Gli Stati Uniti in anticipo sulla tabella di marcia della Storia:
150 milioni di dosi già inoculate e agenda di idoneità per la vaccinazione di tutti i cittadini americani che dal 1 maggio passa al 19 aprile.
Nel giro di una manciata di giorni, dunque, chiunque avrà diritto a essere immunizzato, a prescindere da età, eventuali condizioni di salute pregresse e appartenenza a categorie considerate più o meno a rischio.
È un’America ancora sul «piede di guerra», come avverte prudente Biden durante un discorso alla nazione.
È un’America, però, che la guerra contro il Covid la sta vincendo, come reclama fiero lo stesso presidente dalle mura della Casa Bianca.
All’alba del 75esimo giorno dal suo giuramento, in linea più che perfetta con il traguardo delle 200 milioni di dosi promesse entro i suoi primi 100.
Conti che tornano per un’altra alba, quella di un Paese nuovo, già rinato, che nel frattempo si riprende pezzo dopo pezzo pure l’economia. Questo grazie all’American Rescue Plan, la legge di stimolo entrata in vigore soltanto un mese fa, ma che ha già riversato nelle casse degli americani la mostruosa cifra di 1.900 miliardi di dollari.
«Battere veramente il virus, ecco cosa stiamo facendo», scandisce l’ex vice di Obama guardando dritto nell’occhio della telecamera.
Come?
«Procurandoci forniture sufficienti di vaccini, mobilitando più personale medico e paramedico, creando più strutture per essere vaccinati e amministrando oramai regolarmente una media di 3 milioni di dosi al giorno», ovvero «più di 20 milioni di dosi a settimana».
Un quadro chiarissimo, anche e soprattutto in termini di orizzonte.
Con l’estate della ritrovata libertà lontana (vicina) un solo passo e con il 4 luglio pronto a sentenziare la definitiva «Indipendenza dal virus».
Un quadro che rende lo scenario nostro ancora più cupo.
Con l’Europa, e in particolare con l’Italia, drammaticamente indietro, ben più distanti di 10mila chilometri di Oceano Atlantico.