Berlusconi al Quirinale, la lunga corsa tra 36 processi, tante assoluzioni e qualche prescrizione

Berlusconi al Quirinale, la lunga corsa tra 36 processi, tante assoluzioni e qualche prescrizione
di Gigi Di Fiore
Lunedì 25 Ottobre 2021, 10:30 - Ultimo agg. 13:57
5 Minuti di Lettura

Se non è un record, ci assomiglia. Non sono in tanti, in 30 anni, ad aver sommato qualcosa come 36 procedimenti penali. Silvio Berlusconi c'è riuscito e, se solo uno è finito con una condanna definitiva, il campionario degli esiti è assai vario. Non manca nulla, tra assoluzioni, amnistie, prescrizioni, archiviazioni, indagini ancora in corso.

Era il primo agosto 2013, quando la Cassazione confermò la condanna definitiva a 4 anni, con tre azzerati dall'indulto del 2006. Era il famoso processo Mediaset, per falso in bilancio, frode fiscale e appropriazione indebita, su 280 milioni di euro di fondi neri intascati senza pagare le tasse. Per Berlusconi, dalla sentenza alla decadenza dal titolo di senatore, due anni di interdizione dai pubblici uffici, l'affidamento in prova ai servizi sociali, impegnato in una clinica per anziani fino al 6 marzo 2015. Tre anni fa, sulla condanna è arrivata la riabilitazione decisa dal tribunale di sorveglianza di Milano, che ha avuto per effetto la possibilità di candidarsi alle elezioni europee del 2019. E due anni fa, Berlusconi è stato eletto con 560mila preferenze. Il candidato più votato d'Italia. 

La più recente è di tre giorni fa: il Tribunale di Siena ha assolto il presidente di Forza Italia dall'accusa di corruzione in atti giudiziari. Il pm sosteneva che Berlusconi avesse pagato il pianista Danilo Mariani per spingerlo a dichiarazioni favorevoli sulle «cene eleganti» nella villa di Arcore. Era il cosiddetto processo Ruby ter, il terzo troncone del fascicolo scaturito dal dibattimento principale legato a Karima El Marough, conosciuta come «Ruby rubacuori», la ragazza marocchina fermata dalla Questura di Milano nel 2010. Da lei iniziarono i racconti sulle feste nella villa di Berlusconi a Arcore, con decine di ragazze. Ruby, Ruby bis e Ruby ter i processi, partoriti dal filone principale di induzione alla prostituzione, ipotizzando false testimonianze nel dibattimento iniziale. Il presidente di Fi è stato assolto anche al processo Ruby. Una sentenza favorevole che si aggiunge a un elenco in cui figurano il processo Sme per corruzione giudiziaria e anche falso in bilancio; le tangenti alla Guardia di finanza; il falso in bilancio della Medusa cinematografica; All Iberian per falso in bilancio; l'appropriazione indebita legata all'acquisto dei terreni di Macherio; l'appropriazione indebita per Mediatrade divisa in due filoni di cui uno a Roma. Fanno in totale undici assoluzioni, di cui tre con la formula «il fatto non costituisce reato» e otto perché «il fatto non sussiste».

Il processo più conosciuto estinto per prescrizione è quello sul lodo Mondadori, l'accordo per la proprietà della più grande e importante società editrice italiana. Un processo nato dopo il contenzioso civile, che aveva contrapposto Berlusconi a Carlo De Benedetti. L'accusa a zio Silvio e agli avvocati Cesare Previti, Attilio Pacifico e Giovanni Acampora era di aver corrotto il giudice Vittorio Metta per ottenere una decisione a favore nel contenzioso sulla proprietà della Mondadori. In prescrizione sono finiti anche il processo All Iberian per corruzione; quello sul bilancio consolidato Fininvest e per falsi in bilancio sia sulla Fininvest dal 1988 al 1992 sia sull'acquisto del calciatore Gianluigi Lentini preso dal Milan e ceduto dal Torino. Prescrizione dichiarata anche per la presunta corruzione dell'avvocato David Mills che doveva testimoniare nei processi All Iberian e Arces, o per la rivelazione di segreti d'ufficio sull'Unipol e la presunta corruzione del senatore Sergio De Gregorio. Fanno un totale di otto processi estinti per prescrizione.

Due, invece, quelli che hanno beneficiato di un'amnistia: il falso in bilancio nell'acquisto dei terreni di Macherio e la falsa testimonianza in un processo per diffamazione su un articolo pubblicato da Epoca nel 1987. Berlusconi dichiarò di non aver mai dato denaro a Licio Gelli, quando di iscrisse alla Loggia P2 nel 1981. Reato amnistiato. 

Video

Ci sono poi i fascicoli mai arrivati in dibattimento, perché archiviati prima. Sono dieci, qualcuno anche su gravi ipotesi di reato, come il concorso esterno in associazione mafiosa con Marcello Dell'Utri per il riciclaggio di denaro. Il primo fascicolo su questa ipotesi. Archiviati anche i procedimenti sulla spartizione pubblicitaria tra Rai e Fininvest; addirittura traffico di droga; le tangenti fiscali per la Pay-tv; le stragi mafiose del 1992-93; per i voli di Stato; le presunte pressioni sul presidente dell'Agcom, Giancarlo Innocenzi, ipotizzate dalla Procura di Trani; il caso della presunta corruzione dell'allora presidente Rai, Agostino Saccà, ipotizzato dalla Procura di Napoli; la diffamazione per le dichiarazioni in un'intervista televisiva sui rapporti tra coop rosse a clan della camorra; ancora una diffamazione, su querela di Antonio Di Pietro, per le dichiarazioni che attribuivano all'aiuto dei servizi segreti la laurea dell'ex magistrato. Nessuno di questi procedimenti è arrivato a dibattimento, i magistrati hanno archiviato al termine dell'udienza preliminare. 

Non è finita la lunga statistica giudiziaria di Berlusconi. Ne fanno parte anche quattro procedimenti ancora in corso. Tre sono in fase istruttoria: finanziamento illecito al partito Italiani nel mondo fondato da De Gregorio; presunta corruzione dei senatori Razzi e Scilipoti passati dall'Idv al Pdv; un secondo fascicolo per concorso nelle stragi mafiose degli anni 1992-93 con dell'Utri. È in corso a Bari, invece, il processo sulle escort che sarebbero state procurate da Gianpaolo Tarantini per portarle nella villa di Arcore.

Numeri da record, come lo sono gli onorari pagati da Berlusconi agli avvocati indispensabili a difendersi in così tanti processi. Ne ha parlato lo stesso presidente di Fi, stimando onorari per 600 miliardi di lire pari a 300 milioni di euro. Tre anni fa, Berlusconi aggiornò il conto: 105 avvocati gli erano costati 770 milioni di euro seguendo 60 procedimenti di cui a turno si erano occupati mille magistrati. Numeri che nessun esponente politico può riuscire a eguagliare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA