le contee, ultima proprio quella di Philadelphia, dovrebbero (salvo sorprese) formalizzare il risultato entro mercoledì 25 novembre e consegnare quindi il bottino di 20 grandi elettori nelle mani di Biden.
In questo caso specifico, secondo il parere di esperti legali bipartisan, le chance di intralcio appaiono comunque e oramai pari a zero
Michigan
Il consiglio di Stato si riunisce oggi, lunedì 23 novembre, per certificare l’esito del voto. Attenzione, però: occhi puntati su Norman Shinkle, uno dei due membri del Partito Repubblicano, che pare sia pronto a porre il veto in attesa del completamento delle indagini. Nella migliore delle ipotesi per il Partito Democratico, una mossa destinata a produrre un importante ritardo, che potrebbe addirittura protrarsi per un paio di settimane. Ad ogni modo, difficile immaginare un rovesciamento dello scenario, considerato che di prove tangibili di frodi o di brogli non ne è emersa alcuna.
Wisconsin
Nulla entro la fine del mese, tra la città di Madison e i suoi dintorni se ne riparla a dicembre. Anche qui tra spettri di scippi e teorie cospirazioniste agitate ad arte dagli esponenti locali delle fila repubblicane.
Georgia
La Georgia, infine. Dove il team Trump ha richiesto un ulteriore riconteggio delle schede, ma dove la faccenda appare archiviata e basta.
La data limite: l’8 dicembre
Nella tradizione di questo Paese, poco più che una formalità. Nell’America di oggi, invece, una sorta di dramma, quasi di tragedia teatrale.
È entro l’8 dicembre, infatti, che tutti i consigli di Stato sono chiamati a mettere la parola fine al discorso voto. Con il Collegio Elettorale, e con i suoi “grandi elettori”, chiamato a sua volta a pronunciarsi il 14 dicembre.
Se qualcuno manca all’appello, Trump può ancora combinare qualche casino.