Whistleblowing, via libera alla legge che protegge chi denuncia episodi di corruzione: ecco cosa prevede

Whistleblowing, via libera alla legge che protegge chi denuncia episodi di corruzione: ecco cosa prevede
Mercoledì 15 Novembre 2017, 10:39 - Ultimo agg. 16 Novembre, 12:17
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Il dipendente pubblico che segnali, nell'interesse dell'integrità della pubblica amministrazione, al responsabile della corruzione e della trasparenza del suo ufficio, all'Anac o all'autorità giudiziaria condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza non potrà essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito, mobbizzato in alcun modo e comunque subire ritorsioni: lo prevede la legge che introduce l'istituto del Whisltleblowing nell'ordinamento italiano che è stata approvata oggi dall'Aula della Camera. La tutela si estende anche ai dipendenti delle aziende private.

La presidente della Camera Laura Boldrini definisce le norme come «un altro rilevante passo avanti del Parlamento nella lotta all'illegalità e in favore della trasparenza», considerando «importante che il provvedimento abbia raccolto un larghissimo consenso tra le forze politiche, andando oltre le usuali contrapposizioni tra maggioranza e opposizione». Norme che, secondo il ministro Anna Finocchiaro «rappresentano un esempio evidente di come il Parlamento e, di concerto, il Governo vogliano promuovere la legalità nei luoghi di lavoro e proteggere chi subisce ingiustizie».

«Abbiamo vinto!», esulta sul blog Beppe Grillo, e il presidente dell'Anac Raffaele Cantone ritiene quella sul whistleblowing «una norma di civiltà», perchè «chi segnala illeciti di cui è venuto a conoscenza sul luogo di lavoro non può essere lasciato solo». In base al testo approvato a Montecitorio con il voto contrario di Fi e Direzione Italia viene sancito il divieto di rivelare l'identità di chi segnala l'illecito, oltre che nel procedimento disciplinare, anche in quello penale e contabile.

Se l'Anac accerterà l'adozione di misure discriminatorie nei confronti del dipendente che denuncia, potrà irrogare una sanzione a carico del responsabile da 5.000 a 30.000 euro.
E una sanzione da 10.000 a 50.000 euro è prevista se l'Anac rilevi il mancato svolgimento di attività di verifica e analisi delle segnalazioni ricevute da parte dei soggetti responsabili. Viene quindi previsto il diritto di chi sia stato licenziato dopo aver denunciato condotte illecite al lavoro ad essere reintegrato nel posto di lavoro da parte del giudice, al risarcimento del danno subito e al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dalla data di licenziamento a quella di reintegrazione.
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