Adozioni, lo sfogo di Fontana: «Maschilista? Ma se il capo è mia moglie...»

Adozioni, lo sfogo di Fontana: «Maschilista? Ma se il capo è mia moglie...»
di Simone Canettieri
Lunedì 1 Aprile 2019, 07:29 - Ultimo agg. 08:00
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dal nostro inviato
VERONA Di prima mattina, a piazza Bra, tutti lo cercano. Dov'è Lorenzo Fontana? Gli amici e compagni della Lega, già Liga, mettono le mani avanti: «Non sarà alla marcia con noi, ma magari potete trovarlo alla messa lefebvriana». Il ministro della Famiglia, veronese doc, da un mese ormai è sott'attacco del M5S per il congresso mondiale che ha tanto voluto che si celebrasse qui, a Palazzo della Gran Guardia, vista sull'arena. E alla fine sabato si è preso anche la stoccata, in coabitazione con Matteo Salvini, del premier Giuseppe Conte per il caso adozioni.
Una polemica continuata ieri anche per bocca di Vincenzo Spadafora, sottosegretario grillino con delega alle Pari opportunità che gli ha rinfacciato di non fare abbastanza. Un'accusa, quella di adoperarsi poco per la famiglia, a cui Fontana risponde scuotendo la testa. E consegnando ai suoi collaboratori un ragionamento che suona così: «Le parole stanno a zero, i fatti dicono: 3miliardi investiti in bilancio per famiglia e disabilità, incentivi asili nido e assegni bebè aumentati, nuovo fondo famiglia da 100milioni di euro all'anno, 80milioni di euro di investimenti per la conciliazione famiglia lavoro, congedi di paternità fino a sei giorni, smart working per le madri lavoratrici».

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LA STOCCATA
Fontana in privato si è irritato per gli attacchi subiti dai grillini, ma allo stesso tempo commentando la tre giorni con i parlamentari a lui più vicini ha anche detto: «Questa fatwa è stata per i nostri amici 5 Stelle molto controproducente: alla fine ci hanno fatto pubblicità e noi abbiamo imposto i nostri temi. Dunque abbiamo vinto».
Con un pizzico di malizia, gli storici compagni di Fontana in queste battaglie, a partire dal monolite veneto, sottolineano anche un altro aspetto, finora inedito: «La senatrice Tiziana Drago ha avuto il coraggio di salire sul nostro palco, ma non è l'unica grillina a pensarla come noi sui valori della famiglia tradizionale. Anzi, al Senato la linea Di Maio-Spadafora è in netta minoranza, anche nel gruppo. Peccato che non lo possano dire apertamente». C'è poi un aspetto più personale di «Lorenzo» ribadito anche sabato durante il suo intervento: «Ho una moglie che lavora, una suocera che lavora, una sorella che lavora. Chi è sotto tutela sono io, come si fa a dire che io voglia tenere le donne a casa? Ma figuriamoci, stiamo facendo l'opposto. La verità è che loro - i grillini ndr - parlano e noi facciamo le cose. Mi dispiace delle offese subite da mia moglie e anche mia figlia, che ha 3 anni, è stata discriminata all'asilo». Lo scontro con i pentastellati in queste settimane è stato totale. Tutto è partito con il Patrocinio del governo alla manifestazione. «Stavo andando a parlare all'Onu di famiglia quando ho subito i primi attacchi: pazzesco». Alla fine il simbolo di Palazzo Chigi è scomparso dal manifesto ufficiale della kermesse (anche se a Verona ancora campeggiava in giro per la città), ma non quello del ministero della Famiglia, il dipartimento del leghista. E non a caso sabato, appena salito sul palco, Fontana è andato a toccarlo per prendersi l'applauso del pubblico. «Contro le critiche futili di questi giorni». Il ministro è amareggiato: «Mi è stata raddoppiata la scorta nella mia città, questo mi mette tristezza, ma vado avanti, non si molla. Non dobbiamo aver paura di dirci cristiani, padri e madri».
 

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