Afghanistan, Draghi al G20: «Emergenza umanitaria gravissima, mandato Onu per agire»

Afghanistan, Draghi al G20: «Emergenza umanitaria gravissima»
Afghanistan, Draghi al G20: «Emergenza umanitaria gravissima»
Martedì 12 Ottobre 2021, 17:01 - Ultimo agg. 13 Ottobre, 00:03
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La situazione è delicata. Molto. «C'è la consapevolezza che l'emergenza umanitaria è gravissima». Lo ha detto il premier Mario Draghi, in conferenza stampa al termine del G20 dedicato all'Afghanistan, definendo il vertice «soddisfacente e fruttuoso».

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«C'è gran disponibilità ad agire, c'è stata sostanzialmente una convergenza di vedute sulla necessità di affrontare l'emergenza unitaria», ha proseguito il premier, che ha aggiunto. «È stato toccato da tutti il problema dei diritti delle donne, di garantire loro il diritto all'istruzione e di non tornare indietro di 20 anni».

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«C'è stato un accordo - ha detto ancora Drgahi - , una grande disponibilità ad agire e una convergenza di vedute» sulla necessità di «affrontare l'emergenza umanitaria» in modo unificato attraverso «un mandato alle Nazioni Unite, di tipo generale, per il coordinamento della risposta e per agire anche direttamente».

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Putin e Xi - «Che io sappia», l'assenza di Vladimir Putin e Xi Jinping «non era dovuta» a «motivi particolari di politica estera».

Lo ha detto poi il premier. La loro assenza «è stato comunicata in anticipo» e «il coinvolgimento c'è stato moltissimo prima della riunione, che viene dopo l'Assemblea generale delle Nazioni Unite e il meeting dei ministri degli Esteri».

«Ne è valsa sicuramente la pena» di organizzare questo G20, che considero «un successo», «perché è la prima risposta multilaterale alla crisi in Afghanistan. Si è avuta più di una conferma che le Nazioni Unite saranno protagoniste di questa risposta», ha detto sempre il premier.

Gli altri temi - Draghi ha poi cambiato argomenti, Il governo scioglierà Forza Nuova? «La questione è all'attenzione nostra ma anche a quella dei magistrati che stanno continuando le indagini e formalizzando le loro conclusioni. Ora a questo punto noi stiamo riflettendo». Sui migranti «ho detto subito che» la proposta del presidente turco Recep Tayyip Erdogan di un coordinamento sul tema delle migrazioni «è una proposta interessante, ma bisogna che anche gli altri membri siano d'accordo. Ne parleremo nei prossimi giorni con gli altri membri. Siamo favorevoli al coordinamento di una risposta sulla migrazione internazionale, a partire da quello che sta succedendo da noi, che siamo stai lasciati molto soli». «Il coinvolgimento dei Paesi vicini è essenziale, è stato un punto sollevato subito soprattutto dalla Russia ma accettato da tutti. Bisogna che i paesi di contorno all'Afghanistan siano coinvolti in questa risposta in tanti modi», ha proseguito il premier ricordando che «centinaia di migliaia, forse milioni di migranti sono andati finire nei paesi vicini che, senza desiderarlo, si trovano coinvolti a gestire una realtà nuova che non è finita, perché le migrazioni continueranno. Per questo bisogna rispondete immediatamente».

 

«Il governo italiano ha assicurato l'uscita di 5mila persone dall'Afghanistan, anche la Germania ha fatto molto, e il Regno Unito. Tutti stanno cercando di ottenere dal governo dei talebani la possibilità che si organizzino dei corridoi» umanitari. C'è «questa consapevolezza diffusa che ci sia lì ancora gente che vuole uscire, e che sia nostra responsabilità prendersene cura. Molti di loro sono andati in Paesi vicini» e bisognerà «rintracciarli». «È una realtà complicata e in gran movimento, ma l'impressione è che la si voglia affrontare».

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