Berlusconi l'immortale: «Più forti delle spallate»: per i suoi 86 anni si regala il ritorno a Palazzo Madama

Berlusconi l'immortale: «Più forti delle spallate»: per i suoi 86 anni si regala il ritorno a Palazzo Madama
Berlusconi l'immortale: «Più forti delle spallate»: per i suoi 86 anni si regala il ritorno a Palazzo Madama
di Francesco Bechis
Martedì 27 Settembre 2022, 11:03 - Ultimo agg. 18:06
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Ancora domenica, alla sua Marta Fascina e i fedelissimi riuniti al cenacolo di Villa San Martino, sottoponeva un quiz: «Quanto prende Forza Italia?». Poi, con il sorriso impaziente di chi vuole svelare anzitempo l'indovinello, chiudeva il cerchio: «No, prendiamo di più». Per Silvio Berlusconi parlare di ritorno è un understatement. In verità, il Cavaliere non se ne è mai andato. E ci tiene a ricordarlo all'indomani dell'8% incassato alle elezioni, mentre saluta sornione i fan delle sue «video-pillole» su twitter, «questa è l'ultima». 

«Voglio ringraziare dal profondo del cuore tutti gli italiani», dice con lo sguardo fisso in telecamera un signore vestito in giacca blu scura, camicia azzurra, alle spalle una libreria bianca costellata di riquadri famigliari, ora con Pier Silvio, ora con Barbara e i nipoti.

E se ricorda da vicino il Presidente «un po' stagionato» che dalla stessa sedia, da capo del governo, faceva gli auguri di Natale agli italiani trent'anni fa, non è un dejavu.

Silvio semplicemente è. A un mese da un lutto che ha terremotato certezze e ricordi di intere generazioni - la dipartita tutto sommato prevedibile eppure mai davvero attesa della Regina Elisabetta II - la politica italiana può contare a suo modo su una voce, un volto familiari come nessun altro. Qualunque cosa succeda, Silvio c'è. E con questa asettica certezza devono fare i conti fan e detrattori del patron di Mediaset. Pronto a festeggiare i suoi 86 anni, giovedì, con un rientro a Palazzo Madama su cui in pochi, fino all'altroieri, avrebbero scommesso. A nove anni dalla condanna per frode che lo ha costretto a lasciare il suo scranno al Senato. Un addio vissuto come umiliazione personale, consumato con un sofferto discorso ai più stretti, «da domani i commessi non mi lasceranno nemmeno entrare». E una promessa solenne: «Non metterò più piede in Parlamento». Invece rieccolo, Berlusconi. Parlamentare per la settima volta, perché così hanno deciso, fra gli altri, più di 26mila abitanti, il 42,2%, della sua Monza, culla della rivalsa calcistica in serie A. Poco importa se l'algebra elettorale consegna un quadro chiaroscurale della parabola di Forza Italia, che in cinque anni ha quasi dimezzato i suoi voti. Per Silvio questi due mesi di campagna hanno segnato l'ultima, definitiva rivincita. Cercata con un sacrificio anche fisico del leader, fiaccato dall'operazione al cuore del 2016 e però deciso a tenere testa agli arrembanti alleati, Matteo Salvini e soprattutto Giorgia Meloni, a cui fa «i complimenti per l'eccellente risultato ottenuto». Di qui l'idea di lanciarsi in nuove arene online. Con uno sbarco su Tiktok (pardon: Tik-tok-tak) che è già nella storia di internet e un saluto d'esordio, «Ciao ragazzi!», rimbalzato milioni di volte. In una corrida elettorale fiaccata dall'afa estiva e da stanche schermaglie fra leader, l'opa social di Silvio, va detto, è stata una boccata d'ossigeno. A cui si è aggiunta una campagna tutta votata all'amarcord. Tanto da disorientare gli avventori della metro di Milano tappezzata di manifesti con il volto del Cav e l'invito a «una scelta di campo»: sarà mica il 1994? Ha funzionato, pare. Quanto basta per riportare Berlusconi al centro dei giochi, dentro e fuori il palazzo. Con la gioia incontenibile di tornare al ruolo che più agogna, il regista, anzi il kingmaker. 

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Non a caso, raccontano i suoi, l'ex premier si è assai adombrato quando a luglio qualche sondaggista ha azzardato uno scenario: Lega e Fdi avranno i numeri per governare, da soli. Non è andata così, e adesso Silvio gongola doppio. Perché non ha funzionato la spallata dei «cosiddetti centristi» nel Terzopolo di Carlo Calenda, un signore «preparato» ma «di sinistra» che, non se ne capacita, lo ha preso di mira di continuo (mentre per Matteo Renzi c'è una passione, «è bravo e capace», confidava ancora a ridosso del voto). Dall'altra l'aggancio della Lega di Matteo Salvini, a cui però vuole bene, «è una persona corretta», ripete a menadito. Il bene che vuole un papà al figlio un po' irrequieto a cui insegnare come stare al mondo. In Italia come in Ue, da cui nelle ultime ore è arrivato l'ennesimo endorsement del Ppe al Cavaliere, «siamo fiduciosi che Forza Italia guiderà il prossimo governo in un percorso che serve i migliori interessi del popolo italiano in un'Ue forte e stabile», dice il bavarese Manfred Weber. Avviso ai naviganti. Ma non servono i campanelli da Bruxelles per ricordare che Silvio Berlusconi è in campo. Come e più di prima. 

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