Autonomia differenziata, in arrivo
la legge quadro promessa

Autonomia differenziata, in arrivo la legge quadro promessa
Marco Espositodi Marco Esposito
Mercoledì 2 Febbraio 2022, 13:11 - Ultimo agg. 14:52
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«Contiamo entro gennaio di portare in Consiglio dei ministri la la legge quadro propedeutica a qualsiasi accordo sull'autonomia differenziata». Così diceva al Mattino (di Padova) Mariastella Gelmini lo scorso 11 gennaio. In mezzo c'è stata la complessa vicenda dell'elezione del Presidente della Repubblica, il cui esito però è stato all'insegna della continuità anche per quanto riguarda l'azione del governo. Perciò c'è da aspettarsi a stretto giro la presentazione del disegno di legge, peraltro atteso perché inserito nell'elenco dei collegati alla manovra di Bilancio. Sul testo messo a punto dalla ministra degli Affari regionali non ci sono anticipazioni, ma di sicuro in Parlamento dovrà essere messo a confronto con l'Atto Camera 3155, ovvero il disegno di legge sulla medesima materia che porta la firma di Debora Serracchiani e soprattutto di Francesco Boccia, predecessore della Gelmini e suo alleato di governo almeno per il prossimo anno.

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Su un tema divisivo come l'autonomia differenziata può essere un buon segno la necessità di un compromesso, senza fughe in avanti come quelle tentate nel 2017-2018 da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Tuttavia l'esperienza insegna che quando il tema è relativo a questioni territoriali, tendono a prevalere logiche diverse da quelle di schieramento politico. E l'idea che chi ha un Pil più alto è più virtuoso e meriti un'attenzione speciale non è mai venuta meno, come dimostra la recente vicenda dei fondi per la rigenerazione urbana previsti dal Pnrr e assegnati con priorità ai territori caratterizzati da alta vulnerabilità sociale e materiale. La protesta dei Comuni ricchi del Nord, rimasti esclusi dal primo bando proprio perché si sono voluti sostenere i territori con maggiore disagio sociale, ha ricevuto una immediata risposta dal governo con un finanziamento extra di 905 milioni di euro. E così Belluno riceverà per la rigenerazione urbana gli stessi fondi di Napoli, come se fossero paragonabili le dimensioni anagrafiche e le condizioni delle relative periferie.
 

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