Usa, il Donald furioso: Trump ce l’ha con tutti, tranne che col suprematista neozelandese

Usa, il Donald furioso: Trump ce l’ha con tutti, tranne che col suprematista neozelandese
di Luca Marfé
Lunedì 18 Marzo 2019, 12:29 - Ultimo agg. 16:42
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Il Donald furioso.

Trump ce l’ha con tutti. Con tutti tranne che con il terrorista neozelandese.

Brenton Tarrant, il suprematista bianco autore della strage di Christchurch che è costata la vita a 50 persone, si è infatti inconsapevolmente guadagnato l’atteggiamento politically correct di un presidente che politically correct non è stato mai.



Un fine settimana lunghissimo, spoglio di impegni istituzionali e denso di tempo libero, in cui il tycoon ha avuto evidentemente modo di trascorrere parecchie ore sul suo amato Twitter.

Decine e decine di “cinguettii”, infarciti delle solite maiuscole che hanno la pretesa di trasformare tutto in emergenza, con cui il Commander in Chief si avventa sui nemici della sua politica e della sua persona.

Il Russiagate è una caccia alle streghe, una vera e propria invenzione, con cui i democratici sperano di riprendersi la Casa Bianca.

L’economia va a gonfie vele, ma c’è chi auspica una disfatta del Paese pur di celebrare la disfatta di Trump.

Gli immigrati vogliono invadere gli Stati Uniti e bisogna fortificare il confine con il Messico.

I media continuano a raccontare “fake news” e puniscono i giornalisti non allineati o peggio ancora colpevoli di esprimere dei giudizi positivi sull’operato del presidente (in America sta facendo discutere il caso di Jeanine Pirro, la conduttrice televisiva di Fox News sospesa per aver agitato delle perplessità attorno al patriottismo di una neoeletta deputata musulmana. The Donald difende la presentatrice a spada tratta, ndr).



Ricapitolando, dunque, ce n’è per tutti.

Quasi come se la casa di un’intera Nazione fosse in fiamme, per utilizzare un linguaggio parecchio in voga negli ultimi giorni.

Di colpo però la calma, la prudenza, quella che ci si aspetterebbe da una persona ragionevole, pacata, moderata.

Da un soggetto, cioè, che sembra il ritratto alla rovescia del Trump di sempre.

«Non c’è nessuna ascesa globale di nessun suprematismo bianco».

Questo il suo punto, a voler essere buoni tiepido, sulla questione terrorismo, Nuova Zelanda, moschee e Islam.

Perché?

Perché all’improvviso un atteggiamento così cauto, quasi rispettoso, incredibilmente politically correct?

Verrebbe da pensare persino ad una sorta di ossequio nei confronti di un’estrema destra grazie alla quale Trump le elezioni presidenziali del 2016 le ha addirittura vinte.

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