Usa, la vittoria di Trump: mazzata della Corte Suprema su richiedenti asilo e migranti

Usa, la vittoria di Trump: mazzata della Corte Suprema su richiedenti asilo e migranti
di Luca Marfé
Giovedì 12 Settembre 2019, 11:30 - Ultimo agg. 18:08
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La Corte Suprema dà ragione a Donald Trump.

Le pesanti restrizioni volute personalmente dal presidente per i richiedenti asilo e per i migranti provenienti dal Centroamerica sfociano nel via libera del più alto ed autorevole organo giudiziario degli Stati Uniti.

Una colossale vittoria politica per il tycoon che negli ultimi mesi non ha mancato di insistere, già in chiave campagna elettorale 2020, sulla narrativa delle carovane, dei latinos e della necessaria sicurezza nazionale.

E che, neanche a dirlo, non ha mancato di esultare a scena aperta sul solito Twitter:

«GRANDE VITTORIA dei confini sull’asilo alla Corte Suprema degli Stati Uniti!».

Con “GRANDE VITTORIA” scritto proprio così, a caratteri cubitali, in pieno stile Trump.



Una vera e propria bomba che esplode al centro della scena politica a stelle e strisce, già divisa su tutto tra democratici e repubblicani, ma ancor più spaccata in due metà contrapposte sul tema dell’altro.

Con la sinistra che insiste sulla logica del tendere una mano, dell’accoglienza a prescindere, e con la destra che in un mix di vecchio conservatorismo e nuovo “America First” pretende legalità e rispetto di regole volte ad un irrigidimento.



Un concetto caro, per quanto sorprendente possa sembrare a primo acchito, anche e soprattutto ai tanti immigrati regolari che negli Stati Uniti ci vivono già.

Immigrati che nella stragrande maggioranza dei casi hanno dovuto affrontare lunghe trafile burocratiche per fregiarsi del prezioso stato di residenti o addirittura di cittadini e che, di conseguenza, mal volentieri accettano l’idea di essere “fregati” dagli ultimi arrivati.

Immigrati che, non a caso, nel 2016 hanno sostenuto la candidatura di Trump.

Ma l’opposizione non ci sta, sbatte i pugni sul tavolo e promette battaglia tra le mura delle corti locali.

Tuttavia, la pronuncia e l’estetica di questa decisione pesano come un macigno a favore di un presidente che da oggi ha nel suo mazzo una carta in più da giocarsi per riconfermarsi alla Casa Bianca.



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