Usa 2020, Trump ha ucciso il politically correct e ha trovato il nemico “perfetto”: la Cina

Usa 2020, Trump ha ucciso il politically correct e ha trovato il nemico “perfetto”: la Cina
di Luca Marfé
Sabato 30 Maggio 2020, 20:00
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Per vincere le elezioni, Trump ha bisogno di un nemico.

E così, mentre l’America brucia nell’assedio di 100mila morti di coronavirus, delle proteste della comunità afroamericana e dei numeri di un’economia distrutta, The Donald giustizia in diretta televisiva il politcally correct e sgancia parole come bombe sulla Cina.

Annuncia «azioni senza precedenti» nei confronti di chi «ha fregato gli Stati Uniti per decenni, come nessuno ha osato mai nella storia».


Dieci minuti di fuoco in cui non risparmia niente e nessuno.
Con i primi due, in particolare, in cui ha ragione e basta.

Commercio sleale, furto della proprietà intellettuale e violazione reiterata e brutale della libertà. Interna, ma anche internazionale, con la ciliegina amarissima sulla torta di Hong Kong. E di un’autonomia, e di una promessa, infranta a scena aperta, sotto gli occhi del mondo intero.

Dopodiché via alla propaganda, in parte comunque fondata.

Cita il «virus di Wuhan», accusa Pechino per aver cercato di insabbiare il diffondersi del disastro e punta il dito delle responsabilità e della sfida dritto contro Xi Jinping.

Non c’è bisogno di essere esperti di comunicazione istituzionale e politica per comprendere che il tavolo della diplomazia non è soltanto saltato, ma è praticamente in fiamme.

Così com’è saltato quello con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, cui il tycoon chiude il rubinetto dei soldi mentre gli Stati Uniti sbattono la porta e se ne vanno.
 


Com’è sempre accaduto in quattro anni di presidenza, però, le logiche sono altre.
E in particolare a cinque mesi dal voto, oltre che di politica interna, sono squisitamente elettorali.

Al popolo di Trump, tra le cui fila serpeggia una discreta dose di razzismo, i cinesi non piacciono affatto.

Lui glieli agita dunque in piena faccia, al pari di un drappo rosso sotto gli occhi furiosi di un toro frustrato dal Covid-19, dalla disoccupazione, dalla paura.

Paura che per poter essere sconfitta ha bisogno di un buono.
Buono che per poter essere tale ha bisogno di un cattivo, di un nemico.

Trump si è scelto il suo, ed è “perfetto”: la Cina.

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