Venezuela, il golpe che non c’è stato. E Trump avverte: «Il peggio deve ancora venire»

Venezuela, il golpe che non c’è stato. E Trump avverte: «Il peggio deve ancora venire»
di Luca Marfé
Giovedì 2 Maggio 2019, 10:27 - Ultimo agg. 12:47
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Il Venezuela di Nicolás Maduro è in ginocchio e con le ossa rotte.
Per Donald Trump, però, «il peggio deve ancora venire».

Giornate di rivolte e di rivolte mancate, con il leader dell’opposizione Juan Guaidó che prima suona la carica, poi ammette la caduta nel vuoto dell’appello rivolto ai militari che restano fedeli al regime, poi ancora insiste sulla necessità di una protesta permanente.

Protesta che, giunta oramai nella sua fase finale, potrebbe assumere dei connotati di forte agitazione.
Del resto, non sono mancate le violenze, come evidenziato dalle statistiche che tracciano un quadro di cento e più feriti e, soprattutto, dalle immagini che ritraggono i blindati dell’esercito venezuelano mentre fanno breccia tra le prime file dei manifestanti.



Un Paese in guerra contro se stesso al cospetto di un momento storico che si fa fatica a descrivere. Con il “vicino di casa” più ingombrante ogni giorno un po’ più spazientito.

«È terribile. La gente ha fame, le persone stanno letteralmente morendo di fame. Non c’è cibo, non c’è acqua e qualcuno vorrebbe imputare la colpa a noi».

Le parole sono di Trump, il “qualcuno” è Maduro che come sempre grida al colpo di Stato orchestrato dalla solita, e soltanto perennemente presunta, regia a stelle e strisce.



Pur volendo dare credito alla stanca tesi anti-americana, il disastro socialista è cosa assai più antica dei tumulti di questi giorni. E affonda le sue radici in vent’anni di persone e di politiche sbagliate.

Ma mentre l’erede di Chávez celebra l’ennesima vittoria farsa di un popolo oramai distrutto, il numero uno della diplomazia di Washington, quel Mike Pompeo che di diplomatico non ha nulla, agita lo spettro di un intervento militare.

«Se sarà necessario, gli Stati Uniti andranno in guerra».

E a lui fanno eco i vertici del Pentagono: «Abbiamo un piano pronto per qualsiasi ipotesi. Qualsiasi».

Alle scintille yankee corrispondono i fastidi russi. Con Putin che avverte: giù le mani da Caracas.

L’effetto domino di un’eventuale iniziativa è oggettivamente incalcolabile e sarebbe in ogni caso drammatico.
Il protrarsi (l’incancrenirsi) di questa situazione, però, potrebbe scavare una fossa ancor più profonda per un Venezuela quasi morto.

In attesa di un peggio annunciato a scena aperta, colpisce infine il silenzio di Papa Francesco.
Che certe latitudini dovrebbe averle cucite sul cuore.

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