Alitalia, concessioni di nuovo sul tavolo: ma ora la maggioranza è divisa

Alitalia, concessioni di nuovo sul tavolo: ma ora la maggioranza è divisa
di Marco Conti
Venerdì 4 Ottobre 2019, 07:14 - Ultimo agg. 11:04
3 Minuti di Lettura

Il film è più o meno quello che Giuseppe Conte, e anche Luigi Di Maio, hanno vissuto con la Tav. Molte minacce, altrettante dichiarazioni, fino a quando la partita non è stata avocata a palazzo Chigi e si è scelta la strada più logica. Stavolta sulla graticole, nella più assoluta incertezza, c'è il destino dell'Alitalia e, di converso, quello delle concessioni autostradali. Il vice ministro allo Sviluppo Economico, Stefano Buffagni, parla di «ricatti» riferendosi alla lettera inviata da Atlantia al Mise di Paola De Micheli con la quale si critica il piano industriale attraverso il quale si dovrebbe rilanciare la Compagnia di bandiera. E che i due dossier, quello delle concessioni e quello di Alitalia, si intreccino non sorprende visto che si tratta di società quotata.

Alitalia, salvataggio in bilico: tensione tra governo e Atlantia che chiede garanzie su rotte e assetti

IL TERRITORIO
Quindi sul piatto ci sono anche le concessioni autostradali e ieri soprattutto di questo si è parlato durante il vertice convocato a palazzo Chigi da Giuseppe Conte e al quale hanno preso parte i ministri Gualtieri, Di Maio, Franceschini, Patuanelli e De Micheli. Il tempo stringe per Alitalia - il 15 ottobre è la data ultima per ufficializzare la cordata - mentre è scaduto quello che il governo si era dato su come rivedere o revocare le concessioni autostradali. Nella nota di aggiornamento al Def, presentata di recente, il governo ha ribadito la propria linea scrivendo che il sistema delle concessioni «deve essere rivisto». Di Maio però non molla e un paio di giorni fa ha sostenuto che nel governo «siamo tutti d'accordo su una linea partita dal M5S. Siamo a tanto così da poter revocare queste concessioni». Una posizione, quella del ministro degli Esteri, che va letta nel costante tentativo del leader grillino di proteggere la propria leadership sul Movimento e segnare il territorio rispetto al premier Conte che sulla faccenda ha una posizione meno rigida.
Anche se ieri sera fonti dell'esecutivo hanno fatto filtrare «l'irritazione comune» nei confronti di Atlantia - sposando di fatto gli argomenti di Buffagni - le posizioni sono differenti. Mentre il M5S resta sulla linea della revoca, la posizione espressa dalla De Micheli è molto più duttile. Ieri la ministra ha invitato i presenti a considerare non soli i costi paventati dall'Avvocatura dello Stato in caso di revoca, ma anche il rischio che un player importante come Atlantia, si sfili non solo da Alitalia ma anche da altri investimenti infrastrutturali. Del tema, e del complicato rapporto con il M5S, si è anche parlato nella riunione al Nazareno dove in serata Zingaretti ha riunito i ministri del Pd. D'altra parte pianiB - come quello che vorrebbe un ruolo in Alitalia per Lufthansa - non sono meno complicati della cordata tra Ferrovie, Delta e Atlantia. E' quindi probabile che, per uscire in tempi rapidi dal ginepraio alimentato da continui rinvii, tocchi al presidente del Consiglio chiudere il lodo Alantia-concessioni destinato a riguardare anche altre opere come, per esempio, la Gronda di Genova sulla quale qualche giorno fa era tornato a battere l'ex sottosegretario genovese della Lega Edoardo Rixi.

L'invio, promesso da Atlantia al Mise, di una lista di problemi aperti su Alitalia - tali da mettere in seri dubbi la partecipazione della società dei Benetton - riguarderanno soprattutto, in dettaglio, l'impegno di Delta nella cordata e la questione delle rotte transatlantiche.
Come sulla Tav , ai tempi del governo gialloverde, toccherà a Conte trovare il bandolo della matassa. Magari segnando un punto rispetto a quello che è ormai il suo più diretto competitor: Di Maio.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA