«Questo non è ciò che siamo».
Dove “questo” sta per complotti, cospirazioni e fake news, che altro non fanno che spaccare l’America in due metà, persino in mille pezzi.
Town hall in Ohio, Joe Biden parla da grande statista e prova a rimettere insieme i cocci della storia a stelle e strisce degli ultimi anni. Anni in cui nella grande arena dei social, informazione e disinformazione se le sono date di santa ragione. Anni in cui il fondale è stato toccato, e forse addirittura si scava, con un dibattito pubblico per larghi tratti surreale attorno a Covid-19 e vaccini.
Le folli ma diffusissime teorie di QAnon, la presunta volontà di controllare le masse, più o meno legata a microchip e a invenzioni varie.
Un reticolato di falsità che intralcia il cammino di un Paese intero, che rischia di inciampare e di cadere. Con la variante Delta che ruggisce e con la campagna vaccinale che si è praticamente fermata. Con il presidente che non ha esitato a puntare il dito contro le grandi piattaforme digitali, accusando Facebook in maniera brutale perché attraverso il mancato controllo su determinati flussi starebbe «uccidendo delle persone».
«Il mondo ci guarda», tuona il Commander in Chief.
«Che siate democratici o repubblicani, ricordate forse un altro momento nella nostra storia che ci ha visti tanto divisi? Che cosa diremo ai nostri figli e ai nostri nipoti riguardo a ciò che sta accadendo? Bisogna andare oltre», bisogna tornare uniti, insomma.
Quasi un padre di famiglia, di certo della Nazione.
Forte di un’esperienza politica lunga 50 anni nonché di un fare naturalmente rassicurante.
«Ho fiducia nel popolo americano», afferma in chiusura, oramai sul punto di commuoversi.
«Alla fine, faremo la cosa giusta. La democrazia è alzarsi e dimostrare che qualcosa di buono può essere fatto».