Candidati, lite sulle toghe. Il Pd: «Grave». Meloni: «Ipocriti»

Candidati, lite sulle toghe. Il Pd: «Grave». Meloni: «Ipocriti»
Candidati, lite sulle toghe. Il Pd: «Grave». Meloni: «Ipocriti»
di Francesco Pacifico
Venerdì 11 Giugno 2021, 07:00
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I candidati sindaci per il Campidoglio e i loro schieramenti di appartenenza si affannano nella ricerca di amministratori adeguati per la Capitale. Si punta a parlamentari di grande esperienza come a figure prese dalla società civile. Ma mentre si lavora alacremente per formare gli staff - nei giorni precedenti al voto comunicare il nome di quello o di quell’altro assessore sposta non pochi consensi - piomba sulla campagna elettorale un macigno che scatena polemiche che vanno ben oltre la tornata amministrativa. Davanti alle telecamere de La 7 Enrico Letta, segretario del Pd, ha tuonato: «Il centrodestra ha candidato due magistrati a Napoli, come sindaco (Catello Maresca, ndr) e a Roma, come vicesindaco (Simonetta Matone, ndr). Peccato che siano magistrati in funzione nel posto dove si candidano, hanno preso decisioni sulla libertà delle persone, hanno accesso a tutti i dati sensibili della terra rispetto alla quale si candidano». Per concludere: «La legge ha un buco, non impedisce questo, è un errore gravissimo». 

 

Per la cronaca il Pd ha come governatore della Puglia un ex pilastro della Procura di Bari come Michele Emiliano. Mentre lo scorso 28 gennaio, per soffermarsi sul nome di Maresca, il Consiglio superiore della magistratura ha archiviato una segnalazione del Procuratore generale presso la Corte di appello di Napoli, secondo il quale il sostituto della Procura partenopea aveva avviato contatti politici per candidarsi nella stessa città dove svolgeva la sua attività inquirente. Al di là degli aspetti più tecnici, sul fronte politico, è arrivata dal centrodestra la durissima replica di Giorgia Meloni, la leader di Fratelli d’Italia: «I magistrati non si possono candidare solo nel centrodestra? È il classico utilizzo dei due pesi e due misure della sinistra italiana.

Se è consentito è consentito, se non è consentito non è consentito. Se vogliamo aprire un dibattito lo apriamo, ma no che si dica che non si possono candidare nel centrodestra quando la sinistra è una vita che usa i magistrati e li candida. Non se ne è accorto Enrico Letta? Credo che ci fosse anche lui».

Del tema si tornerà a parlare sia nel dibattito sulla riforma del Csm sia in campagna elettorale a Roma, dove questa mattina Enrico Michetti, candidato al Campidoglio per il Centrodestra, si presenta alla stampa (alle 11 al Tempio di Adriano) e soprattutto presenta la sua “prosindaca”, Simonetta Matone, sostituto procuratore generale presso la Corte d’Appello di Roma. Ieri, i due si sono incontrati per la prima volta: vuoi per l’evento di oggi, vuoi per discutere di municipalizzate, rifiuti e sicurezza, concordando i primi punti di un programma da completare a breve. Lo stesso “avvocato tribuno” - o “Mr Wolf, risolve problemi”, secondo la definizioni di Meloni - ha visto ieri anche Matteo Salvini, leader della Lega, e Antonio Tajani, coordinatore di Forza Italia. Se il ticket Michetti-Matone deve ancora avviare la macchina elettorale, i concorrenti stanno in queste ore lavorando alla squadra, alla giunta, che come detto può essere decisiva al ballottaggio. La sindaca uscente, Virginia Raggi, guarda alla continuità, almeno verso i fedelissimi come Pietro Calabrese, Antonio De Santis e le new entry Andrea Coia e Lorenza Fruci, assurta agli oneri delle cronache anche perché tra i massimi studiosi italiani di Burlesque. Per la futura giunta si parla anche di alcuni presidenti dei Municipi capitolini (Della Casa, Di Pillo, Campagna e Castagnetta), dei fidatissimi consiglieri Paolo Ferrara e Giuliano Pacetti, dello spin doctor (ed ex socio di Rousseau) Max Bugani, ma si guarda anche alla società civile: piace Gabriella Stramaccioni, garante dei detenuti del Lazio. Quel che è certo è che a breve il M5S ufficializzerà il regolamento per le candidature nella sua lista per le amministrative: 18 nomi su 48 scelti dalla sindaca, il resto, 2 per ognuno, dai Municipi. 

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Dal centrosinistra Roberto Gualtieri ha promesso una giunta di alto standing, così per ipotizzare i futuri equilibri si deve studiare lo staff che lo aiuta a scrivere il programma: Silvia Scozzese, già commissario per il debito di Roma Capitale e capo di gabinetto al ministero della Coesione, per il bilancio, Eugenio Patané, consigliere regionale, per i trasporti, Silvia Costa per il turismo e la cultura. Si parla di poltrone anche per Giulio Pelonzi, attuale capogruppo in aula Giulio Cesare, e di Andrea Casu, segretario capitolino del Nazareno, mentre il consigliere Giulio Bugarini sarà il suo capostaff. Ma l’ex ministro guarderebbe anche alla pattuglia di deputati Dem al terzo mandato (come l’ex ministra Marianna Madia o l’ex sottosegretario Roberto Morassut). L’outsider Carlo Calenda ha già annunciato Francesco Carcano all’ambiente, Flavia Di Gregorio al sociale e Dario Nanni alle periferie. Ma starebbe facendo scouting tra il Mise, Italo e Sky, realtà dove ha lavorato come ministro o manager. 

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