Calenda contro il Codacons: ​«Troppe zone d'ombra, dov'è la trasparenza?»

Calenda contro il Codacons: «Troppe zone d'ombra, dov'è la trasparenza?»
Martedì 7 Luglio 2020, 20:06 - Ultimo agg. 8 Luglio, 08:02
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«Molte zone d'ombra, alle quali il Codacons dovrebbe rispondere pubblicamente se vuole essere fedele al principio di trasparenza, non solo che promette ma che minaccia di far rispettare». È scontro tra Carlo Calenda e il Codacons: il leader di Azione ha pubblicato un video su Twitter in cui chiede conto al movimento dei Consumatori del suo operato, attraverso una serie di domande volte a indagare sull'attività dell'Associazione e annunciando che le questioni poste saranno oggetto di una lettera al ministro dello Sviluppo Economico Patuanelli e di un'interrogazione parlamentare.

Dai «bilanci non aggiornati», all'ammontare «delle spese legali del Codacons, e tra chi sono state ripartite», dalle pagine del sito dell'Associazione «ferme agli anni scorsi» fino a questioni decisamente più consistenti. «Perché, come ha scritto il Fatto Quotidiano, nel 2018 ha rinunciato alla costituzione di parte civile nel processo nel processo agli ex dirigenti del Monte dei Paschi di Siena?», chiede Calenda, evidenziando che nello stesso periodo la banca «ha firmato una transazione da 732mila euro con lo stesso Codacons?». Ancora, il leader di Azione chiede quali siano «i rapporti tra Codacons e Autostrade per l'Italia», anche in considerazione «delle poche critiche nei confronti di Autostrade e anche nei confronti di eventi controversi come il crollo del Ponte Morandi».
 


A stretto giro arriva anche la replica del Codacons. «Il Codacons accetta la sfida e domani risponderà punto per punto alle insinuazioni - più che domande - di Calenda che, totalmente ossessionato dal Codacons ai limiti dello stalking, ha pubblicato oggi un lungo video sull'associazione», spiega l'Associazione. «Non abbiamo alcun problema a rispondere ai quesiti posti dal leader di Azione, domande che purtroppo dimostrano l'ignoranza di Calenda e fanno capire perché molti lo definiscono il peggior ministro della Repubblica Italiana - affonda il Codacons - Tuttavia avvisiamo Calenda che anche noi, nel replicare, faremo qualche domanda all'ex Ministro, non solo sulla sua persona ma anche sul suo partito e sulle fonti di finanziamento dello stesso».

«Apprezziamo lo sforzo del leader di Azione di aver preparato un testo per evitare l'ennesima denuncia, ma anche stavolta - come in tutto il suo mandato da Ministro dello sviluppo economico - ha fallito, e considerate la falsità delle affermazioni odierne, riceverà l'ennesima querela», conclude l'Associazione.

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