Autonomia, i paletti di Forza Italia: «Prima finanziare i Lep». Governatori incontrano Berlusconi

Incontro con i presidenti forzisti di Sicilia, Piemonte, Molise, Calabria e Basilicata

Autonomia, i paletti di Forza Italia: «Prima finanziare i Lep». Governatori incontrano Berlusconi
Autonomia, i paletti di Forza Italia: «Prima finanziare i Lep». Governatori incontrano Berlusconi
di Andrea Bulleri ed Emilio Pucci
Giovedì 23 Marzo 2023, 00:23 - Ultimo agg. 12:07
4 Minuti di Lettura

Assicurare la «parità dei punti di partenza» tra le Regioni. E quindi, per prima cosa, dire addio al criterio della spesa storica, che avvantaggia il Nord e danneggia Sud. E soprattutto finanziare i Lep, i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantite a tutti i cittadini italiani, a prescindere dalla zona in cui vivono. «Altrimenti è una presa in giro, e Forza Italia non ci sta». Una nuova tegola rischia di abbattersi sul discusso progetto caro alla Lega dell’autonomia differenziata. L’altolà, questa volta, arriva da Arcore. Dove ieri, nella grande sala da pranzo della villa di Silvio Berlusconi, si sono attovagliati i cinque presidenti di Regione espressione del partito azzurro. Decisi (quelli del Sud in primis) a squadernare tutte le loro perplessità sul disegno di legge targato Roberto Calderoli, approvato una settimana fa dal Consiglio dei ministri. Una riforma che rischia, secondo molti osservatori, di accrescere le diseguaglianze tra le aree più ricche del Paese e quelle meno sviluppate. 

LA LINEA
Il Cavaliere, raccontano alcuni dei commensali, ha ascoltato con attenzione. E annuendo di tanto in tanto, ha condiviso quelle preoccupazioni. Rassicurando tutti i presenti sulla posizione che Forza Italia terrà in parlamento, dove il ddl approderà a stretto giro. «Prima vanno finanziati i Lep, superando la spesa storica e garantendo una vera perequazione tra Nord e Sud», è la linea. «Poi, si può approvare la legge».
Non un distinguo da poco, se si considera che il ddl era passato in Cdm senza particolari scossoni soltanto giovedì scorso (con i rilievi espressi dall’Anci in Conferenza unificata infranti sul muro eretto da Calderoli).

E che finanziare i livelli essenziali delle prestazioni – e non soltanto «definirli», come prevedeva il progetto del ministro degli Affari regionali – non è un’operazione a costo zero: le stime indicano in almeno 4-5 miliardi all’anno i fondi necessari per colmare i divari Nord-Sud su scuola, sanità, infrastrutture (ma c’è chi, come il governatore pugliese Michele Emiliano, parla di 60 miliardi). 

E se i fondi non verranno stanziati? «Chiederemo che lo siano», tagliano corto gli uomini più vicini al Cav. Secondo i quali, la linea del partito non è cambiata. I toni, però, sì. Molto più perentori rispetto al passato. Effetto, anche, del pressing dei governatori: «Prima di procedere con l’autonomia, dobbiamo sapere quanto avremo a disposizione per garantire i servizi essenziali. Altrimenti non reggiamo», il messaggio ribadito ieri a tavola al leader azzurro. 

IL PRANZO
Il pranzo a Villa San Martino era stato convocato per discutere di diverse questioni, dalle prossime amministrative al «rafforzamento» del partito sul territorio. Ospiti del Cav e della compagna Marta Fascina, i presidenti Alberto Cirio (Piemonte), Donato Toma (Molise), Vito Bardi (Basilicata), Roberto Occhiuto (Calabria) e Renato Schifani (Sicilia). Ma dopo l’aperitivo di benvenuto, uno dei piatti principali sul menù (insieme a gnocchetti, spaghetti alla chitarra, roast-beef e cassata siciliana per dessert) ha finito per essere proprio quello dell’autonomia. 

«Nessuno vuol sottrarsi alle proprie responsabilità», la linea “aperturista” di Occhiuto. «Purché il Sud sia messo in condizione di partire alla pari con il Nord». Tradotto: purché si finanzino i Lep. Stesso concetto ribadito dal molisano Toma. «Altrimenti – va giù duro – non ci stiamo: per il Meridione sarebbe una presa in giro. E su questo tutta Forza Italia è assolutamente compatta, garantisce il presidente». Un cahier de doléances di fronte al quale Berlusconi non è rimasto sordo. «È determinato a garantire l’unità del Paese», aggiunge il lucano Bardi. Che di ritorno in treno da Arcore, ammette di sentirsi «rassicurato», dopo il pranzo: «Quello dell’autonomia sarà un iter molto lungo, andranno prima trovate le risorse...». Calderoli e la Lega, insomma, sono avvisati. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA