Dalle televisioni alla rete la metamorfosi di Berlusconi

Dalle televisioni alla rete la metamorfosi di Berlusconi
di Domenico Giordano
Lunedì 1 Agosto 2022, 09:40 - Ultimo agg. 2 Agosto, 08:57
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«La mia sarà una campagna fatta in prevalenza sui social network». Bene, anzi, nulla di strano o di nuovo se questa frase fosse stata pubblicata sulla fanpage di Giorgia Meloni, sul profilo Instagram di Matteo Salvini piuttosto su quello Twitter di Carlo Calenda o di qualsiasi altro leader politico italiano che, al loro pari, da diversi anni sceglie di utilizzare la viralità e la pervasività dei social per riceverne visibilità e attenzione.

Solo che a postarla, con non poca sorpresa degli utenti, è stato invece Sua Emittenza, alias Silvio Berlusconi, l'imprenditore che fin dal suo esordio ventotto anni fa in politica, nel 1994 con un'Italia allo sbando, ha sempre costruito il successo della sua propaganda, quella che oggi invece con una spruzzata di marketing a tanto al chilo chiamiamo narrazione, sfruttando come nessun altro poteva fare e come nessun altro è riuscito a fare dopo, la forza persuasiva della televisione.

Il vecchio tubo catodico diventato negli anni uno schermo led o di recente una smart TV conserva ancora una centralità impattante nella dieta mediatica degli italiani e il fondatore di Forza Italia nelle sette campagne elettorali che si porta sulle spalle, dal 1994 appunto al 2018, ha sempre affidato ogni suo messaggio prima che ai cartelloni 6x3, alle riviste patinate o alle lettere da spedire alle famiglie, così come al web o alle grandi convention di piazza, alle cure del piccolo schermo.

Il ribaltamento annunciato l'altro giorno da Silvio Berlusconi, o meglio come direbbero i sociologi dei media digitali, l'ibridazione tra Televisione e Social network è la riprova di quanto anche il leader azzurro ha oggi la necessità di presidiare le piattaforme per raggiungere quei pubblici che in questi anni ha perso e che non potrà più raggiungere solo con l'intervista dalla D'Urso o con Mentana.

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Un primo riscontro del cambio di rotta e dell'accelerazione in tal senso arriva da un semplice confronto di numeri tra lo scorso mese di giugno e questo di luglio. Infatti, sulle tre principali piattaforme è palese la differenza innanzi tutto nel totale delle pubblicazioni.

Sulla fanpage Facebook a giugno sono stati postati 25 post, a luglio siamo già a 40, così come il totale delle reaction sono state 85 mila contro le attuali 208 mila. Stessa mutazione su Instagram, siamo passati da 24 a 42 post pubblicati, mentre le reaction complessive sono salite da 126 a 178 mila. Da questa nuova strategia di comunicazione non è escluso neanche Twitter, qui a giugno avevamo la miseria di appena 6 tweet che avevano generato 3,1 mila reaction, mentre a luglio le pubblicazioni sono più che triplicate diventando 20 con un totale di reaction cinque volte superiori, ovvero 16 mila.

Eppure, se confiniamo la nostra osservazione alla sola comunicazione politica, Berlusconi è sempre stato un innovatore, a cominciare dal linguaggio per finire ai mezzi per diffondere i suoi messaggi e posizionamenti. Un precursore dei tempi come ha più volte scritto e ricordato Antonio Palmieri, dal 1994 a capo della comunicazione digitale di Forza Italia e autore, giusto dieci anni fa, del libro «Come Berlusconi ha cambiato le campagne elettorali in Italia».

«Noi abbiamo da sempre usato - spiega Palmieri - tutte le possibilità offerta dal web in campagna elettorale, fin dalle politiche 1996. In questa inedita campagna elettorale in agosto, Berlusconi sa bene che la Rete è il mezzo più rapido, economico e soprattutto meno invasivo per raggiungere gli italiani in vacanza. Essendo un innovatore però sempre attaccato alla realtà, ha agganciato la sua scelta al dato su come gli italiani si formano la loro opinione politica. Inoltre i social e la messaggistica consentono di formare, informare, dialogare e mobilitare i militanti rapidamente e anche questo è un aspetto molto importante, soprattutto in una campagna corta come questa».

Intanto, questo sforzo di far crescere la frequenza di post e rendere organico sulle tre piattaforme i contenuti da pubblicare rispetto al recente passato ha già prodotto un incremento di follower, più contenuto su Facebook con appena 602 anche perché il fandom berlusconiano è già oltre quota un milione, più interessante su Instagram con 2.965 nuovi follower che diventano 4.051 su Twitter nel mese di luglio.

L'unico neo al momento, che del resto accomuna la maggior parte dei politici e dei social leader è la duplicazione del contenuto, a prescindere dalla logica semantica della piattaforma, senza tener conto di una considerazione di fondo, ciò che performa su un social non è detto che debba funzionare allo stesso modo e con la stessa forza sulle altre piattaforme. È il caso, per restare sulla strategia dell'ibridazione berlusconiana, fino a oggi ancora unidirezionale ovvero dalla tv ai social e non viceversa, delle clip video che riprendono e rimbalzano l'intervista serale di Berlusconi a Zona Bianca, andata in onda qualche sera fa su Retequattro. Ebbene, tutte e tre le piattaforme hanno pubblicato le stesse cinque clip video, facendo dei tagli sui passaggi più salienti della lunga intervista, accompagnandole con un testo uguale, virgole comprese.

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