Aiuti Covid, le leggi lumaca: manca l'81% dei decreti attuativi

Aiuti Covid, le leggi lumaca: manca l'81% dei decreti attuativi
di Gigi Di Fiore
Giovedì 9 Luglio 2020, 11:00 - Ultimo agg. 14:00
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L'effetto annuncio, la comunicazione serale del premier Giuseppe Conte sui decreti per affrontare l'emergenza coronavirus è stato un deja vu anche l'altra sera. «Salvo intese» ed è passata in Consiglio dei ministri anche la bozza del decreto Semplificazioni. Ma cosa è successo, finora, dopo gli annunci? Perché le opposizioni continuano a lamentare che nulla si è visto dei decreti, soprattutto Rilancio e Cura Italia, spiegati dal premier Conte?

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Si chiamano «decreti attuativi». Sono una serie di provvedimenti amministrativi, curati di solito dai tecnici dei Ministeri, indispensabili ad applicare in concreto quello che le cornici dei decreti legge del governo prevedono. Insomma, il gap tra annuncio del decreto, seguito dai dibattiti parlamentari per far diventare legge entro 60 giorni i provvedimenti, e la reale applicazione deve essere saldato dall'intervento della burocrazia e dei tecnici. L'analisi accurata della fondazione Openpolis fa un bilancio sconfortante su quanto accaduto per i due decreti legge fondamentali negli interventi governativi sull'emergenza. Il decreto legge Rilancio, che prevede interventi per 50 miliardi di euro, quasi una legge di bilancio, al momento ha 73 decreti attuativi mancanti all'appello sui 103 previsiti. E si tratta anche delle indicazioni concrete su come applicare i bonus ristrutturazioni-sisma, o il credito d'imposta per gli adeguamenti degli ambienti di lavoro. Ma, nel panorama eterogeneo dei decreti attuativi mancanti sul decreto Rilancio, oltre il 27 per cento ha superato la data ultima fissata per l'adozione. E in questa condizione si trovano 20 dei 73 decreti attuativi mancanti: 6 di competenza del ministero dell'Economia, 4 delle Infrastrutture, 3 a testa di Cultura e Interno, 2 dell'Agricoltura e uno a testa di ministero del Lavoro e presidenza del Consiglio. Ma non è finita. Sempre nel fondamentale decreto legge Rilancio, altri 17 decreti attuativi sono di scadenza prossima e 36 hanno invece scadenza indefinita.

Tutto mentre il decreto Rilancio è ancora in discussione in Parlamento e deve diventare legge, per non decadere, entro il 18 luglio. Spiega la fondazione Openpolis: «Uno dei motivi per cui i Ministeri non approvano i decreti attuativi nei termini previsti è perché spesso il Parlamento deve ancora trovare la quadra sulla specificità delle proposte. I dettagli del bonus 110 per cento per ristrutturazione-sisma, ad esempio, sono stati al centro di un intenso dibattito parlamentare. Lo stesso vale per molti aspetti, da quelli economici a quelli pratici, degli altri provvedimenti attuativi».
 


Insomma, se non è chiara la cornice definitiva con la conversione in legge, i tecnici non rischiano di scrivere decreti attuativi e circolari che diventerebbero inutili. Fino a due settimane fa, anche l'altro decreto legge fondamentale negli interventi per l'emergenza coronavirus, il Cura Italia, aveva ancora difficoltà di attuazione: solo 16 su 36 decreti attuativi previsti erano stati adottati. Eppure, anche il Cura Italia negli annunci prevede interventi importanti, come i 600 euro riconosciuti ai professionisti con un calo di reddito del 33 per cento. Allargando la visuale a tutti i 13 decreti legge di maggiore importanza nell'emergenza coronavirus, si arriva alla necessità totale di ben 165 decreti attuativi che coinvolgono addirittura 17 diversi Ministeri. La parte del leone naturalmente la fanno i due decreti clou dell'emergenza: Rilancio e Cura Italia, che impegnano in totale circa 80 miliardi di interventi in bilancio. È il ministero dell'Economia, con la responsabilità di scrivere 36 decreti attuativi, il più impegnato in questa attività. Seguono Istruzione (13), Sviluppo economico (13), Lavoro (12), Cultura (11), Trasporti (10), Interno (10), Salute (8), Presidenza del Consiglio (8), Università e Ricerca (7). Secondo le analisi di Openpolis, riscontrate con i dati della Presidenza del Consiglio e della Gazzetta ufficiale, l'81 per cento dei decreti attuativi non è stato ancora adottato. Numeri all'apparenza freddi, che però spiegano ritardi e difficoltà delle risposte immediate all'emergenza coronavirus, come le casse integrazioni non finanziate subito o i bonus non tempestivi. Commenta Openpolis: «Mai come in questa fase la distanza tra comunicazione e realtà sembra ampia. La ripresa economica e sociale del Paese passa anche per la tempestiva azione del governo, che però si deve inevitabilmente conciliare con i tempi operativi di azione.
Questo nonostante la volontà di molti governi di emanare provvedimenti auto applicativi che non richiedono quindi l'utilizzo di decreti attuativi».

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