Annuncia una nuova «discesa in campo», ribadisce la sua posizione sulla guerra in Ucraina chiedendo di «mandare armi, ma senza fare troppa pubblicità», rivendica l’orgoglio di partito nei confronti degli alleati di centrodestra non senza stoccate. Silvio Berlusconi sceglie Napoli per rimettersi al centro della scena politica. Giunto in aereo in città verso le 13 si è subito dirottato a Marechiaro per godersi un pranzo con la sua compagna Marta Fascina. Mentre alla Mostra d’Oltremare si avvicendavano i tanti interventi sul palco per la convention del suo partito “L’Italia del futuro”, lui ha voluto godersi la città tra ristorante e albergo sul lungomare. Alla Mostra arriverà soltanto oggi quando è previsto il suo intervento conclusivo che si annuncia lungo e articolato.
«Nove anni fa - ha detto sedendosi al tavolo di Cicciotto a Marechiaro - sono stato escluso e buttato fuori dal Senato. Ora ritorno in campo per la prima volta dopo tanto tempo». Un nuovo corso, 28 anni dopo l’annuncio del «nuovo miracolo italiano». Ed è un ritorno in campo, quello del Cavaliere, mentre il suo partito vive le solite fibrillazioni, a cominciare dalla recente nomina di Licia Ronzulli a coordinatrice in Lombardia, scelta aspramente criticata dal ministro Mariastella Gelmini. Rivendica la sua scelta, indicando proprio Ronzulli che è seduta al tavolo con lui: «Era una cosa richiesta da tutti i lombardi, quindi non mi spaventano le polemiche. Penso siano solo fuochi di artificio costruiti da televisioni e giornali». E, forse a marcare distanze e irritazioni, proprio nel giorno in cui parlavano dal palco della Mostra i tre ministri - Gelmini, Carfagna, Brunetta - l’ex premier non si è presentato al polo fieristico napoletano. Né i tre ministri hanno prestato il fianco ad altre polemiche: tutti si sono attenuti al canovaccio istituzionale rispettando i temi dei panel senza sconfinare sulle vicende interne al partito. Poi, a sera, il Cavaliere ha riunito i suoi sulla terrazza di un hotel del lungomare per una cena. Da un lato la prova di forza dettando la linea, dall’altro la voglia di tenere tutti insieme.
Ma è sull’invasione russa in Ucraina che Berlusconi ha detto le frasi maggiormente ad effetto, costretto poi a chiarirle in serata. «Inviare armi agli ucraini - ha spiegato nel pomeriggio - significa essere cobelligeranti. Cerchiamo di far finire in fretta questa guerra. Se dovessimo inviare armi, sarebbe meglio non farne tanta pubblicità. Per portare Putin al tavolo delle trattative non bisogna fare le dichiarazioni che sento venire da tutte le parti, dalla Gran Bretagna o dalla Nato». Teme, l’ex premier, le conseguenze di una posizione troppo dura dell’Italia. «Le sanzioni - ha continuato il Cavaliere - hanno fatto molto male all’economia russa, si prevede un calo del Pil addirittura del 14%, ma hanno fatto molto male anche a noi. Adesso il grande dubbio è sul gas, è un’ipotesi sconvolgente perché ci porterebbe alla chiusura di centinaia e centinaia di migliaia di aziende, alla perdita di tre milioni di posti di lavoro. Dovremmo andare in giro i prossimi inverni con il cappotto addosso in casa e una cambiale in mano». Chiede un nuovo protagonismo dell’Europa, anche di un esercito comune. «L’Unione Europea - ha detto Berlusconi - deve decidersi a diventare un protagonista della politica mondiale e soprattutto un protagonista politico ma anche militare, per sedersi al tavolo del consiglio del mondo. Per fare questo ho avanzato molti anni fa la domanda di cambiare il sistema di voto europeo, passando da quello che è oggi a una maggioranza qualificata. Se non si fa questo non si riesce a fare nulla». Dichiarazioni poi ricalibrate in serata: «La nostra - ha scritto l’ex premier - è la pozione del Ppe, del governo, dell’Europa e della Nato. Nessuno in Occidente, neppure gli stessi ucraini, ha immaginato che la guerra dovesse diventare una guerra di aggressione alla Russia. In questo quadro l’invio di armi come strumento di difensivo di Kiev è doveroso» ma, ha aggiunto, «è impensabile immaginare un equilibrio dell’Europa orientale senza o contro Mosca».
Oggi Berlusconi chiuderà la convention alla Mostra d’Oltremare, lo farà per riprendersi il ruolo di fondatore del centrodestra, che rivendicherà come fulcro della coalizione. «Senza Forza Italia non si vince e - ha detto ieri - senza il centro moderato gli elettori fuggono e sarebbe solo una destra-destra». Eppure ha riconosciuto le difficoltà degli ultimi anni, causate - a suo avviso - dall’estromissione nove anni fa dal Senato. «Fi è passata da oltre il 20% al 10% per questo mi sento la responsabilità di essere ancora in campo come fu nel ‘94. Poi, agli alleati (e soprattutto a Giorgia Meloni) replica sul vertice dell’altro giorno ad Arcore. «La riunione - ha detto - è andata molto bene, c’è stato un disaccordo sui tempi che riguardano il candidato governatore per la Sicilia. Salvini ha detto che i nostri uomini sono molto preoccupati che non si possa vincere, vi chiediamo allora di ritrovarci dopo le elezioni del 12 giugno e decideremo allora. Da parte di Fdi c’è stata assoluta incomprensione di quello che ha detto Salvini ed è venuta fuori una cosa assolutamente artificiosa e inesistente». Oggi la nuova discesa in campo, a Napoli sono previste più di 5mila persone per il «nuovo miracolo italiano».