Ballottaggio, terremoto in arrivo sia a destra sia a sinistra: ora la parola chiave è "ricomposizione"

Ballottaggio, terremoto in arrivo sia a destra sia a sinistra: ora la parola chiave è "ricomposizione"
Ballottaggio, terremoto in arrivo sia a destra sia a sinistra: ora la parola chiave è "ricomposizione"
di Diodato Pirone
Martedì 19 Ottobre 2021, 12:56 - Ultimo agg. 17:12
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Secondo tutti gli osservatori la coincidenza fra la pesante sconfitta dei tre partiti di centrodestra alle comunali e l'imminenza dell'elezione della presidenza della Repubblica scatenerà nuove dinamiche politiche. Per comprendere quello che sta per accadere c'è una parola chiave: ricomposizione. Che cosa significa? Che l'offerta politica del centro-destra non funziona e dunque Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia sono destinate a trovare un nuovo equilibrio fra loro. Chi "comanderà" in quell'area? E cosa sceglierà fra una linea filo-europea e una anti-Bruxelles? Siccome questo nuovo equilibrio sarà assai diverso dall'attuale è molto probabile che in quest'area nasceranno nuovi partiti e nuovi leader.

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Questa dinamica si trasferirà anche dall'altra parte della barricata? Sarà inevitabile anche se il Pd mantiene nel bene (capacità di esprimere una classe dirigente di livello) e nel male (assistenzialismo e conservazione dell'esistente) una discreta capacità di manovra.

Tutto da scrivere, inoltre, il capitolo dei 5Stelle che a livello nazionale (che non è quello delle comunali) mantengono una forza che oscilla fra i 3 e i 4 milioni di voti che dovranno decidere di spendere in modo più chiaro se non vorranno sparire dalla scena.

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Ma andiamo con ordine e iniziamo dai guai del centro-destra. In parole semplici il centro-destra ha perso alle comunali perché ha presentato quasi ovunque candidati inadeguati ma queste scelte sbagliate sono nate dal braccio di ferro fra i tre partiti per l'egemonia sull'intero schieramento. Troppi galli a cantare nel pollaio. Inoltre i leader del centro-destra, anzi i leader di Fratelli d'Italia e della Lega, non hanno fiutato l'aria che tirava. Le rassicurazioni fornite da Mario Draghi e dai massicci aiuti europei,  l'adesione di massa degli italiani alla campagna vaccinale e la disciplina imposta dalla pandemia hanno tagliato l'erba sotto i piedi ai movimenti di protesta. I cortei a ripetizione che vediamo in tv in realtà sono composti da poche centinaia di "ribelli", dei semi-professionisti della rivolta che non parlano alla grande massa degli italiani "normali". Il fatto è che l'asticella della rabbia è scesa e comunque non ha spinto l'elettorato di centro-destra ad andare a votare.

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I candidati sbagliati,  l'umore meno nero (e sfiduciato) di vasti strati della popolazione e i continui litigi fra i leader hanno sgonfiato le vele del centro-destra. Che nei prossimi mesi saranno chiamati a trovare una linea comune. Ci riusciranno? Molto difficile. Ma tutto questo non vuol dire che l'elettorato del centro-destra sia sparito. Tutt'altro. In vaste aree del centro-nord tutti i nuovi sindaci sono di centro destra. A Conegliano, nel Veneto, il ballottaggio si è svolto fra due candidati di destra. Insomma, gli elettori di Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia attendono (e forse meritano) una nuova offerta politica.

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E dall'altra parte? E' del tutto legittimo che il Pd festeggi una vittoria importante a patto di ricordare che la sinistra da sempre è più forte nelle grandi città ma debole in provincia. L'affermazione a Roma, Milano, Napoli e Torino non  mette al riparo i Dem dagli effetti del terremoto in arrivo nel centro-destra. Quanto è successo a Roma è molto significativo. Alle europee del 2019 (con affluenza analoga a quella delle comunali) nella Capitale il Pd raccolse ben 340.000 voti contro i 160.000 di domenica 3 ottobre che diventano 210.000 sommando i consensi della lista Gualtieri. Il grosso dei voti mancanti è andato al centrista Carlo Calenda. Ma il Centro spenderà questo capitale sul versante del Pd o occuperanno i nuovi spazi che nasceranno nel centro-destra?

 

Impossibile rispondere oggi. Ma basterà aspettare pochi mesi per capirne di più. Per l'elezione del presidente della Reèpubblica né il centro-destra (attuale) né i Dem e i 5Stelle assieme hanno i numeri per eleggere il nuovo capo dello Stato. sarnno decisivi i centristi e in particolare la cinquantina di parlamentari manovrati da Matteo Renzi. E ne vedremo delle belle.

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