Usa, Trump ha scelto il capo del Pentagono: è un manager e non ha mai fatto il militare

Usa, Trump ha scelto il capo del Pentagono: è un manager e non ha mai fatto il militare
di Flavio Pompetti
Lunedì 24 Dicembre 2018, 09:00 - Ultimo agg. 14:01
3 Minuti di Lettura
NEW YORK - Natale casalingo per Donald e Melania alla Casa Bianca. Trump ha cancellato i piani di vacanza nella sua tenuta di Mar a Lago, in Florida, e la moglie che era già partita venerdì, ha fatto ritorno nella capitale insieme al figlio Barron, come a sottolineare l'emergenza del momento. La festa è rovinata dal blocco della spesa federale, e dalle più recenti defezioni, a cominciare da quella del ministro per la Difesa Jim Mattis.

L'ex generale, eroe delle campagne militari nel Medio Oriente, aveva offerto di guidare la fase di transizione fino a fine febbraio, data di scadenza naturale del suo mandato, nella stessa lettera nella quale annunciava che il presidente «ha diritto ad avere nella mia posizione qualcuno più allineato alle sue idee». Trump ha reagito ieri con un gesto di stizza: ha chiesto a Mattis di lasciare il suo ufficio al Pentagono tra una settimana per far posto all'uomo che lo sostituirà provvisoriamente. Il ministro ad interim sarà Patrick Shanahan, attuale vice nello stesso dicastero.
 
La nomina pone fine all'attesa di chi si domandava quale altro capo militare, dopo la triplice defezione di Flynn, McMaster, Kelly e Mattis, fosse ancora disposto a collaborare con il presidente, e a tollerarne le intemperanze e le decisioni impulsive. La modalità conferma una tendenza emersa nel corso delle più recenti crisi istituzionali degli ultimi mesi: Trump si fida sempre meno del suo entourage, e preferisce rimpiazzare chi abbandona con incarichi provvisori che gli diano l'opportunità di giudicare la qualità del rapporto, e che allo stesso tempo tengano sulla corda gli amministratori che lo circondano. Provvisorio a questo punto è l'incarico affidato a Mike Whitaker alla poltrona per la giustizia, così come quello di Mick Mulwaney, capo di gabinetto dopo l'abbandono di John Kelly.

Shanahan non viene dai ranghi militari, ma è un tecnico dell'amministrazione, come spesso accade per la funzione di vice ministro. La sua carriera si è svolta tutta nel settore privato, tra la Boeing e la General Motors. L'improvvisa promozione al vertice del ministero gli impone ora una rapida immersione nel ruolo di stratega. Avremo modo di osservarlo nella sua nuova veste tra due mesi in occasione della riunione ministeriale della Nato a Bruxelles. Negli ultimi due anni è stato lo stesso Trump in realtà a irrompere clamorosamente sulla scena degli incontri dell'Alleanza Atlantica con le accuse di inadempienza fiscale dirette agli alleati. Alle sue spalle Mattis ha puntualmente ricucito gli strappi con tatto e diplomazia, due elementi che potrebbero venire a mancare ora che il presidente degli Usa di fatto sembra avocare nelle sue mani le responsabilità della difesa del suo paese.

Trump ha rinunciato agli sfarzi della sua Versailles floridiana e alle partite di golf, quindi ha molto più tempo per twittare. Ieri ha scritto di un suo nuovo colloquio con Tayyip Erdogan sul ritiro delle truppe Usa dalla Siria; ha ribadito che gli alleati sono importanti, tranne quando si approfittano degli Usa, e ha tessuto le lodi di Shanahan, che non ha mai incontrato. In tv i suoi ministri Mulwaney e Mnuchin sono accorsi a rassicurare prima della riapertura dei mercati, che il presidente non ha l'intenzione di licenziare il direttore della Fed, Jerome Powell.
© RIPRODUZIONE RISERVATA