Sfida Salvini-Conte e nuovo scontro sull'autonomia. Alta tensione sul caso Russia

Autonomia, ancora scontro Lega-Conte. Zaia e Fontana all'attacco
Autonomia, ancora scontro Lega-Conte. Zaia e Fontana all'attacco
Sabato 20 Luglio 2019, 20:31 - Ultimo agg. 21 Luglio, 00:10
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Tre giorni per ricucire, per tornare a parlarsi prima che, mercoledì al Senato, il premier Giuseppe Conte parli in Aula sul caso dei fondi russi con Matteo Salvini tra i banchi della Lega ad ascoltare. Il governo sopravvive sul filo in attesa che il leader della Lega metta in campo le sue mosse e in vista di un possibile incontro chiarificatore tra Salvini e Luigi Di Maio.

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Il punto è che, mai come in queste ore, ad emergere non è una sfida tra Salvini e Di Maio ma tra il primo e Conte, messo nel mirino anche dai governatori del Nord sul dossier Autonomia. Salvini e Conte, dopo le montagne russe delle ultime 48 ore, continuano a non parlarsi. E il capo del governo, si osserva a Palazzo Chigi, ha tutta l'intenzione di passare un weekend fuori dalle polemiche politiche. La reazione di Conte agli attacchi a mezzo stampa di Salvini nei suoi confronti è definita, da chi ha avuto modo di parlarci, tranquilla e per nulla scomposta per delle polemiche che considera sollevate un pò ad arte.

La sua concentrazione è invece rivolta alle cose da fare nei prossimi giorni: i tavoli sulle parti sociali, che saranno convocate rigorosamente a Palazzo Chigi, e le riunioni ristrette sulle Autonomie, dossier attualmente bollente. «Mi stupisce che Conte, che ancora stimo, sia stato coinvolto in questa cialtronata (lo schema dell'intesa, ndr)», è la stoccata di Attilio Fontana.

«Se non si fa l'autonomia il governo non ha senso», incalza Luca Zaia. A Palazzo Chigi questi attacchi sono considerati ingenerosi per il lavoro che ha fatto Conte sul dossier e fonti della maggioranza derubricano la rivolta come un fronte interno aperto nei confronti di Salvini. Di certo il pressing della Lega è fortissimo sul vicepremier dopo che, solo due giorni fa, la crisi sembrava a un passo. Ma la crisi, al momento, non è un passaggio che Salvini vuole fare. E forse anche per questo resta solo sulla carta quell'incontro con il presidente Sergio Mattarella, ufficiosamente trapelato nelle ultime ore. Il capo dello Stato attende novità chiarificatrici con olimpica distanza da Castelporziano dove sta passando il fine settimana. Il leader leghista, al pari di Conte, passa anche lui un weekend all'insegna della «pace», come scrive lui stesso su twitter pubblicando la foto di spalle di sua figlia, con cui è a Milano Marittima.

Non lontanissimo, in Trentino Luigi Di Maio vede gli attivisti locali, annuncia la prima assemblea degli iscritti della storia del M5S per il 25 luglio (dovrà decidere sulla riorganizzazione del Movimento) e cerca di usare toni più distensivi: «vale la pena andare avanti perché abbiamo degli obiettivi da raggiungere, lo dico a tutti nel governo. non lasciamo che chi ci vuole buttare giù, ci riesca», spiega. Se non sarà crisi potrebbe essere rimpasto.

Fonti del M5S ribadiscono che la questione non è all'ordine del giorno ma il tema, ad un certo punto, emergerà, magari quando l'Italia sarà chiamata a scegliere il commissario. Per l'Ue il M5S considera quella di Giulia Bongiorno una candidatura valida e sottolinea che l'incarico, in ogni caso, spetta alla Lega. In quel caso la girandola dei ministri potrebbe essere piuttosto ampia, soprattutto se crescesse l'ipotesi di un passo indietro di Giancarlo Giorgetti. E, tra quelli 5S, il ministro nel mirino resta Danilo Toninelli.

Nel frattempo scoppia il caso degli insulti sessisti via social a Maria Elena Boschi. Insulti che, attacca Nicola Zingaretti, arrivano dagli account social dello staff di Salvini al Viminale. «È una vergogna, vanno rimossi», protestano Pd e FI mentre i Dem si preparano al D-Day dell'informativa di Conte in Aula sulla Russia. L'ipotesi, non ancora certa, è che Salvini ascolti il premier dai banchi della Lega, per poi intervenire nel dibattito. «Dà l'idea del caos del governo, i presidenti delle Camere non lo permettano, tuonano nel Pd. Caos o meno, se l'ipotesi si confermasse, darebbe un'idea plastica della sfida tra Salvini e Conte.

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