18App, per il 2023 si torna al passato: 500 euro per tutti. Ne beneficeranno i nati nel 2004

Il governo chiede la fiducia alla Camera, il voto finale entro la mattinata di domani

18App, per il 2023 si torna al passato: 500 euro per tutti
18App, per il 2023 si torna al passato: 500 euro per tutti
di Luca Cifoni
Venerdì 23 Dicembre 2022, 00:07 - Ultimo agg. 17:26
5 Minuti di Lettura

18App, il bonus cultura per i diciottenni, funzionerà anche il prossimo anno con le attuali regole, a beneficio dei nati nel 2004. Il nuovo modello voluto dal governo Meloni, basato su due nuove carte giovani legate rispettivamente a situazione economica della famiglia e voto della maturità, partirà di fatto nel 2024, con una dote ridotta da 230 a 190 milioni. È questa la principale novità emersa dal ritorno in commissione della legge di Bilancio, dopo il via libera per l’aula. Il calendario resta quello fissato: ieri sul testo della commissione è stata posta la questione di fiducia (che sarà votata stasera) mentre il sì finale ci sarebbe nella mattinata di sabato, vigilia di Natale.

Manovra, il testo torna in Aula alla Camera. Proteste dell'opposizione

IL PASSAGGIO

Il nuovo passaggio in commissione era stato motivato soprattutto dalla necessità di correggere l’apparente errore relativo ai 450 milioni destinati ai Comuni e privi di copertura finanziaria.

Il relativo emendamento figurava al primo posto della lista di norme da rivedere redatta dalla Ragioneria generale dello Stato. Una procedura non insolita, soprattutto quando la stesura finale della manovra è frenetica: errori formali si aggiungono a coperture insufficienti e devono intervenire i tecnici del Mef a rifare ordine nel testo. Stavolta i rilievi riguardavano in tutto 44 emendamenti, da riformulare in vario modo. Nell’elenco anche temi rilevanti e al centro della polemica politica, come appunto la trasformazione del bonus 18App in carta per i giovani e la proroga della possibilità di smart working per i lavoratori fragili. Particolarmente delicato il tema dei 500 euro per i diciottenni, oggetto di scontro nei giorni scorsi tra maggioranza e opposizione, con quest’ultima che lamentava l’azzeramento delle risorse per il 2023. In realtà l’effetto dell’intervento della Ragioneria, come precisato in commissione dal sottosegretario all’Economia Freni, è stato di lasciare l’attuale impianto (e la relativa dotazione finanziaria di 230 milioni) ancora per un anno. Dunque i ragazzi e le ragazze del 2004 potranno usufruire di libri, musica e spettacoli con le vecchie regole, senza il vincolo di un Isee non superiore a 35 mila euro e senza alcuna connessione con il voto di maturità. Le due nuove carte inizieranno ad essere utilizzare dal 2024 (dunque per i nati nel 2005, nell’anno successivo a quello del diciottesimo compleanno) e a disposizione ci saranno 190 milioni. Per quanto riguarda invece il lavoro agile, la norma introdotta alla Camera lo prorogava per 3 mesi solo per i lavoratori fragili e non per i genitori di ragazzi e ragazze fino a 14 anni. La Ragioneria è intervenuta per notare che il testo non prevedeva copertura per il personale della scuola (che va sostituito se non lavora in presenza). La nuova formulazione esplicita questi oneri in 15,9 milioni, andando a ricavare la somma da uno dei fondi di bilancio destinati alle esigenze indifferibili. Per il ministro della PA Zangrillo questa conferma parziale è un segnale di ritorno alla normalità. L’emendamento relativo ai contributi agli enti locali, che secondo la quantificazione del Mef comportava un onere aggiuntivo di 450 milioni, è stato stralciato. Ma anche su questo punto si è consumato uno scontro, perché l’opposizione (in particolare con Maria Cecilia Guerra) ha osservato che in realtà la copertura finanziaria ci sarebbe stata se le relative risorse non fossero state spostate su altre voci. Quindi secondo questa versione si sarebbe trattato di una decisione politica e non tecnica.

Intanto, mentre ancora la legge deve essere approvata (dopo il sì di Montecitorio ci sarà il passaggio al Senato prima di Capodanno) si inizia già a discutere di possibili aggiustamenti. Su alcune questioni rilevanti è intervenuto il sottosegretario al Lavoro Durigon. Il primo tema è Opzione donna, ovvero la possibilità per le lavoratrici di maturare il diritto alla pensione con 58 anni di età in cambio di un assegno calcolato con il meno favorevole sistema contributivo. Nel testo della manovra questa facoltà è stata limitata a disabili, persone impegnate nell’assistenza a parenti malati o dipendenti di aziende in crisi ed inoltre collegata al numero di figli delle interessate. Secondo Durigon è ancora possibile, in un futuro provvedimento a partire dal decreto Milleproroghe, trovare i soldi necessari a ripristinare la versione originaria. Quanto al reddito di cittadinanza, dopo l’abolizione del criterio di “congruità” dall’offerta di lavoro che se rifiutata fa decadere il beneficio, tutta questa procedura andrà comunque disciplinata in un decreto governativo. Durigon ha detto che sarà mantenuto un qualche criterio di distanza geografica: per cui - in base al suo stesso esempio - un laureato per non perdere il sussidio dovrà eventualmente accettare anche un posto da cameriere, ma non gli si potrà chiedere di spostarsi da Napoli a Trieste.

I FINANZIAMENTI

Sul fronte sanitario invece i sindacati dei medici lamentano il mancato anticipo dell’indennità di pronto soccorso e l’assenza del finanziamento per il piano oncologico nazionale. Nel caso specifico non sono le norme non sono state cassate dalla Ragioneria ma risultano non presentate, nonostante gli impegni presi dall’esecutivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA