Candidati sindaco, Roma e Milano alla ricerca nomi: centrodestra e centrosinistra in stallo

Comunali, Roma e Milano alla ricerca di candidati: centrodestra e centrosinistra in stallo
Comunali, Roma e Milano alla ricerca di candidati: centrodestra e centrosinistra in stallo
di Francesco Malfetano
Giovedì 6 Maggio 2021, 15:24 - Ultimo agg. 7 Maggio, 10:43
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Stallo alla romana e gran rifiuto alla milanese. A pochi mesi dal voto per le comunali, la partita per l'elezione dei primi cittadini di Roma e Milano non accenna a sbloccarsi. Anzi un rifiuto e un tentennamento dopo l'altro, tanto a destra quanto sinistra, la faccenda pare ingarbugliarsi ancora. 

IL CAPOLUOGO LOMBARDO - A far riesplodere la situazione dopo alcune settimane di silenzio, o meglio di trattative lontane dai riflettori, è stato oggi Gabriele Albertini. L'ex sindaco meneghino, a lungo corteggiato da Matteo Salvini e da Silvio Berlusconi, ha fatto sapere che alle prossime elezioni non sfiderà l'attuale primo cittadino Beppe Sala, già candidato del centrosinistra. Ad annunciarlo è stato lo stesso Albertini che, con una lettera al quotidiano Libero, ha motivato la sua decisione: «Grazie per l'affetto ma resto in famiglia». Una "bomba" che rischia ora rischia di far esplodere l'alleanza di centrodestra già stressata per le opposte posizioni governative. Il primo a sbottare è stato Salvini. «Sono mesi che cerco di costruire e unire il centrodestra in vista delle amministrative - ha detto il segretario leghista - A Roma e Milano avevamo i candidati giusti: Bertolaso e Albertini, ma altri hanno detto 'no' per settimane e mesi e loro hanno perso la pazienza».

Uno scarica-barile in piena regola. «Ora spero che chi non era d'accordo - ha aggiunto Salvini - abbia proposte alternative, perché sia nella Capitale che nel capoluogo lombardo possiamo e dobbiamo vincere. Entro poche settimane dobbiamo decidere». E sì perché le elezioni, già posticipate per decreto a causa della situazione epidemiologica, sono state fissate per il periodo tra il 15 settembre e il 15 ottobre. I tempi quindi stringono. A dimostrarlo anche il fatto che le altre formazioni continuano a farsi avanti. Se Albertini ha deciso di non correre infatti, ieri è invece spuntato un suo ex assessore, Giorgio Goggi, che sarà il candidato sindaco dei Socialisti di Milano.

Goggi va a completare la griglia delle candidature che al momento, anche perché unica alternativa plausibile, vede il sindaco Sala in odore di riconferma. 

LA CAPITALE -  Ma come ha spiegato perfino Salvini, la questione è ancora più complicata nella Capitale. A Roma infatti non manca solamente il candidato del centrodestra, ma anche quello del centrosinistra. Assenze che ora iniziano a far rumore. Da una parte c'è il gruppone Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia che continua a tirare per la giacchetta Guido Bertolaso (che però ha ribadito in tutte le salse di non essere interessato) in attesa di trovare un punto di incontro su un altro nome (magari il manager Andrea Abodi); dall'altra parte invece c'è l'asse più o meno sfilacciato tra Partito democratico e Movimento 5 stelle. Per questi utlimi l'idea nata durante il governo Conte di correre da subito insieme in tutte le città (si vota anche a Torino, Napoli e Bologna) è già tramontata. Impossibile convergere ovunque già prima del ballottaggio. Fosse solo perché a Roma la sindaca Virginia Raggi ha già "bruciato" tutte le tappe da tempo, candidandosi al mandato bis fin da agosto scorso. Una forzatura che se inizialmente non ha raccolto il consenso interno sperato dalla Raggi, alla fine è stata digerita da tutti e l'ha resa (pur con qualche patema) la candidata più credibile per il M5s in travaglio. La candidatura della sindaca però, ha finito con il mandare gambe all'aria ogni idea di totale convergenza che i cinquestelle coltivavano con il nuovo Pd di Enrico Letta. La sola possibilità ora, è convergere al secondo turno. Sempre che i mille nodi della rifondazione 5 stelle vengano al pettine.


In ogni caso, il Nazareno ora appare ancora alla ricerca del nome giusto. Le primarie sono ormai ad un passo - si terranno il 20 giugno - ma mancano i candidati. O almeno mancano nomi considerati sufficientemente forti per sfidare gli avversari. In altre parole né l'ex ministro Roberto Gualtieri (ancora probabile, ma mai confermato) né Monica Cirinnà, o Tobia Zevi e gli altri fattisi avanti fino ad oggi, infiammano le piazze. Ed è per questo che le voci che vorrebbero un Letta in costante pressing sul governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti non smettono di rincorrersi nonostante la melina dell'interessato. D'altrocanto il peso del leader di Azione Carlo Calenda, già candidatosi in autonomia e più volte andato allo scontro con il Pd a causa dell'intenzione dem di fare le primarie, è difficilmente valutabile. Stando all'ultimo sondaggio disponibile, seppur ormai "datato" 5 marzo (commissionato dal quotidiano Domani), Calenda vincerebbe allo scontro frontale con Abodi e la Raggi ma perderebbe di poco con Gualtieri. Al contrario la sindaca vincerebbe contro l'ipotetico candidato di centrodestra ma perderebbe sempre con l'ex ministro dell'economia. Un intreccio decisamente complesso che però, è ora di sbrogliare. 

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