25 aprile, Draghi: non fummo tutti brava gente, non scegliere è immorale

25 aprile, Draghi: non tutti italiani brava gente, non scegliere è immorale
25 aprile, Draghi: non tutti italiani brava gente, non scegliere è immorale
Domenica 25 Aprile 2021, 13:40 - Ultimo agg. 26 Aprile, 11:11
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«Nell'onorare la memoria di chi lottò per la libertà dobbiamo anche ricordarci che non fummo tutti, noi italiani, "brava gente"». Mario Draghi sceglie parole chiare e dal profondo significato politico nell'anniversario del 25 aprile 1945. Lo fa parlando da un luogo simbolo dell'occupazione nazifascista, il museo della Liberazione di via Tasso a Roma.

«In un momento in cui anche i musei riaprono mi auguro che molti giovani abbiano l'opportunità di visitare queste stanze e conoscere le storie dei combattenti per la libertà e capire fino in fondo il senso del loro sacrificio e comprendere che senza il loro coraggio non avremmo la libertà e i diritti di cui godiamo. Libertà e diritti che non sono conquistati per sempre e non sono barattabili con nulla, sono più fragili di quanto si pensi», sottolinea.

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«Non scegliere è immorale»

Il premier poi cita la senatrice Segre che «ha voluto che la scritta "Indifferenza" fosse messa all'ingresso del memoriale della Shoah di Milano per ricordarci che, insieme ai partigiani e combattenti per la libertà, vi furono molti che si voltarono dall'altra parte in cui - come dice lei - è più facile far finta di niente.  Dobbiamo ricordare che non scegliere è immorale per usare le parole di Artom.

Significa far morire, un'altra volta, chi mostrò coraggio davanti agli occupanti».

«Questa ricorrenza - continua Draghi - non deve invecchiare, non deve subire l'usura del tempo. Nel conoscere in profondità la storia di quegli anni, del fascismo e dell'occupazione nazista, saremo più consapevoli dell'importanza dei valori repubblicani e di come sia essenziale difenderli ogni giorno. Constatiamo inoltre, con preoccupazione, l'appannarsi dei confini che la Storia ha tracciato tra democrazie e regimi autoritari, qualche volta persino tra vittime e carnefici».

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«Questo è un luogo simbolo della nostra memoria nazionale. Via Tasso evoca, anche nei ricordi familiari, l'orrore dell'occupazione nazista, la ferocia delle dittature», ricorda Draghi parlando del museo della Liberazione, ricavato in quella che fu la prigione nazista durante l'occupazione. «Queste stanze che un tempo videro orrori da domani vedranno visitatori - speriamo anche molti giovani visitatori - che vogliono conoscere la storia d'Italia. È per questo che sono molto contento di celebrare con voi la festa della Liberazione in un luogo simbolo, sì del periodo più nero vissuto dalla nostra capitale, ma anche simbolo oggi della rinascita dell'Italia intera».

Con Draghi anche il ministro della Cultura, Dario Franceschini. Insieme, accompagnati dal presidente del museo Antonio Parisella, hanno visitato i tre piani del museo storico della Liberazione. In particolare il premier ha visto la sede del Servizio di sicurezza e della polizia di sicurezza tedeschi; la cella dove furono tenuti prigionieri Giuliano Vassalli e il tenente Arrigo Paladini e dove si trovano le testimonianze documentali dei prigionieri detenuti a via Tasso e uccisi alle Fosse Ardeatine e a Forte Bravetta e quelle del carcere di via Tasso. Al termine della visita, Draghi ha ascoltato la testimonianza di Modestino De Angelis, figlio di Gerardo De Angelis imprigionato in via Tasso e poi ucciso alle Fosse Ardeatine e, dopo un intervento, prima di lasciare il museo, firmerà il libro d'onore del museo.

«Con il presidente Draghi che ha scelto di ricordare il 25 aprile al Museo storico della liberazione di Via Tasso. Un gesto simbolico fortissimo e un discorso pieno di valori per ricordare il 25 aprile», scrive su twitter Franceschini postando una foto del discorso del presidente del Consiglio.

In mattinata si è tenuta la cerimonia per l'anniversario della Liberazione all'Altare della Patria con lo stesso Draghi e il capo dello Stato Mattarella. Poi, dalle 12 le celebrazioni al Quirinale alla presenza delle più alte cariche istituzionali: il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, il presidente della Camera, Roberto Fico, il premier Mario Draghi e il presidente della Corte costituzionale, Giancarlo Coraggio. Presenti anche rappresentanti dell'Anpi. 

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