Marcello De Vito torna libero: «Affronterò processo».

E' stato fissato il processo con rito immediato
E' stato fissato il processo con rito immediato
di Stefania Piras
Martedì 19 Novembre 2019, 09:39 - Ultimo agg. 16:56
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Torna libero Marcello De Vito, ex presidente del'Assemblea capitolina, arrestato per l'accusa di corruzione nel marzo scorso in uno dei filoni dell'indagine sul nuovo stadio della Roma. Lo ha deciso il tribunale di Roma accogliendo una istanza del difensore Angelo Di Lorenzo. Per lui il processo è stato fissato con rito immediato per il prossimo dicembre.

«Finalmente il mio corpo può ricongiungersi con il mio spirito che è sempre rimasto libero nonostante la mia condizione. Oggi posso affrontare il processo da uomo libero, con la serenità e la consapevolezza della liceità delle mie condotte e con piena fiducia nel processo e nella Magistratura», queste le prime parole di De Vito. 

Dopo tre mesi di carcere, De Vito aveva ottenuto i domiciliari a luglio dal gip. Sul suo arresto lo scorso agosto si era espressa la Cassazione che nelle motivazioni della sentenza che aveva annullato con rinvio la decisione del tribunale della Libertà aveva definito le accuse come «congetture» che non sarebbero dimostrate da «dati indiziari» in grado di dimostrare il loro collegamento con il «metodo corruttivo» promosso, secondo la Procura, dall'imprenditore Luca Parnasi.

Marcello De Vito, soprannominato mister preferenze. Alle elezioni amministrative del 2016 ha preso 6500 voti. De Vito ha 45 anni, è avvocato, ed è uno dei punti di riferimento del M5S nella Capitale. Già candidato sindaco nel 2013 contro Ignazio Marino, ha perso le primarie online contro Virginia Raggi. Voleva diventare city manager ma in un incontro a Milano con Gianroberto Casaleggio si optò per il ruolo di presidente dell'Assemblea capitolina. De Vito è sempre stato vicinissimo a Roberta Lombardi, ex deputata e ora capogruppo in Regione Lazio dei Cinquestelle. Alla Pisana siede anche un'altra De Vito: è  Francesca, sorella di Marcello, vicepresidente della commissione Attività produttive.
Marcello ha sempre rappresentato una spina nel fianco della maggioranza Cinquestelle in Campidoglio. Raggi e i consiglieri infatti non lo hanno mai revocato dopo l'arresto che ha procurato a De Vito un'espulsione dal M5S per direttissima per mano del capo politico Luigi Di Maio (espulsione mai avvenuta però e su cui pende pende anche un ricorso di De Vito ai probiviri).
La maggioranza è rimasta bloccata per paura di cause e risarcimenti. I consiglieri M5S  si erano letteralmente spaccati sulla revoca della funzione di presidente dell'aula Giulio Cesare, ruolo che invece Marcello De Vito ha sempre voluto conservare. Anzi, aveva confessato quando era ancora agli arresti, che una volta libero sarebbe tornato a presiedere l'Assemblea capitolina. 


Lo scranno più alto dell'aula, quando De Vito fu arrestato, andò al vicepresidente vicario Enrico Stefano che aveva chiesto più volte alla sindaca Virginia Raggi e ai colleghi di maggioranza di revocare De Vito per assumere la presidenza al 100%. «Non ci sono i presupposti giuridici», così concluse la prima cittadina. Così Stefano si è dimesso e a reggere l'aula, sempre come vicepresidente vicario, è andata Sara Seccia, fedelissima di De Vito. 

Ora che succede? Marcello De Vito è ancora sospeso per effetto della legge Severino. Ora, la misura di scarcerazione verrà notificata al prefetto di Roma Gerarda Pantalone a cui spetta la revoca della sospensione e la restituzione della piena agibilità politico amministrativa a De Vito. 

Tra i primi commenti arrivati c'è quello del deputato romano M5S  Massimiliano De Toma. «Come sapete, non commento spesso e ho tenuto la massima riservatezza in questa vicenda - esordice De Toma - Ma ora posso dire che sono contento. Chi ha dubitato ora dovrà scusarsi pubblicamente nei confronti di quel Movimento serio e onesto. Ora potrai andare a prendere tua figlia a scuola insieme a tua moglie». 
Anche l'ex capogruppo capitolino M5S  Paolo Ferrara, anche lui lambito dall'inchiesta stadio per cui ha dovuto lasciare l'incarico di capogruppo, commenta la scarcerazione di De Vito: «Sono contento, spero di sentirlo presto». «Ora bisognerà capire quali siano le sue intenzioni - ha detto Ferrara - se ritornerà nel suo ruolo in assemblea capitolina, sinceramente al momento non lo so. Penso però che l'interlocuzione con lui sia necessaria e che la questione debba essere all'ordine del giorno nella nostra maggioranza».
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