Alluvione Emilia Romagna, 2 miliardi per imprese e famiglie. Meloni: «Ripartiamo». In Cdm via libera agli aiuti

Il piano per il post-alluvione: stop al fisco, cassa integrazione e fondi per salvare l’anno scolastico

Alluvione Emilia Romagna, il governo: «Due miliardi per ripartire». Meloni: «Ripartiamo»
Alluvione Emilia Romagna, il governo: «Due miliardi per ripartire». Meloni: «Ripartiamo»
di Francesco Bechis
Mercoledì 24 Maggio 2023, 00:01 - Ultimo agg. 25 Maggio, 11:20
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Un sorriso stanco solca il viso di Giorgia Meloni mentre si alza da una riunione fiume a Palazzo Chigi con i ministri, il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e una delegazione di associazioni industriali e sindacati della Regione colpita dall’alluvione. «Fondi così, in emergenza, non so se si sono mai visti», confida la premier ai suoi. E poi: «Tanta gente mi ha detto “Ricostruiamo”. Se ne esce tutti insieme, guardando insieme all’obiettivo si possono fare grandi cose». Stanzia più di due miliardi di euro, un terzo dei sei miliardi di danni preventivati, il “decreto-alluvione” per tamponare l’emergenza. Molti di più di quanto il governo sperasse alla vigilia, trascorsa in una frenetica caccia ai fondi. Nel testo licenziato dal Cdm di ieri mattina ci sono conferme. La sospensione dei termini per i versamenti di tasse e tributi fino al 31 agosto così come di mutui e bollette grazie a due convenzioni con l’Abi e l’Arera, lo stop ai processi in quasi cento comuni nelle aree colpite dal disastro, tre mesi in più per beneficiare del Superbonus 110%. 


LE LINEE GUIDA

Poi le novità, di peso. Per le imprese agricole romagnole ancora sott’acqua insieme a interi raccolti stagionali arriva un salvagente da 175 milioni di euro, altri 580 serviranno per finanziare la Cassa integrazione in deroga per tutti i dipendenti nei prossimi novanta giorni, «una misura che ci siamo inventati nelle ultime ore», esulta Meloni. Sul pronto-soccorso del governo alla Romagna ferita sono puntati gli occhi del Quirinale, «è una sofferenza che richiede un grande impegno di solidarietà da parte di tutta Italia che si sta manifestando in questi giorni» ha detto ieri il Capo dello Stato Sergio Mattarella ricordando le vittime e «migliaia di concittadini con le case devastate dall’acqua e la perdita di tanti ricordi della loro vita». 


Ripartire subito è la priorità e in campo scende anche la diplomazia.

Dalla Francia sono arrivati ieri sera quaranta militari e mezzi di soccorso, ha annunciato il presidente Emmanuel Macron, «la solidarietà all’opera». Il disgelo è servito. La Farnesina mobiliterà due fondi e un totale di 700 milioni di euro in aiuti alle imprese esportatrici, di cui 300 a fondo perduto. E se un secondo decreto, la settimana prossima, servirà a stanziare il grosso dei soldi per la ricostruzione, oltreché dare forma a una nuova struttura di missione a Roma, già il primo testo licenziato dai ministri è un macigno sulle casse dello Stato tanto che trovare le coperture, ripetono con più di un filo di irritazione dal Mef, non sarà una passeggiata. 


LE TAPPE

L’ordine impartito da Meloni ai ministeri comunque è di provarle tutte per riempire il salvadanaio per la Romagna allagata, da un’estrazione straordinaria di Lotto e Superenalotto al sovrapprezzo temporaneo di un euro dei biglietti nei musei italiani fino alla vendita delle auto sequestrate dalla Dogana. Per la ricostruzione, la fase 2, servirà tempo e forse anche un commissario ad hoc, anche se della nomina non c’è traccia.

 
Sul nome di Bonaccini la maggioranza non riesce ad accordarsi e infatti per ora dell’alluvione si occuperà il commissario alla crisi idrica Nicola Dell’Acqua. L’intesa personale tra Meloni e Bonaccini invece regge e si vede a colpo d’occhio. Seduti a fianco in un punto stampa improvvisato, il governatore e presidente dem sciorina la lista di interventi chiesti dalla Regione e ringrazia la premier che intanto ascolta e appunta, carta e penna. «Confido che anche sulla ricostruzione lavoreremo insieme», dice lei, mettendo subito dopo le mani avanti: «Faremo un lavoro di cesello per non discriminare nessuno ma anche per non spendere risorse dove non sono necessarie». Probabile invece che per l’emergenza alluvione non sarà speso un solo euro del Pnrr. Il piano per la ripresa europeo ha una rendicontazione troppo corta, il 2026, e naviga in altre acque. Non meno agitate. Anche se il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto non ha escluso di bruciare i tempi utilizzando le risorse Ue.

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