Ballottaggio, città al voto tra una settimana: apparentamenti e sgambetti. Cosa succede

Ballottaggio, città al voto tra una settimana: apparentamenti e sgambetti. Cosa succede
di Andrea Bulleri
Sabato 18 Giugno 2022, 14:27 - Ultimo agg. 19 Giugno, 16:25
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Elezioni comunali 2022 Occhi puntati su Verona, Parma, Catanzaro. Ma sono tredici i capoluoghi di provincia che dovranno tornare alle urne domenica 26 giugno per eleggere un sindaco ai ballottaggiAlessandria, Cuneo, Monza, Como e Gorizia al Nord, e poi Piacenza, Lucca, Viterbo e Frosinone, per chiudere con Barletta al Sud. Una sfida nella sfida, per il centrosinistra guidato da Enrico Letta, che partiva in svantaggio (amministrava soltanto sei città sulle 26 al voto in questa tornata) ma non ha fatto mistero di puntare in alto: «Abbiamo la possibilità di eleggere tredici sindaci, di cui sei donne», ha ripetuto nei giorni scorsi il segretario dem. Mentre Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia dovranno riuscire a confermare i sindaci uscenti e possibilmente agguantarne di nuovi. 

Verona e l'errore madornale: perché Salvini ora ha paura

La partita col più alto livello dello scontro è quella di Verona. Qui la coalizione di "campo largo" formata da Pd e Movimento 5 stelle si è piazzata al primo posto, con il candidato sindaco Damiano Tommasi in testa con il 39,8 per cento delle preferenze. Segue, al 32,7 per cento, il primo cittadino uscente Federico Sboarina, sostenuto da Lega e Fratelli d'Italia. Un testa a testa aperto come nella città scaligera non se ne vedevano da anni: il terzo classificato, Flavio Tosi (Forza Italia) forte del 23,9 per cento, ha infatti fatto sapere che sosterrà il centrodestra.

Ma il diretto interessato Sboarina ha rifiutato l'apparentamento. Di fatto, rimescolando le carte e aumentando le speranze di vittoria per l'ex calciatore del centrosinistra.

«Io non ho non ho chiuso a nessuno - è poi tornato sui soi passi il candidato di FdI - Un accordo va bene purché sia basato sui programmi: i tecnicismi non vengono e non verrebbero capiti dai cittadini veronesi». Ma tanto è bastato perché tra i leader montasse l'irritazione, con Matteo Salvini che parla di «errore madornale» e una parte di Forza Italia sul piede di guerra per il mancato accordo. 

Catanzaro e Parma

Parte vincente a Catanzaro invece il centrodestra, con il candidato sostenuto da FdI e Lega Valerio Donato in testa con il 44 per cento. A inseguirlo Nicola Fiorita del centrosinistra, fermo oltre dieci punti sotto al 31,7. Mentre a Parma ci spera Michele Guerra, ex assessore nella giunta del sindaco pentastellato Federico Pizzarotti (che poi aveva lasciato il Movimento). Guerra, appoggiato dal Pd, riparte dal 44 per cento del primo turno: fermo alla metà (il 21 circa) l'oppositore di Lega e Forza Italia Pietro Vignali, che però potrà quasi certamente contare sul circa 7 per cento dei consensi raccolti dal candidato di Fratelli d'Italia Priamo Bocchi. Molto, infine, dipenderà da come si posizioneranno gli elettori del terzo polo, che a Parma (con il civico Dario Costi) aveva raggiunto il 13,5 per cento. 

Nelle altre città occhi puntati sui centristi di Calenda e Renzi

E gli altri capoluoghi? In quattro parte in vantaggio il centrodestra (Monza, Barletta, Frosinone e Gorizia), in cinque invece il centrosinistra (Alessandria, Cuneo, Como, Lucca, Piacenza), mentre a Viterbo al primo posto si è piazzata una candidata civica (Silvia Frontini, che tornerà alle urne contro Alessandra Troncarelli del Pd). E se alcuni dei risultati sembrano già scritti, salvo clamorose rimonte e colpi di scena sempre possibili (Frosinone dovrebbe andare al centrodestra, così come Cuneo pare avviata verso il centrosinistra), in tutti gli altri la partita è aperta.

Decisivi, anche in questo caso, potrebbero essere gli elettori che il 12 giugno hanno scelto di astenersi. Oppure quelli che hanno votato per un candidato estraneo ai due blocchi principali, in particolare i sostenitori dell'area centrista. Area che tutti, in queste ore, stanno corteggiando, cercando di stringere accordi locali con Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi. «Valuteremo le singole proposte - la linea di Calenda - e appoggeremo i candidati più affini alla nostra linea». Qualche esempio? A Lucca il partito dell'ex ministro ha fatto sapere che sosterrà il centrosinistra, a Frosinone il centrodestra. 

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