Bonafede, gaffe a Porta a Porta: il ministro scivola sulla differenza tra reato doloso e colposo

Bonafede, gaffe a Porta a Porta: il ministro scivola sulla differenza tra reato doloso e colposo
Bonafede, gaffe a Porta a Porta: il ministro scivola sulla differenza tra reato doloso e colposo
Venerdì 13 Dicembre 2019, 16:02 - Ultimo agg. 17:13
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Bufera sul ministro della Giustizia Bonafede che, ospite a Porta a Porta, è scivolato sulla differenza tra reato doloso e reato colposo. «Quando del reato non si riesce a dimostrare il dolo e quindi diventa un reato colposo, ha termini di prescrizione molto più bassi», ha detto il guardasigilli. Una gaffe sfuggita in studio ma non in rete dove il caso è cominciato subito a girare. 

«Sebbene i temi della giustizia siano tantissimi e tutti concentrati in queste settimane - si è difeso il ministro in un post su Fb - alcuni addetti ai lavori preferiscono dedicarsi al taglio di 10 secondi di un'intervista serratissima durata 1 ora e 10 minuti per sottolineare l'oggettiva scorrettezza giuridica di una mia frase. L'obiettivo era evidentemente quello di spiegare in maniera semplice ai cittadini le conseguenze (sulla prescrizione) della configurazione di una condotta in termini colposi o dolosi. D'altronde, ci sono da sempre interi processi che viaggiano sul confine tra dolo eventuale e colpa cosciente. Ad ogni modo, dico sinceramente che le critiche sono sempre bene accette».

Il consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Palermo ha chiesto le «immediate dimissioni» del ministro della Giustizia perché le sue affermazioni «sono del tutto errate dal punto di vista tecnico-giuridico».
Ma non solo. «Proprio tali errate affermazioni sono state poste a sostegno dell'opportunità della riforma della prescrizione - si legge in una nota - ingenerano pericolosa confusione nell'opinione pubblica e l'avvocatura nutre il fondato timore che le riforme delle regole processuali e sostanziali, in ambito civile e penale, attualmente in discussione, siano basate sulla errata percezione e conoscenza degli istituti giuridici». Da qui la richiesta di «immediate dimissioni» che il Consiglio ha inviato al Consiglio nazionale forense, all'Ocf, al presidente del Consiglio dei ministri e alla stampa.


 
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