Usa contro Huawei, lo scontro fa rotta verso il Sudamerica

Usa contro Huawei, lo scontro fa rotta verso il Sudamerica
di Erminia Voccia
Giovedì 16 Maggio 2019, 14:43 - Ultimo agg. 15:12
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Nuovo capitolo della guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina, benzina sul fuoco per le calde relazioni bilaterali Washington-Pechino. Mentre muore il negoziato per un accordo che metta fine al contenzioso sui dazi, il colosso cinese delle tlc Huawei risponde all'ordine esecutivo del presidente americano Trump.

L'azienda cinese avverte che il divieto di operare negli Stati Uniti finirà per penalizzare le imprese e i consumatori e lascerà gli Usa indietro sullo sviluppo delle reti 5G, la tecnologia del futuro che promette sviluppi importanti, ad esempio, per l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, per l'industria, la medicina e per le “smart city”. Mercoledì 15 maggio il Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha detto di aver aggiunto Huawei e altre 70 affiliate alla sua lista nera, la cosiddetta “Entity List”, un provvedimento che impedisce al gigante delle telecomunicazioni cinese di acquistare parti e componenti da società americane senza prima aver avuto l’approvazione del governo a stelle e strisce. Nella giornata di mercoledì il presidente Trump aveva emesso un ordine esecutivo dalla portata più generica, non diretto quindi a Huawei, che prevede il divieto alle società americane di installare apparecchiature straniere sospettate di costituire una minaccia per la sicurezza nazionale. L'ordine esecutivo di Trump non nomina la Cina e nessuna compagnia specifica, ma è un modo per mettere al bando Huawei, accusata formalmente dagli Usa di aver violato le sanzioni all'Iran e sospettata di spiare i segreti del governo americano. Accuse che Huawei ha sempre respinto.
 

Già ad agosto 2018 Trump aveva firmato un disegno di legge che vieta al governo statunitense di utilizzare apparecchiature Huawei e ZTE, le società cinesi che l'Amministrazione Usa considera più insidiose per i legami con il governo di Pechino. Tutto questo, secondo Huawei, porterà gli americani a dover scegliere alternative più costose. Il punto è che adesso la battaglia su Huawei si sta spostando a Sud, verso l'America Latina, interviene il prestigioso Foreign Affairs. Un luogo che gli Usa hanno a lungo visto come “il cortile di casa”. Un articolo del New York Times fa notare che mentre Hauwei viene bandita negli States, il colosso delle tlc controllerà probabilmente tra il 40 e il 60% delle reti mondiali e sta aumentando la propria presenza anche in Africa e in alcune zone dell'Asia. A giudizio degli americani, la Cina offre prestiti a basso tasso di interesse per giocare d'astuzia e mettere fuori gioco i competitor occidentali, tra cui le europee Nokia ed Ericsson. Reuters ricorda che Huawei si è appena accaparrata un nuovo contratto con il Messico per lanciare le reti mobili super veloci in alcune aree del Paese. Il Messico e l'Argentina puntano a sviluppare la prima rete 5G della regione.

Il Brasile è un caso particolare vista l'amicizia tra Donald Trump e il presidente Bolsonaro, che ha fondato la sua linea di politica estera sul legami più stretti con l'Amministrazione Trump. Bolsonaro, tuttavia, potrebbe pagare per la mancata messa al bando della cinese Huawei. A marzo gli Usa hanno definito il Brasile un importante alleato non-Nato, ma gli americani potrebbero retrocedere sui privilegi concessi al Paese sudamericano e limitare, ad esempio, la condivisione di informazioni con l'intelligence brasiliana. I Paesi del Sudest asiatico alleati degli americani sono un altro terreno di scontro tra Usa e Cina nella partita su Huawei, ha scritto a fine febbraio la rivista The Diplomat. La Thailandia si sta preparando al lancio della rete mobile di ultima generazione 5G e nei progetti in cantiere c'è anche Huawei. Le Filippine continueranno a lavorare con Huawei nonostante gli Usa stiano continuando a pressare gli alleati per escludere i potenti rivali cinesi dai progetti 5G.
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