Frequentava locali gay, si dimette il segretario dei vescovi Usa: spiato sull'app

Frequentava locali gay, si dimette il segretario dei vescovi Usa: spiato sull'app
Frequentava locali gay, si dimette il segretario dei vescovi Usa: spiato sull'app
di Flavio Pompetti
Venerdì 23 Luglio 2021, 07:30 - Ultimo agg. 16:02
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Colpito e affondato. Il segretario del Conferenza dei vescovi statunitense, Jeffrey Burrill, ha rassegnato le dimissioni dopo la pubblicazione da parte del giornale dell'ala conservatrice della chiesa, The Pillar (il pilastro), di un articolo che aveva rivelato la sua frequentazione quotidiana di una app di incontri gay, Grindr, e un resoconto millimetrico dei suoi spostamenti tra gay bar e una sauna di Las Vegas. La rivista ha usato enorme disinvoltura nel raccogliere le prove, e altrettanta sfrontatezza nel pubblicarle senza alcun velo. In altre parole, ha lanciato un atto di ostilità senza precedenti, in una guerra che sta valicando ogni confine e sembra diretta verso l'unico esito possibile: uno scisma. 

La polarizzazione all'interno della chiesa cattolica statunitense tra progressisti e conservatori è stata per anni un tarlo malamente tenuto nascosto e che è venuto progressivamente a galla dopo l'elezione di Papa Francesco.

In Europa la contrapposizione si è fatta sentire con le accuse a Bergoglio levate dall'ex nunzio Viganò, e con le posizioni revisioniste espresse dal cardinale guineano Robert Sarah. Negli Stati Uniti, il movimento è molto vasto. Rappresenta una larga maggioranza all'interno della Conferenza dei vescovi, della quale Burrill era stato chiamato ad essere segretario appena otto mesi fa nella veste di un progressista moderato.

Burril è un semplice prete, ma la carica faceva di lui il più potente tra i non porporati, tanto da meritarsi l'appellativo di Monsignore. I conservatori l'hanno scelto come bersaglio per via della ricattabilità della sua vita privata, ma anche per dare un segnale forte di belligeranza, che arrivi diritto alle orecchie di Francesco. Un mese fa la Conferenza aveva già lanciato un guanto di sfida quando, in contravvenzione al parere del Papa che aveva consigliato prudenza, aveva messo ai voti la decisione di comporre un testo che specificasse i precetti religiosi ai quali ci si deve attenere per potersi avvicinare ai sacramenti. La misura era stata interpretata come una minaccia di scomunica contro il presidente Joe Biden, noto avvocato del diritto di scelta per le donne in tema di aborto, ma la conferenza ha finito per rinnegarla, al termine di un breve braccio di ferro con il Vaticano. 

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La settimana scorsa è arrivata poi la goccia che ha fatto colmare il vaso della pazienza per i conservatori. Bergoglio ha diramato presso tutti i vescovi un motu proprio con il quale annulla la liberalizzazione della messa in latino reintrodotta da Benedetto XVI e specifica che la pratica può essere condotta solo in casi eccezionali e motivati. La questione è una delle più divisive all'interno della chiesa cattolica, da quando il concilio Vaticano secondo abolì la sacralità di una liturgia celebrata in una lingua non più al passo con i tempi. I conservatori hanno sempre temuto la modernizzazione dell'intera dottrina ecclesiastica che si nascondeva dietro la decisione. Il vescovo Marcel Lefebvre spinse la contestazione fino alla scomunica, e i suoi seguaci sono stati perdonati da Benedetto solo 18 anni dopo la sua morte. La missiva con la quale Francesco intende ribadire la centralità del Concilio del 1962 ha fatto di nuovo riaccendere la polemica, che negli Usa è diventata rovente. È così che i collegamenti di Biller sul sito Grindr sono arrivati sulla pubblica piazza. L'omosessualità è condannata dal Vaticano anche dopo la famosa frase - «Chi sono io per giudicare in materia?» - pronunciata dal pontefice. Da ieri il vessillo omofobo è anche una delle armi di una guerra che esce dalle trincee e rischia di diventare altrettanto pubblica e sicuramente dannosa in relazione alle possibili conseguenza per l'unità della Chiesa.

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