Victoria's Secret nella bufera, gli "Angeli" raccontano il loro inferno: «Palpeggiate e molestate»

Victoria's Secret nella bufera, gli "Angeli" raccontano il loro inferno: «Palpeggiate e molestate»
Victoria's Secret nella bufera, gli "Angeli" raccontano il loro inferno: «Palpeggiate e molestate»
di Silvia Natella
Lunedì 3 Febbraio 2020, 13:51 - Ultimo agg. 15:07
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Sono "gli angeli" più famosi della passerella, eppure la vita delle modelle di Victoria's Secret appare - alla luce dei recenti avvenimenti - un inferno. La metafora riempie tutti i giornali del mondo perché le bellissime e statuarie ragazze simbolo del brand americano di lingerie e prodotti di bellezza sembrano aver attraversato gironi danteschi più che ambienti lussuosi e paradisiaci. Un'inchiesta del "New York Times" ha portato a galla i loro "segreti" e le molestie sessuali subite.

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Fondato nel 1977 dagli imprenditori Roy Raymond e Gaye Raymond, che si ispirarono alla longeva regina Vittoria, il brand ha lanciato modelle bellissime sul panorama internazionale. Arrivare a sfoggiare capi di Victoria's Secret è il sogno di molte ragazze ed è difficilissimo. Tra piume, ali, pailettes, diete ferree ci sono bullismo, molestie e lo spettro della misoginia. Modelle, impiegati e oltre 30 dirigenti hanno denunciato due uomini a capo dell'azienda: Ed Razek e Leslie Wexner. 

Dalla denuncia è partita l'inchiesta, con documenti e atti giudiziari dati poi alla stampa. Ed Razek, 71 anni, responsabile del marketing di L Brands, società che include il marchio Victoria's Secret, è stato accusato di avances pesanti alle modelle. Le palpeggiava durante le sfilate, le molestava e se loro provavano a ribellarsi non lavoravano più.  Andi Muise ha raccontato che dopo il suo rifiuto Victoria's Secret ha smesso di chiamarla per le sfilate di moda. 

Leslie Wexner, 82enne fondatore e amministratore delegato di L Brands, è finito sotto accusa per complicità e per essere passato sopra gli abusi di Razek. «Era un comportamento radicato, - ha detto Casey Crowe Taylor, ex dipendente di pubbliche relazioni presso Victoria's Secret - il loro era un atteggiamente accettato come normale, consueto. In quell'ambiente ti facevano una specie di lavaggio del cervello. E chiunque abbia provato a fare qualcosa al riguardo non è stato semplicemente ignorato, è stato punito».

E Wexner non copriva soltanto l'amico potente, ma era anche legato a Jeffrey Epstein, l'uomo arrestato per abusi sessuali e traffico internazionale di minori e morto misteriosamente in carcere presso il Metropolitan Correctional Center di New York il 10 agosto scorso. Victoria's Secret è così rimasta travolta dal ciclone mediatico e non è bastato che uno dei due uomini non lavori più e l'altro sia prossimo alla pensione. 

Tammy Roberts Myers, portavoce di L Brands, ha rilasciato una breve dichiarazione a nome dell'azienda. «Ci rammarichiamo», ha affermato, mentre Razek in una mail respinge le accuse: «Sono categoricamente false, fraintese o fuori contesto. Sono stato fortunato a lavorare con innumerevoli modelle di livello mondiale e professioniste dotate, e sono orgoglioso del rispetto reciproco».
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