Usa, incidente razziale a Washington: ancora un cappio in un museo

Il cappio-simbolo in una manifestazione del 2012
Il cappio-simbolo in una manifestazione del 2012
Domenica 18 Giugno 2017, 16:57 - Ultimo agg. 19 Giugno, 12:43
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Un cappio, il terzo in poche settimane a Washington. Sale la tensione: la polizia indaga sulla nuova scoperta, davanti alla National Gallery of Art, che si somma ai cappi rinvenuti il 26 maggio vicino all'Hirshhorn Museum e il 31 maggio dentro il National Museum of African American History and Culture. Tutti e tre i musei sono al National Mall, che collega il Capitol Hill con il Monumento di Washington. I cappi sono simboli dell'era di Jim Crow e della segregazione negli stati del sud (cui si riferisce la foto, in una manifestazione del 2012). E i ripetuti incidenti di Washington mostrano come la tensione razziale resti alta negli Stati Uniti e nella capitale, dove regna un clima di incertezza e spaccatura politica. L'esempio più recente è la sparatoria al campo dei baseball del Congresso ad Alexandria, vicino Washington: il killer ha ferito cinque persone, fra i quali gravemente il deputato repubblicano Steve Scalise, e aveva in tasca i nomi di almeno altri tre politici.

Gli incidenti dei cappi a Washington seguono quello simili verificatisi in alcuni college americani.
Due persone sono state accusate lo scorso mese di crimini d'odio per aver appeso un cappio in una scuola media del Maryland. Un altro cappio è stato rivenuto a Port of Oakland in California. In maggio alcune banane sono state trovate appese a un cappio di un campus nel giorno in cui la prima donna afroamericana nella storia dell'università assumeva l'incarico di presidente. Un caso quest'ultimo che aveva spinto l'Fbi a scendere in campo per aiutare le autorità dell'università nelle indagini. Episodi tutti condannati dall'associazione Naacp, National Association for the Advancement of Colored People, che ha chiesto al presidente Donald Trump di intervenire. In risposta ai cappi nella capitale, il sindaco di Washington Muriel Bowser ha ribadito che la città non «tollera segni di odio, ignoranza e paura. Non prenderemo questi incidenti alla leggera, e non accetteremo che segni di odio diventino segni dei nostri tempi». 
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