Usa 2020, la guerra dei dem: una donna per fermare Trump? È scontro Warren-Sanders

Usa 2020, la guerra dei dem: una donna per fermare Trump? È scontro Warren-Sanders
di Luca Marfé
Mercoledì 15 Gennaio 2020, 10:32 - Ultimo agg. 15:08
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FRA I DUE LITIGANTI IL TERZO È BIDEN, MA CHI GODE È TRUMP…
 


Di nuovo una donna? Può darsi, ma i democratici si spaccano.

O forse sarebbe il caso di scrivere “si frammentano”, considerato che la corsa a sei dell’ultimo dibattito televisivo, oramai a soli venti giorni dall’inizio delle primarie, consegna all’America più dubbi che certezze.

E una stretta di mano mancata che ha addirittura del clamoroso.

Quella tra Elizabeth Warren e Bernie Sanders che, a rivedere le immagini e a rileggere certe dichiarazioni, li pone faccia a faccia in uno scenario di guerra aperta.

«Una donna non può battere Trump».

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Lo avrebbe confidato il senatore del Vermont, classe 1941, alla stessa rivale durante un incontro risalente allo scorso mese di dicembre.

Sanders si affretta a smentire davanti alle telecamere, ma lei lo spinge metaforicamente all’angolo e insiste:

«Io ci credo. Lui, invece, mi ha detto che non era d’accordo».



Al di là del botta e risposta, al termine della serata lui le tende la mano per congratularsi, ma lei la evita platealmente e gli bisbiglia qualcosa, con tono almeno apparentemente polemico.

È finito il tempo del fair play, la corsa alla Casa Bianca 2020 entra nel vivo, gli elettori della sinistra a stelle e strisce devono (finalmente) decidere da che parte stare.

Fra i due litiganti, il terzo non gode né brilla, ma tutto sommato tiene.

Joe Biden appare lento, troppo preso dal suo giustificarsi per gli errori passati (l’aver supportato la guerra in Iraq) e, più in generale, vecchio. Ciononostante, i sondaggi sembrano essere dalla sua parte e, specie tra i moderati, ha l’aria di essere il candidato più rassicurante.

Certo, immaginarlo in un eventuale “uno contro uno” con Trump, risulta al tempo stesso probabile e difficile.

Probabile perché queste primarie potrebbe vincerle.

Difficile perché il tycoon, dal canto suo, di fare campagna elettorale non ha smesso mai e sempre e puntualmente ha esibito una velocità di esecuzione in video che lascia presagire un massacro mediatico.

E, salvo colpi di scena, pure elettorale.

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