Trump ci riprova: 8,5 miliardi di dollari per il muro col Messico

Trump ci riprova: 8,5 miliardi di dollari per il muro col Messico
di Luca Marfé
Lunedì 11 Marzo 2019, 10:30 - Ultimo agg. 13:24
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NEW YORK - Trump contro il Congresso, atto secondo.

Dopo lo shutdown record, ovvero la paralisi amministrativa che ha tenuto il governo americano in stallo per ben 35 giorni, la storia rischia già di ripetersi.

Il tycoon, infatti, non solo ci riprova, ma si prepara ad alzare ulteriormente i toni dello scontro nonché l’ammontare delle sue richieste.

8 miliardi e mezzo di dollari (8,6 per la precisione) per quel muro col Messico che, più che una priorità concreta, è divenuto oramai una sorta di ossessione, tanto per il presidente, quanto per i suoi fedelissimi.



Una promessa da mantenere per uno che di promesse, in effetti, ne ha mantenute tante.

Una parola data che tuttavia, con il tema immigrazione costantemente agitato (ad arte) sotto il naso della destra più agitata, il Commander in Chief sa di non potersi rimangiare.



E pensare che quel muro, a detta dello stesso Trump, avrebbe dovuto pagarlo proprio il Messico. Una sorta di utopia travestita da ipotesi cui ci si è aggrappati per un po’, per poi tornare ad una assai più amara realtà dei fatti.

Amara perché per finanziare un’iniziativa del genere, da qui al 2020, questi soldi da qualche parte bisognerebbe persino trovarli.

Si pensa così a nuovi tagli sul triplice fronte dell’assistenza sanitaria, sociale e scolastica, in un Paese nel quale, tradizionalmente ma in special modo attualmente, di assistenzialismo già non c’è alcuna traccia.

Scenario accompagnato da un debito pubblico record da sempre o quasi, ma ultimamente addirittura fuori controllo.

Tutti aspetti che sembrano non interessare al diretto interessato che continua a raccontare un’invasione che non c’è. Molto più preso dai suoi consueti personalismi ed in particolare dalle sue necessità elettorali.

Il 2020, infatti, non è soltanto il giro di boa di un anno fiscale per cui Trump ha già in serbo pretese e smanie. Ma è anche e soprattutto il crocevia di una nuova corsa presidenziale.

Quale miglior biglietto da visita, dunque, per staccare il ticket della propria candidatura?

Dal suo punto di vista, l’ennesima battaglia da vincere, l’ennesima promessa da mantenere.

Negli occhi di un’analista invece, a voler essere buoni, un impegno da saldare a caro prezzo pur di scaldare i cuori della cosiddetta Trump Nation.

A voler essere cattivi, infine, un progetto completamente inutile.

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