L'autonomia secondo Zaia: soldi pubblici per acquistare mille libri di Bertolissi

L'autonomia secondo Zaia: soldi pubblici per acquistare mille libri di Bertolissi
di Marco Esposito
Giovedì 3 Ottobre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 10:56
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Autonomia vuol dire, anche, scegliere in cosa investire. E il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha utilizzato i poteri di cui dispone per far acquistare alla Regione Veneto mille copie del libro «Autonomia. Ragioni e prospettive di una riforma necessaria», appena arrivato in libreria a firma di Mario Bertolissi, costituzionalista all'università di Padova e componente della delegazione trattante del Veneto con il governo per portare a compimento il progetto di regionalismo differenziato.
 
La somma spesa non è di quelle imponenti: 6.000 euro più Iva a fronte di un costo di copertina di 14 euro, grazie allo sconto offerto dall'editore padovano Marsilio. Tuttavia l'acquisto di libri non è propriamente una funzione ordinaria per una Regione, per cui la Giunta guidata da Zaia ha dovuto pescare i soldi in un fondo riservato ad altre finalità. Per l'esattezza il capitolo 101742 del Bilancio di previsione 2019/2021 della Regione Veneto destinato ad «Azioni regionali a favore delle forme di esercizio associato di funzioni e servizi comunali e alle fusioni di comuni». La delibera di acquisto porta la data del 30 luglio, con due mesi di anticipo sull'uscita del libro. Obiettivo della Regione era appunto «acquistarne un congruo numero di esemplari per la loro diffusione presso tutti gli organi istituzionali, in particolar modo degli Enti locali del territorio, le associazioni di categoria e gli stakeholders interessati dal processo della autonomia differenziata».

Il testo di Bertolissi è una risposta - esplicita sin dalla quarta di copertina - alle critiche al progetto del Veneto: «Qualcuno - scrive Bertolissi - è convinto che sia in atto una secessione dei ricchi. È esattamente il contrario: è in agguato la coesione dei poveri».

Bertolissi spiega il disagio del Veneto con la migrazione dei Comuni, che hanno chiesto e ottenuto di aggregarsi alla Provincia autonoma di Trento oppure al Friuli Venezia Giulia, per godere delle condizioni di favore destinate alle regioni di frontiera, in omaggio ad accordi internazionali dopo il secondo conflitto mondiale. Ma poi non chiarisce perché l'intero Veneto debba puntare ad analoghi benefici senza tener conto delle conseguenze sul resto della penisola. L'autore sembra quasi stupirsi di fronte a «un Sud in grado di mobilitarsi, con rara efficacia, come lo ha fatto relativamente alla questione in esame».

Del resto i dati economici citati dal costituzionalista Bertolissi sono, al solito, quelli parziali della Ragioneria generale e mai quelli completi dei Conti pubblici territoriali, voluti da Carlo Azeglio Ciampi proprio per consentire i confronti su basi omogenee. Sulle questioni finanziarie, il libro scorre rapido e lieve, come se fosse materia di poco conto. Nel riassumere la proposta del Veneto, Bertolissi non cita le parti che prevedono matematicamente - come ha osservato l'Ufficio parlamentare di bilancio - un aumento dei trasferimenti, in modo da poter scrivere «che è escluso qualunque incremento». Poi però, quando cita Alberto Zanardi che parla di media procapite per la scuola (ovvero soldi in proporzione ai residenti e non agli studenti) come di «criterio grezzo e inaccettabile» Bertolissi si dice «d'accordo» per poi affermare «ma allora che cosa si deve fare per indurre in Governo a introdurre i costi standard». Come se fosse accettabile maltrattare gli studenti di alcuni territori per fare pressione su qualche ministero romano.

«Autonomia» è scritto con la cura di evitare strizzate d'occhio a forme di razzismo, non sempre sottile, che sovente caratterizzano la rappresentazione che al Nord si fa del Sud.

E però la logica dei rapporti di forza tende ad emergere, sia pure come metafora: «L'asse autostradale Torino-Venezia-Trieste è ridotto a una camionabile, con una intensità di traffico elevatissima; l'asse Bologna-Roma registra ben altri flussi, che consentono a ciascuno di concludere che vi sono Italie con differenti pesi specifici». Il peso dei Tir. Infine una disattenzione che sorprende in un testo molto dettagliato. Bertolissi se la prende con lo slogan «secessione dei ricchi» lamentandosi che non è «mai accompagnato dal punto interrogativo». Eppure il saggio di Gianfranco Viesti, edito online (e gratis) da Laterza ha per titolo: «Verso la secessione dei ricchi?»

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