Cinque campani ai vertici 007:
l'intelligence parla napoletano

Cinque campani ai vertici 007: l'intelligence parla napoletano
di Valentino Di Giacomo
Domenica 24 Gennaio 2021, 09:31 - Ultimo agg. 25 Gennaio, 13:10
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Due napoletani, due casertani e un salernitano: la metà dei componenti nella struttura di comando dei Servizi segreti italiani arriva dalla Campania. Sono cinque i campani tra i direttori e vicedirettori delle varie agenzie di intelligence a cominciare dal napoletano Gennaro Vecchione a capo del Dis, la struttura centrale che governa gli 007. Strutture delicatissime con incarichi spesso svolti nell'ombra e - preferibilmente - lontano dai riflettori dei media. Ruoli cruciali nel contrasto al terrorismo, alle nuove e sempre più pericolose minacce cibernetiche, alle acquisizioni aggressive di settori vitali del nostro tessuto economico. Con la nomina di venerdì scorso dell'aversano Luigi Della Volpe a vice dell'Aise si è aggiunto ancora un altro campano. Un segnale ulteriore dell'eccellenza rappresentata dalle scuole di formazione militari - su tutte la Nunziatella - e delle accademie delle forze dell'ordine sul territorio. Un background di efficienza che viene poi riscontrato in tutti i settori apicali nei Comparti di sicurezza del Paese.


IL CAPO
Il napoletano Vecchione si è formato proprio alla Nunziatella di Napoli dove si è diplomato nel 1978. Poi la lunga trafila nella guardia di finanza che lo ha portato a raggiungere il massimo grado. Due anni fa, nel dicembre del 2018, Vecchione viene scelto dal premier Giuseppe Conte alla guida del Dis, il Dipartimento che controlla tutta la complessa e articolata macchina dei Servizi. Fino ad ora Vecchione si è interfacciato direttamente con Conte che - come consente la legge 124 che regola la governance degli 007 - aveva deciso di non avvalersi di un'autorità delegata. Venerdì scorso è invece giunta, dopo lunghe polemiche nella maggioranza, la nomina dell'ambasciatore Piero Benassi che gestirà i rapporti tra il governo e l'intelligence. Non sarà complesso gestire le interlocuzioni perché - viene spiegato - Vecchione e Benassi hanno da tempo un rapporto di reciproca stima.


I VICE
Sempre dalla Finanza arriva Luigi Della Volpe, di fresca nomina nell'Aise guidato da Giovanni Caravelli. Si tratta dei Servizi che monitorano le minacce per l'Italia che arrivano dall'estero. Della Volpe, originario di Aversa, ha svolto una lunga trafila tra le «barbe finte» passando anche dall'Aisi, l'agenzia per la sicurezza interna. Un profilo spiccatamente operativo soprattutto per il controspionaggio e la controproliferazione. Brutalmente un «uomo d'azione» più che un dirigente da scrivania. Una capacità sul campo acquisita nelle complesse indagini svolte anche alla guida delle Fiamme Gialle di Napoli. Un agente segreto a tutto tondo se si pensa che sul web non è neppure più possibile rintracciare una foto di Della Volpe, probabilmente per non compromettere il suo lavoro nei teatri operativi. La sua nomina è sembrata la naturale conseguenza dei successi trascorsi al punto che è stata assecondata non solo dalla struttura, ma anche dalle forze politiche di maggioranza e opposizione oltre che dai principali partner internazionali dell'Italia. Anche per Della Volpe tutto è partito dalla Scuola Nunziatella.
Tra i vice dell'Aise c'è anche il salernitano Angelo Agovino.

Generale di corpo d'armata dei carabinieri, è stato nominato dal Governo nel giugno del 2019. Classe '57, anche Agovino è stato allievo della Nunziatella. Prima di ricevere il delicato incarico era a capo del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei carabinieri. Un ufficiale di lungo corso apprezzato dentro e fuori dalla struttura dell'intelligence.


IL MILITARE
Vicedirettore del Dis, l'autorità centrale dei Servizi, c'è un altro casertano, Carmine Masiello da Casagiove. Anche qui si tratta di un profilo marcatamente operativo perché Masiello, da Generale dell'Esercito, ha svolto importantissime missioni in quasi ogni teatro di guerra del mondo: dal Kurdistan alla Bosnia, dalla Somalia all'Afghanistan. Alle capacità operative il Generale salernitano ci ha aggiunto ben tre lauree. A chiudere il cerchio, stavolta all'Aisi, c'è invece il superpoliziotto Vittorio Pisani, indimenticato capo della Squadra mobile di Napoli che conseguì gli arresti dei principali boss della camorra. Non è napoletano, ma calabrese. Avendo operato a Napoli a partire dai 23 anni d'età è però certamente un napoletano d'adozione.
 

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