«Autonomia differenziata entro il 2023», Calderoli insiste: no del Pd

Dem sulle barricate: «Non possiamo accettare una proposta iniqua che divide il Paese»

Il ministro Roberto Calderoli in collegamento con SkyTg24 Live in
Il ministro Roberto Calderoli in collegamento con SkyTg24 Live in
di Valerio Esca
Domenica 2 Aprile 2023, 09:00 - Ultimo agg. 17:35
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«No a fughe in avanti» e poi l'annuncio che «entro fine anno si arriverà all'approvazione del ddl sull'autonomia». Il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Roberto Calderoli, ha indicato le prossime tappe del decreto legge sul quale sta spingendo a più non posso. Nel corso dell'intervista in collegamento con «SkyTg24 Live in Napoli» ha chiarito: «Per me andrebbe bene se per la fine dell'anno fossero definiti anche solo i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni, ndr) per 15 materie su 23» ricordando che, comunque, «i tempi del Parlamento se li detta il Parlamento stesso. Vista la dimensione del testo, composto da dieci articoli, ritengo che ragionevolmente i primi quattro mesi siano equilibrati per un esame da parte del Senato, che potrebbe avvenire entro luglio 2023. Con i quattro mesi dopo agosto, entro la fine dell'anno, si potrebbe arrivare all'approvazione anche da parte della Camera».

Calderoli ha fissato una sua dead line, ma dovrà fare i conti con le barricate alzate da alcuni governatori e diversi sindaci, in particolare le fasce tricolori del Sud, che vedono nell'autonomia «uno spacca-Italia».

Un'accusa alla quale ieri il ministro ha nuovamente replicato: «Nessuno vuol dividere quello che purtroppo è già diviso. È un dato di fatto che l'Italia lo sia già, non in due, ma anche in quattro o cinque velocità. Se c'è un principio che garantisce diritti a tutti i territori è proprio questa legge e non il contrario». 

Rispetto alla levata di scudi di una parte del Paese contro l'autonomia, Calderoli evidenzia: «Mi sembra una posizione molto politica e ideologica. Molti probabilmente non l'hanno neppure letta» e riferendosi alle quattro Regioni che hanno votato «no» il ministro leghista incalza: «Non sfugge che tutte sono governate dal Pd, ma è curioso che due delle quattro, Emilia Romagna e Campania, hanno loro stessi richiesto l'autonomia differenziata». Calderoli ricorda poi la sua visita in Campania dello scorso dicembre, quando a Palazzo Santa Lucia incontrò il governatore Vincenzo De Luca nel tentativo di trovare una mediazione tra le parti, che in realtà sembrava fosse stata anche raggiunta. «Mi sono confrontato con De Luca e con tutti i membri della giunta - rimarca il ministro - Lo stesso De Luca, che dichiara la sua contrarietà, ha le idee molto chiare su tutte quelle funzioni che la Regione gestirebbe meglio dello Stato». Proprio De Luca pochi giorni fa ha commentato con ironia la scelta di Calderoli di incaricare un comitato nazionale per la determinazione dei Lep definendolo «un sinedrio» che «prevedibilmente potrà riunirsi in seduta plenaria ogni 10 anni». Ieri è toccato al senatore calabrese del Pd Nicola Irto portare l'affondo: «Non possiamo accettare una proposta iniqua che divide il Paese, questa autonomia è inaccettabile».

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Sulla stessa lunghezza d'onda la Cgil calabrese, che con il segretario generale regionale Angelo Sposato critica la scelta del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto di votare «sì» all'autonomia. Duro il senatore Pd Francesco Boccia, che venerdì durante l'assemblea dei dem a Lamezia Terme ha sottolineato: «Calderoli vuole andare avanti sullo spacca Italia. Vuole utilizzare l'autonomia come una clava contro il Sud e i territori più poveri». Il fronte dei no sembra andare compatto. Appena due settimane fa all'ombra del Vesuvio è stato ribadito il «niet» al ddl dall'assemblea dei sindaci del Centro-Sud, con Anci e Ali, guidati dal primo cittadino napoletano Gaetano Manfredi. Il timore dell'ex rettore è che con «la riduzione dei trasferimenti saranno i Comuni, non solo al Sud, ad essere maggiormente danneggiati». E proprio a Napoli la Fondazione Mezzogiorno presieduta da Antonio D'Amato ha organizzato per martedì 4 aprile alle 16, un convegno, moderato dal giornalista de Il Mattino Marco Esposito, che si terrà nella sede dell'Unione industriali. Al convegno, dal titolo: «L'Italia al bivio tra riforma dello Stato e autonomia differenziata», parteciperà il senatore Marcello Pera, intervistato dal direttore de Il Mattino Francesco De Core, dal direttore del Corriere del Mezzogiorno Enzo D'Errico e da quello di Repubblica Napoli Ottavio Ragone, l'ordinario di Scienza delle finanze all'Università Sapienza di Roma, Giuseppe Pisauro, il direttore del dipartimento di Economia dell'Università Cattolica di Milano, Massimo Bordigon, il direttore del dipartimento di Giurisprudenza dell'Università Federico II, Sandro Staiano, il presidente degli industriali napoletani Costanzo Jannotti Pecci. 

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