Viceministro sequestrato e ucciso
Bolivia sotto choc

Viceministro sequestrato e ucciso Bolivia sotto choc
di Paola Del Vecchio
Venerdì 26 Agosto 2016, 21:45
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Bolivia sotto choc per l’uccisione del viceministro degli Interni, sequestrato e linciato mentre tentava una mediazione con i minatori in rivolta. Rodolfo Illanes, 58 anni, è stato picchiato a morte, «ucciso in maniera vigliacca e brutale», ha dichiarato il ministro bolivariano degli interni, Carlos Romero. «Il nostro profondo dolore si unisce allo sconforto dei famliari», ha aggiunto. Illanes era stato inviato per aprire una via di dialogo con  minatori ‘cooperativsti’ in sciopero, protagonisti da maggio nella regione di Panduro, a 180 km da La Paz, di blocchi e duri scontri con le forze armate, contro la riforma che introduce le organizzazioni sindacali nel settore, varata dal governo di Evo Morales. Il viceministro degli interni era stato preso in ostaggio ieri mattina, dopo una battaglia fra i manfestanti e la polizia, nella quale era rimasto ucciso da uno sparo Ruben Aparaya, di 26 anni, membro della Cooperativa mineraria Viloco, la terza vittima dall’inizio delle proteste. Un “sequestro inaudito” nelle lotte sindacali bolvariane, come sottoliano i media locali. Durante la giornata, l’avvocato di 58 anni rapito aveva chiamato varie volte i colleghi per chiedere che la commissione di autorità, che esigevano i minatori, andasse a liberarlo. Poi ha interrotto le comunicazioni, mentre la polizia rimuoveva i blocchi stradali effettuati dai manfestanti. 

Dopo gli scontri, la notizia della morte dell’esponente del governo era stata anticipata dal giornalista Mosé Flores, che seguiva le trattative, a Radio Erbol: «Ci siamo recati dove sapevamo che i minatori trattenevano il viceministro e abbiamo trovato il corpo di Illanes senza vita. Siamo molto impaurti, dall’inizio delle proteste sono stati uccisi alcuni minatori e ora la situazione è precipitata». Il capitano Freddy Bobarin, aiutante del viceministro riuscito a scappare alla furia dei manifestanti, ha raccontato che la situazione era tesa ma non violenta, fino a quando i minatori non hanno appreso della morte del loro compagno Aparaya e, furiosi, si sono scagliati contro i due funzionari trattenuti. Poi, il lancio di un pietra ha scatenato il linciaggio.

Il settore cooperatvista è uno dei pù aggressvi e organizzat della Central Obrera Bolivariana ed esige l’abrogazione di una legge approvata di recente che pone limiti al funzionamento delle cooperative e apre la porta alla rappresentanza sindacale. Un’inizatva che il settore considera pregiudiziale per i propri interessi: «Non volgiamo sndacati nel nostro settore cooperativo. Siamo tutt soci e non abbamo un rapporto di padrone a operaio”, ha sostenuto il vicepresidente della Confederazione Nazionale di Cooperative di Bolivia, Albino Garcia. Quello minerario è uno dei settori più colpiti dalla crisi in Bolivia, per la perdita di grandi investimenti. Ma quello cooperativista, chiamato “minerario di sopravvivenza”, che impiega circa 100mila persone e prevede la concessione di giacimenti di proprietà collettiva,  nasconderebbe interessi di gruppi che sfruttano i lavoratori e pagano salari irrisori. “Il governo non lascerà impuniti i criminali colpevoli” dell’assassinio del viceministro, ha detto fra le lacrime al canale Red Uno il ministro della Difesa Reymi Ferreira. La polizia ha già arrestato un centinaio di minatori, mentre il Paese teme l’escalation di violenza.  Il presidente Evo Morales si è detto «profondamente scosso» dalla notizia della morte di Rodolfo llanes.
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