Bonus Giovani, il ministro Sangiuliano: «Merito e redditi bassi, un'App 18 più efficiente»

E annuncia la Biblioteca Nazionale a Palazzo Fuga

Bonus Giovani, il ministro Sangiuliano: «Merito e redditi bassi, un'App 18 più efficiente»
di Generoso Picone
Giovedì 22 Dicembre 2022, 08:26 - Ultimo agg. 16:22
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«Le cassandre sono state smentite», dice Gennaro Sangiuliano. Il ministro della Cultura è soddisfatto per la riformulazione che il cosiddetto Bonus Giovani ha conquistato nella prima manovra di bilancio del governo di Giorgia Meloni, cita Giovanni Prezzolini per delineare la filosofia del provvedimento frutto sottolinea del «riformismo conservatore che guarda al dopodomani e non semplicemente al domani come fanno i progressisti», tira un primo bilancio dell'impegno sul Piano nazionale di ripresa e resilienza e annuncia il progetto di ristrutturazione per Palazzo Fuga a Napoli. «Sarà la nuova sede della Biblioteca Nazionale, diverrà un centro di diffusione dei saperi avanzato e moderno per la città, per il Sud, per l'Italia e per il Mediterraneo sul modello di quanto venne realizzato a Parigi ai tempi di Francois Mitterrand e Jacques Chirac».

Sangiuliano, intanto il Bonus Giovani. Si tratta di una profonda riorganizzazione dell'App 18 varata nel 2017 dal governo di Matteo Renzi.
«Tutti coloro che per settimane hanno raccontato la favola della cancellazione sono stati sonoramente smentiti dai fatti. Al posto del vecchio bonus nascono due strumenti efficienti e moderni per incentivare i giovani ai consumi culturali: la Carta Cultura Giovani e la Carta del Merito. La prima erogherà 500 euro ai diciottenni che provengono da famiglie con un Isee fino a 35mila euro, la seconda andrà a tutti i giovani, a prescindere dal reddito familiare, che raggiungeranno il massimo dei voti alla maturità.

Ha l'evidente scopo di premiare il merito e l'impegno negli studi e in questo modo si supera la logica della mancetta, per approdare a strumenti davvero equi e rafforzando i meccanismi anti-truffe per dire definitivamente addio alle frodi, che la Guardia di Finanza ha quantificato in circa 17 milioni di euro. Mi pare una cifra decisamente considerevole. Abbiamo così esaltato un principio importante».

Quello del merito e del bisogno?
«Certo. Noi siamo consapevoli che i consumi culturali, soprattutto nelle giovani generazioni, rappresentato un fattore di crescita civile. E mettere il merito al centro è un'operazione di riformismo conservatore, un cambio di paradigma che incentiva uno sviluppo armonico della società: garantire, cioè, a tutti uguali basi di partenza e assicurare a chiunque la possibilità di accedere a livelli superiori. Noi in Italia interveniamo adottando uno schema all'avanguardia in Europa. In Francia, per esempio, ai 18 anni i ragazzi ricevono un buono digitale di 300 euro da utilizzare per consumi culturali da 8000 operatori autorizzati. In Germania il pass cultura entrerà in vigore nel secondo semestre 2023 e i diciottenni avranno a disposizione 200 euro per favorire i piccoli cinema e le librerie di quartiere. In Spagna è entrato in vigore quest'anno e concede ai diciottenni 400 euro. In Italia, per altro, le due card potranno essere cumulabili e i giovani bisognosi e meritevoli avrebbero a loro disposizione 1000 euro. Non pochi».

È l'unico risultato ottenuto nella manovra di bilancio per la cultura?
«Per ora l'unico compatibile con la ristrettezza delle condizioni finanziarie in cui ci troviamo. Ma puntiamo ad avere a disposizione una cifra di 100 milioni di euro per riorganizzare il Fondo unico per lo spettacolo e rifunzionalizzare il sistema bibliotecario. E ricordo che il Ministero della Cultura ha la titolarità per gestire 4 miliardi e 275 milioni previsti dal Pnrr. A Napoli ci misureremo con un intervento di enorme valore».

Quale?
«La ristrutturazione di Palazzo Fuga. Qui allestiremo la grande Biblioteca europea di Napoli, l'Albergo dei poveri che sarà trasformato nel Beaubourg di piazza Carlo III con la creazione di servizi culturali avanzati e di una sezione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nella vecchia sede della Biblioteca Nazionale al Palazzo Reale rimarrà il patrimonio librario più antico e a meno di un chilometro dal Mann di piazza Museo avremo un nuovo spazio per allestimenti e mostre di ampio respiro internazionale. In più, ma ciò non costituisce un aspetto secondario, riqualificheremo l'area che sarà uno spazio vivo soprattutto per i giovani. Ricorda il degrado che si registrava nel quartiere di Parigi prima che sorgesse il Centre Pompidou? Ecco. Palazzo Fuga avrà la stessa funzione di ammodernamento a Napoli».

C'è l'intesa con il Comune la Regione? Lei ha avuto modo di sottolineare l'anomalia dell'assenza dei rispettivi assessori alla Cultura.
«Con il sindaco Gaetano Manfredi c'è un dialogo aperto da tempo e il rapporto è assolutamente positivo. Abbiamo una sintonia importante».

Con la Regione?
«Anche».

Ha verificato un sentire condiviso sul programma del Pnrr?
«Come Ministero abbiamo raggiunto gli obiettivi prefissati. I dati sono molto incoraggianti e stiamo cogliendo il punto di svolta. Guardi, io sono convinto che l'economia in Italia si possa reggere su due pilatri: l'impresa e la cultura. Se riusciremo a dare agli straordinari tesori d'arte di cui disponiamo la giusta e corretta fruibilità, sarà possibile fare dei beni culturali il motore di uno sviluppo autentico. La posizione geografica dell'Italia consente di acquisire una centralità decisiva».

A condizione che la fruibilità venga resa possibile non soltanto ristrutturando luoghi e spazi ma anche dotandoli di professionalità aggiornate.
«Sicuramente. Dovremo operare sulla formazione del personale stabilendo intese virtuose con scuola e università. Abbiamo visto troppi luoghi ripristinati e poi lasciati al degrado senza chi in grado di gestirli. Il tema è la progettualità per il dopo. E riguarda pure i borghi che, nel Pnrr, sono di competenza del Ministero con un impegno di un miliardo di euro già in fase avanzata di spesa. Ma occorre lavorare secondo i criteri della rivitalizzazione e della qualità, su percorsi che rendano onore alla storia e all'identità del nazionale. Ampliando il circuito culturale della terra di Pompei e degli Uffizi, della irripetibile bellezza diffusa. Senza interventi a pioggia guidati dalla politica delle mancette».

Si riferisce al Fus? Lei sul suo utilizzo ha mostrato perplessità.
«Anche al Teatro, al Cinema, allo Spettacolo. A che cosa servono filmetti e commedie che presto finiscono nel dimenticatoio? Meglio concentrarsi su grandi opere che raccontino figure come Dante e Caravaggio».

Intende confermare la promessa di organizzare grandi mostre a carattere identitario?
«Penso a un allestimento dedicato ai Futuristi nella Meridiana del Mann a Napoli e a una mostra itinerante delle stature recuperate a San Casciano dei Bagni, prima di sistemarle in un apposito museo. Sarò presto alla Casa dei Vettii a Pompei e per la riapertura del complesso dei Girolamini a Napoli. Un luogo crociano per eccellenza. Io dalla residenza di Benedetto Croce ho avviato il mio itinerario da ministro».

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