Berlusconi: «Strasburgo o no, sarò in campo per le elezioni»

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi
Martedì 21 Novembre 2017, 21:28 - Ultimo agg. 23 Novembre, 08:38
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Nel giorno in cui i giudici di Strasburgo cominciano a decidere, amici e collaboratori chiedono a Silvio Berlusconi, nella sua Merano dove si divide tra massaggi e saune: «Presidente, come sta?». E lui: «Sto in prudentissima attesa». Non è pessimista affatto, sulla riabilitazione e la ricandidabilità, ma è convinto che i tempi del verdetto saranno lunghi e la sua certezza è a marzo, quando probabilmente si andrà alle urne, la sua sarà ancora una situazione sospesa. Ma non se ne fa un cruccio: «Guido la campagna elettorale senza problemi e con me in campo, Forza Italia arriva al 25 per cento». E con un 25 per cento anche per il Pd - pur se questo Silvio non lo dice - una larga alleanza potrebbe matematicamente verificarsi. Intanto, la campagna elettorale di Berlusconi è tutta ricolta contro i 5 stelle. Secondo lo schema messo a punto da mesi e che prevede questa modalità: io leader rassicurante, con buoni rapporti con tutti a livello internazionale e libero dell'anti-berlusconismo che ha impazzato negli ultimi 20 anni, posso fermare l'ondata populista. Semmai, la preoccupazione è che Renzi non riesca a fare un forte Pd, perché a quel punto Berlusconi non avrebbe più due forni a cui rivolgersi: la Lega, il cui protagonismo continua a temere e i sondaggi che ha lo confortano in questa paura, o il partito renziano.

IL NUOVO CLIMA
Ma adesso c'è da pensare alla Corte di Strasburgo, e i motivi di tranquillità del Cavaliere riguardano il contesto generale: «Non siamo più come prima, quando io ero il bersaglio da colpire. Oggi con il Ppe i rapporti sono ottimi, come pure con la Merkel, e Tajani nel grande palcoscenico della presidenza del Parlamento europeo sta dando agli occhi la garanzia di ciò che siamo: dei liberali, dei moderati, una grande forza tranquilla in una Europa tempestosa».
Se poi per «miracolo» gli verrà concessa subito la candidabilità, come alcuni nel suo stretto giro non smettono di sperare, Silvio è prontissimo a trasformarsi in SuperSilvio. Per ora, ragiona così: «Io sono sempre io, e farò da trascinatore. Ma la vera novità saranno i nostri candidati. I grillini ormai li conosciamo: ragazzi inesperti che non hanno voluto imparare e che sui territori nessuno conosce. Lì vale solo il brand. Il Pd ha la zavorra delle lotte interne al centro-sinistra. Noi presenteremo quote rilevanti di candidati provenienti dalla società civile, giovani e freschi, e Strasburgo o non Strasburgo, partiamo in grande vantaggio e gli altri già ci stanno inseguendo».

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