​I 5Stelle si appellano al Colle: «Matteo ha perso la testa»

I 5Stelle si appellano al Colle: «Matteo ha perso la testa»
​I 5Stelle si appellano al Colle: «Matteo ha perso la testa»
di Alberto Gentili
Sabato 11 Maggio 2019, 07:20 - Ultimo agg. 12 Maggio, 15:30
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«Adesso a Salvini abbiamo tolto anche il giocattolo preferito...». Luigi Di Maio con il suo staff gongola soddisfatto. In poche ore, facendo gioco di squadra con il premier Giuseppe Conte e la ministra della Difesa Elisabetta Trenta, è riuscito a stracciare lo slogan più fruttuoso e sfruttato da Matteo Salvini. I «porti chiusi»: in un solo giorno sono sbarcati a Lampedusa e Augusta 136 migranti. Il leader della Lega, già colpito duro dall'offensiva grillina sul caso Siri e irritato dal «comando io, non Salvini» scandito ieri da Conte, non si limita a masticare rabbia e amarezza. Il ministro leghista reagisce ordinando il sequestro della nave Ong Mare Jonio, mettendo in mora con una lettera il premier e il ministro degli Esteri: «Sui rimpatri serve un salto di qualità, non posso fare tutto io».

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E soprattutto battezzando il decreto sicurezza-bis: un vero e proprio esproprio delle competenze del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli. «D'ora in poi il grillino potrà occuparsi solo di sicurezza della navigazione e di protezione dell'ambiente marino», festeggiano al Viminale, «sarà Salvini ad avere il potere di limitare o vietare il transito o la sosta nelle acque territoriali per ragioni di ordine e sicurezza pubblica». In poche parole: «Il mare lo controlla il ministero dell'Interno, nessun altro».

La reazione dei 5Stelle è alzare un muro di gomma. E spernacchiare Salvini: «Il leghista sta calando nei sondaggi e si inventa c.», dicono nell'entourage di Di Maio, «quel decreto non esiste, è la classica mossa della disperazione e in Consiglio dei ministri neppure arriverà: Mattarella non darà mai il via libera, visto che le regole proposte dal Viminale violano tutte le convenzioni e le regole del diritto internazionale».

Durissimi anche i commenti che filtrano da palazzo Chigi: «Salvini sembra ormai uno squilibrato, sta svalvolando perché in una settimana la Lega ha perso ben 6 punti nei sondaggi e il trend si è invertito. A questo punto può essere tentato di far cadere il governo sul tema dei migranti, aggirando disperatamente quello della questione morale, per provare a bloccare l'emorragia andando subito a elezioni. Del resto anche per noi comincia a essere un problema stare insieme a chi si comporta come un fascista». Ancora: «Ci aspettiamo che il Quirinale intervenga. Perché il decreto contiene evidenti elementi di incostituzionalità, non si possono scippare così le competenze di un altro ministero. E' roba da Ventennio. E perché non si è mai visto un decreto annunciato su Facebook, senza alcuna istruttoria collegiale. Qui è in gioco la credibilità delle istituzioni».

LA STRATEGIA GRILLINA
Insomma, è guerra nucleare. E a innescarla, nel tentativo di continuare la risalita nei sondaggi, è stato Di Maio decidendo di puntare al cuore della propaganda di Salvini: i porti chiusi, i migranti, appunto. L'azione è stata studiata nei minimi dettagli. «Una vera e propria manovra di accerchiamento», la definiscono gli uomini della comunicazione grillina, «per togliere a Salvini il monopolio del dossier-sbarchi». Tant'è, che giovedì la ministra Trenta ha dato il via libera al salvataggio di 36 migranti da parte della nave della Marina Cigala Fulgosi. E mentre Salvini protestava («non può accadere che il ministro dell'Interno chiude i porti e un altro ministro raccoglie i migranti»), Conte al vertice europeo in Romania è riuscito a ottenere «una redistribuzione preventiva» di alcuni naufraghi in Francia, Malta, Lussemburgo, Germania. Per poi lasciare ieri a Di Maio il compito di tirare le somme: «Senza sbraitare, senza minacciare il mondo, siamo riusciti a salvare la vita a quelle persone e a fare in modo che a occuparsene fosse l'Europa».

Il metodo Diciotti - Conte, Di Maio e Toninelli corsi ad autoaccusarsi di sequestro di persona per difendere dal processo Salvini - è insomma definitivamente archiviato. «La sudditanza psicologica, frutto di una lealtà non ripagata dalla Lega», come dice un collaboratore di Di Maio in versione psicanalista, «è definitivamente superata». Lo si capisce da alcune frasi di Conte. «Ci siamo sentiti con Salvini per la vicenda della Mare Jonio e siamo d'accordo sul sequestro. I migranti a bordo verranno fatti scendere e messi in sicurezza, ci mancherebbe altro. Mica li affoghiamo in mare...». E Di Maio, nella nuova versione di paladino dei diritti civili universali: «Sono veramente contento che quelle persone siano sbarcate, soprattutto perché c'erano due donne incinta e una bimba di un anno».

I 5Stelle non aprono però i porti tout court. I sondaggi rivelano che agli italiani gli sbarchi continuano a non piacere. Il metodo scelto è così una camminata sul filo da equilibrista: sì agli sbarchi solo da navi militari italiane, ma con intese a livello di singoli Paesi europei per la «redistribuzione. E linea dura con le navi Ong. Non a caso anche i grillini celebrano il sequestro della Mare Jonio e il suo equipaggio indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Salvini, colto in contropiede, reagisce inviando nel pomeriggio una lettera a Conte e al ministro Moavero. Una missiva dai toni garbati («caro Giuseppe...»), ma dal contenuto devastante per premier e responsabile degli Esteri. Il vicepremier leghista e ministro dell'Interno di fatto accusa i due di non aver fatto abbastanza per garantire il rimpatrio degli immigrati presenti in Italia. Chiede «un salto di qualità nella politica estera italiana» e «accordi bilaterali» con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori. «Un modo per richiamare tutti alle proprie responsabilità», spiegano al Viminale. Ma siccome che il populismo è soprattutto propaganda (non fatti) e tra 15 giorni ci sono le elezioni, i 5Stelle ribattono a brutto muso: «Salvini non faccia lo gnorri, la responsabilità è sua e non provi a nascondere i suoi fallimenti. Non aveva detto che avrebbe rimpatriato 600mila migranti in un mese?». Peccato che proprio il ministro dell'Interno, poco dopo, diffonde il testo del decreto sicurezza-bis. Un altro fronte è aperto. Un'altra ferita fa barcollare vistosamente il governo giallo-verde.
 

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