Volontario Onu napoletano trovato morto in casa: l'ombra lunga dei narcos

Volontario Onu napoletano trovato morto in casa: l'ombra lunga dei narcos
di Paolo Barbuto
Venerdì 17 Luglio 2020, 07:43 - Ultimo agg. 09:47
4 Minuti di Lettura

Mario Paciolla, volontario dell'Onu è stato trovato morto mercoledì mattina nella sua stanza a San Vicente de Caguan in Colombia. Napoletano del Rione Alto, aveva 33 anni, una trascinante voglia di dedicarsi agli altri e la nuova sfida colombiana da affrontare con entusiasmo: team della squadra Onu per favorire il raggiungimento di una pace duratura in un territorio complicato. E forse proprio la determinazione nel condurre quella missione gli è costata la vita, la polizia locale dopo una prima ipotesi di suicidio, adesso ha aperto un'indagine per omicidio.

LA VIOLENZA
I primi soccorritori sono giunti di buon mattino nella casetta senza intonaco alla periferia di San Vicente, barrio Villa Ferro, case povere ma gente sempre sorridente e pronta ad aiutare gli altri. La squadra Onu aspettava Mario per iniziare il lavoro, quel napoletano allegro non aveva mai tardato, sono andati a chiamarlo, l'hanno trovato morto, le vene dei polsi squarciate. Così di primo acchito tutti hanno pensato a un suicidio. Tutti ma non gli investigatori che hanno aperto un'indagine per omicidio e hanno iniziato a fare domande. I compagni di lavoro hanno spiegato che il ragazzo italiano negli ultimi tempi era sempre più pensieroso e preoccupato, sensazioni confermate anche dalla famiglia a Napoli, anche perché il suo ruolo nel complicato percorso verso la pace s'era fatto estremamente impegnativo e lo aveva portato troppo in vetrina.

LA MISSIONE
L'Onu in Colombia ha una precisa missione, quella di favorire un processo di pacificazione rispetto a una guerra mai dichiarata eppure lacerante. Tutto nasce a fine 2016 quando il presidente colombiano Santos e il generale della guerriglia Farc, Timochenko, firmano un accordo di pace favorito da Raùl Castro. Dopo 50 anni di guerra interna la Colombia avrebbe dovuto ritrovare la serenità. Invece serenità e pace si sono lentamente allontanate. Il mondo della malavita che gestisce il traffico di cocaina e che un tempo era sottomesso al Farc, ha trovato terreno fertile per aumentare le coltivazioni e allargare il business del malaffare; le persone, soprattutto quelle dei territori più disagiati, hanno aderito alle modalità criminali entrando in conflitto con il Governo centrale che non è riuscito a a trovare una mediazione e si è rivolto all'Onu.

LEGGI ANCHE Collaboratore Onu originario di Napoli trovato morto in Colombia: ferite da taglio sul corpo

GLI INCONTRI
L'organizzazione mondiale ha predisposto un progetto capillare sul territorio, inviando anche nei luoghi più remoti squadre di mediatori. La questione è delicata perché gli ex guerriglieri Farc sono nel mirino delle bande criminali che in totale, fino ad ora, hanno ucciso 199 persone. La regione di Caquetà è al quarto posto per numero di omicidi; si tratta del territorio dove operava Paciolla. Mario era tornato a Napoli per Natale poi aveva preso subito i bagagli per tornare in Colombia dove il lavoro dava buonissimi frutti. Però poi è arrivata la pandemia e le cose sono profondamente cambiate: tutta l'attenzione, compresa quella delle forze dell'ordine e degli operatori Onu, è stata concentrata sugli aiuti ai bisognosi, la malavita ne ha approfittato ed è scaturito un nuovo periodo di dolore e sangue. Sono cresciute le attività criminose e gli omicidi. Però Mario Paciolla non ha mai mollato. Conclusa la fase emergenziale del Covid-19 ha cercato di riprendere il filo del discorso di pacificazione lasciato in sospeso. Qualche giorno fa ha personalmente accompagnato il sindaco di San Vicente, Julian Perdomo, e il governatore della regione di Caquetà, Arnulfo Gasca, presso molte comunità rurali con le quali avviare processi di allontanamento dal mondo della malavita per ripartire con progetti di rilancio agricolo ed economico, favoriti dal Governo e garantiti dall'Onu, da persone come Mario Paciolla. Proprio dopo questi ultimi incontri sembra che il napoletano si fosse rabbuiato e avesse detto a mezza voce di non sentirsi più sicuro.

LE MINACCE
Il portavoce del municipio di San Vicente, Jesús María Escobar Martínez, ha portato le condoglianze della comunità ma non si è sbilanciato sulle indagini che vengono condotte dalla polizia.

I media locali sono avari di dettagli perché è stato chiesto alla stampa di mantenere un profilo basso sulla vicenda. Nelle ultime ore, però, l'emittente Rcn Radio ha aggiornato le notizie sulla morte di Mario Paciolla ipotizzando che fosse stato oggetto di minacce e parlando definitivamente di indagini della polizia per chiarire le cause dell'omicidio. La parola suicidio è stata cancellata, quei tagli sui polsi Mario non se li sarebbe procurati da solo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA