Berlusconi: «Pronti ad accogliere gli esclusi M5S, con noi avrebbero tutta l'indennità»

Berlusconi: «Pronti ad accogliere gli esclusi M5S, con noi avrebbero tutta l'indennità»
Martedì 20 Febbraio 2018, 23:49 - Ultimo agg. 21 Febbraio, 12:32
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Silvio Berlusconi non fa che ripetere che il centrodestra avrà la maggioranza e di conseguenza piena autonomia per governare, ma in caso alla coalizione mancassero una manciata parlamentari per raggiungere l'obiettivo di palazzo Chigi, il leader di Forza Italia ha già pronto il piano di riserva: aprire i confini della coalizione a quei deputati «i nuovi responsabili», disposti a sostenere l'esecutivo.

Ospite di un forum sul sito del Corriere, il Cavaliere non chiude all'idea di nuovi ingressi: «Non si dice mai di no a chi dice “sottoscrivo il vostro programma” e poi si tratterebbe di responsabili», afferma l'ex premier. Un messaggio che il leader di Forza Italia indirizza a quel gruppetto di parlamentari in lista con il Movimento 5 Stelle esclusi dopo il caso dei rimborsi delle indennità ma comunque in lista e sicuramente eletti.

Lei accoglierebbe pure candidati ex cinque stelle? «Sì, perché sono tutti così presi a casaccio», taglia corto Berlusconi che aggiunge: «E poi saremmo molto convenienti per loro, perchè potrebbero incassare l'indennità parlamentare in tutta la loro integrità. Ma spero non avremo bisogno di tutto questo, perché il centrodestra avrà la maggioranza sia alla Camera che al Senato», assicura l'ex premier.

L'ex capo del governo preferisce non entrare nei dettagli ma comunque fa capire che le diplomazie sono già al lavoro per cercare di ricreare un cuscinetto di parlamentari da usare in caso il centrodestra (o magari un governo di larghe intese) abbia bisogno di numeri. Berlusconi non si lascia sfuggire nulla di più anzi chiarisce un attimo dopo che in caso non ci siano i numeri «l'unica strada è quella del ritorno alle urne anche con la stessa legge elettorale».

Se invece la coalizione dovesse arrivare a quota 40% il Cavaliere non ha dubbi sul fatto che sia il suo partito ad esprimere il presidente del Consiglio. Il nome, ribadisce ancora una volta, «lo dirò prima delle elezioni e - aggiunge - nella rosa c'è anche quello di Antonio Tajani». Berlusconi fa sapere di avere in mente anche il nome del ministro della Giustizia: «Non sarà Ghedini - premette - ma deve comunque essere o un avvocato oppure un magistrato». Quanto al titolare dell'Economia invece, il leader di Forza Italia non esclude che possa essere un tecnico.

Quanto a se stesso,ha già in mente collocazione: «Sarò il regista, il garante di questo governo». Un ruolo che non richiede nemmeno il suo ritorno in Parlamento ecco perché (forse anche con un pizzico di scaramanzia) il Cavaliere fa sapere di non aspettare con impazienza la sentenza della corte di diritti di Strasburgo: «Se il mio ruolo da regista funzionerà come credo - dice - non c'è bisogno che io ritorni». D'altronde, incontrando gli imprenditori lombardi ha voluto prendere le distanze dalla politica: «Mi fa schifo - spiega - con tutti i tradimenti che si vedono». Una presa di distanza anche dall'ipotesi di una candidatura al Colle alla scadenza del settennato di Mattarella: «Non è il momento di parlarne e poi non è mai stato il mio sogno», ha spiegato il leader azzurro.

Ma se Berlusconi sembra aver già chiara la squadra di governo e anche i primi provvedimenti da mettere in campo (flat tax e Young act per i giovani) c'è chi come Giorgia Meloni non rinuncia a voler dare concretezza alla coalizione. Ospite di un forum sul sito dell'Huffington la leader di Fdi lancia un appello ai suoi alleati proponendo una manifestazione unitaria il primo marzo in una città del centrosud: «Sarebbe un bel segnale di chiarezza», avvisa l'ex ministro soprattutto dopo il forfait di Berlusconi e Salvini alla kermesse "anti inciucio" organizzata dal suo partito.

Intanto Berlusconi potrebbe saltare sia l'appuntamento di venerdì a Napoli che quello di domenica a Milano, entrambi dentro un teatro preferendo concentrare il rush finale della campagna elettorale con interviste tv. Al di là delle schermaglie interne al centrodestra, a finire sotto i riflettori in realtà è Gianni Letta, storico braccio destro del Cavaliere e da sempre ambasciatore dell'ex premier nelle trattative più delicate. Ospite con la Boschi a un convegno della Luiss l'ex sottosegretario ha scherzato con la sua omologa: «Maria Elena, si inizia a fare il sottosegretario e si finisce a fare il presidente del Consiglio», una frase sibillina che fa fatto pensare a più di qualcuno che sia lui la carta segreta a cui pensa Berlusconi per palazzo Chigi.

 
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