Azione e Più Europa lanciano il Patto Repubblicano, la premessa di una coalizione che apra anche ad alcuni big usciti da FI e si proponga alle prossime politiche in continuità con l'azione di Mario Draghi. È lui, secondo Carlo Calenda, l'unica persona che «bisogna tenere a fare il presidente del Consiglio», non altri. Il riferimento sottotraccia è all'ipotesi di Enrico Letta candidato premier del centrosinistra. Così, a stretto giro, il Nazareno replica alla stoccata: «Noi non siamo la destra che litiga su Palazzo Chigi e sugli incarichi prima ancora di fare le liste. Nessuno può avere dubbi su ciò che pensano Letta e il Pd su profilo e caratura di Draghi. Ma non è un tema in agenda ora». Nel pomeriggio colloquio fra Carlo Calenda e Matteo Renzi. A quanto si apprende l'ex premier avrebbe ribadito al leader di Azione l'intenzione di Italia Viva di correre da solo alle elezioni visto il veto del Pd.
Dal fronte degli ex forzisti, che di giorno in giorno si ingrossa sempre più, si fa avanti la ministra Mariastella Gelmini che propone un incontro a Carlo Calenda: «L'agenda Draghi è quello che serve all'Italia.
Con grande piacere https://t.co/hjK75QpKv4
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) July 25, 2022
Il puzzle delle alleanze da tessere all'ombra della premiership di Draghi è ancora tutto da costruire. E tra i tasselli mancanti c'è il collocamento di Matteo Renzi: «Siamo pronti ad allearci con chi ha voglia di costruire un progetto serio per il Paese», altrimenti saremo «in campo, anche da soli», dice il leader di Iv. Che, subito dopo lancia un messaggio chiaro a Carlo Calenda e ad Azione : ci «sono molto più vicini di Fdi e 5s. Spero che con le persone vicine, data la legge elettorale, si possa stare assieme». Dal segretario di Azione arriva una mezza apertura: «Nel momento in cui si ipotizza un 'fronte repubblicanò ampio, in cui ognuno mantenga la sua specificità, non si deve chiudere a nessuno. Poi è chiaro che le differenze restano». Intanto il ministro degli Esteri starebbe lavorando ad una lista autonoma, sempre nell'ambito del centrosinistra, che metta insieme da Bruno Tabacci a Federico Pizzarotti, fino a Beppe Sala. Più difficile lo scenario di una sua candidatura nel listone 'democratici e progressistì lanciato dal Nazareno, in cui dovrebbero finire, invece, Roberto Speranza (Articolo 1) e Enzo Maraio (Psi). Dal centrodestra Giovanni Toti mischia le carte, definendo «il programma di Carlo Calenda per molti aspetti condivisibile». Il dubbio che solleva, subito dopo, è sostanziale: «Non so quanti lo condivideranno nella coalizione di Letta...e quanti invece nella coalizione di centrodestra sarebbero pronti a sposarlo».